𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 7 || "𝖴𝗇 𝗆𝖾𝗋𝖺𝗏𝗂𝗀𝗅𝗂𝗈𝗌𝗈 𝖺𝖼𝖼𝖾𝗇𝗍𝗈"

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Capitolo 7 || "Un meraviglioso accento"

Il primo di Settembre del 1991 arrivò velocemente per Sirius Black, fin troppo.
Sapeva che il 31 sarebbe volato via, ma non credeva così tanto.
Una fitta al cuore lo attaccò senza preavviso, come se un James o un Remus gli si fosse gettato sul corpo per svegliarlo, cosa successa veramente, tante e varie volte.

Era oggi. Il giorno in cui avrebbe volentieri rinchiuso Harry in cantina, pur di tenerselo stretto. Quel pensiero egoista lo punzecchiava forte, ma non si sorprese quando si rese conto che ne sarebbe stato perfettamente capace. Un po' preoccupato da se stesso si costrinse a pensar a mente più lucida.

Il giorno era arrivato, era quello; tanto atteso e al contempo tanto temuto.

Ma era sempre stato Remus Lupin, il suo caro Moony, quello con l'autocontrollo, istinto e pensieri non troppo nobili. Lui, assieme a Prongs, era sempre stato una frana. Sembrava che solo il licantropo ed una certa rossa isterica riuscissero a farli sentire in colpa, sgridandoli senza tante cerimonie, il primo pacato ma freddo, che ti faceva odiare ogni singola parola grondante di delusione, la seconda, dimenticata o ignorata la presenza di chiunque altro urlava loro addosso con talmente tanta foga da far invidia a delle Mandragore.

Grazie a Merlino, Harry non aveva mai urlato nemmeno lontanamente come lei, se non da piccolo, come quella volta che lo fece cadere dal divano, per sbaglio, a due anni. Quello fu il suo massimo, ed aveva emesso un urletto di dolore durato pochi secondi.

Harry sarebbe andato ad Hogwarts.
«Il posto più sicuro del mondo!» gli aveva detto sua zia Druella, scherzosa o... forse era Cassiopea? Non volendo perder tempo a pensare alla sua terrificante ed orribile famigliola, decise di concentrare la sua attenzione altrove.

Harry era quasi sveglio e si stava muovendo leggermente, segno che si sarebbe alzato a breve.
Sveglio da circa mezz'oretta, l'altro gli passò delicatamente la mano sinistra fra i capelli disordinati e rispose al sorrisino stropicciato del suo figlioccio.

Sirius Black aveva tutta l'intenzione di trascorrere al meglio quel poco, pochissimo, tempo che gli rimaneva con lui.
Era orgoglioso, talmente tanto che solo a guardarlo il suo petto si scaldava di un piacevole calore.
Sapeva che gli sarebbe mancato tanto. Ripeterselo in testa ancora e ancora non aveva cancellato affatto o diminuiva quel pensiero, quell'ovvietà.

Sarebbero volentieri, rimasti così fino alle dieci, ma Edvige - così era stata chiamata, quella splendida, candida civetta - non aveva appena iniziato a beccare la finestra della camera con un certo interesse. Dopo essere stata lasciata libera per andare a caccia la sera, era evidentemente tornata a cercare il padroncino.

Harry, che aveva i sensi molto acuti, si alzò di soprassalto, completamente e perfettamente sveglio. Quando si accorse della presenza della civetta balzò sul divanetto appoggiato al cornicione interno e aprì la finestra, dalla quale Edvige entrò con aria soddisfatta. Non aveva catturato nulla, da quello che si poteva ben vedere.

Sirius le aveva raccomandato di cercar per bene sorci con un dito in meno e, se ne avesse visto uno, di portarlo da loro subito.
Nonostante la civetta l'avesse guardato con il collo leggermente storto e il becco mezzo aperto, sembrò ricevere il messaggio; catturando sempre e solo ratti e portandoli lì. Quelli con tutte le dita erano morti, pronti per diventare il suo pasto, quindi tutti quelli arrivati. Sembrava che Peter fosse bravo a nascondersi, ma dopotutto lo era sempre stato: era rimasto nell'ombra di James per sette anni.

Harry fu quasi grato alla sua civetta di averlo fatto alzare, visto che il sogno che aveva fatto non era uno dei migliori.
Aveva sognato di perdere il treno e che gli Auror, nel frattempo, avevano trovato e catturato Sirius. Probabilmente era dovuto ad uno scherzo giocatogli dal suo subconscio per via del suo timore, ma si era davvero preoccupato.
Non capace di proferir parola riguardo ciò e molto sollevato di vedere il suo padrino con lui, si era rilassato.

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Where stories live. Discover now