𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 35 || "𝖣𝗂𝗌𝖺𝗏𝗏𝖾𝗇𝗍𝗎𝗋𝖺"

2.1K 213 203
                                    

Capitolo 35 || "Disavventura"

«Non se ne parla nemmeno!» esclamò Hermione con stizza, la lunga coda di cavallo che le ricadeva oltre le scapole. Era vestita come se stesse andando in campeggio, con comodi ed alti jeans da trekking ed una leggera marinière¹ a mezze maniche corte dalle tonalità pervinca e di grigio.
«Herm, davvero, tu non hai voluto far andare da solo me, io non faccio andar da sola te!» spiegò Harry, le mani sui fianchi sottili. Aveva già detto tutto alla ragazzina la giornata precedente, ma lei non aveva minimamente accettato la cosa.

«Assolutamente no! È pericoloso e so badare a me stessa!».
«Mi sembra una cosa che avrei potuto dire un paio di mesi fa, ma non ho mai proferito simil parole poiché tu hai insistito per venire con me!» ribatté lui, avvicinandosi e posandole le mani sulle spalle.
Lei non vacillò.
«Hagrid non lo permetterebbe mai! E poi è contro ogni regola!».
«Come se mi importasse delle regole, con un eventuale Lord Voldemort alle calcagna» esordì il ragazzino, il tono pratico ed ineccepibile.

«Ed io dovrei lasciarti andare addosso a... a Tu-Sai-Chi, che si potrebbe nascondere nella Foresta Proibita?».
«E io dovrei lasciarti andare addosso a Voldemort, che si potrebbe nascondere nella Foresta Proibita?».
A quel punto la ragazzina cedette, sospirando fra le mani messe a coppa in viso.
Harry sospirò e sorrise.

«Userai il Mantello, non è vero?» domandò Hermione, il tono ovattato.
«Assolutamente sì!».
«E hai intenzione di andare nella Foresta Proibita vestito in questo modo?».
«Che cosa c'è che non va?» Harry si allontanò leggermente, guardandosi in cerca di qualsiasi imperfezione negli indumenti.
I jeans da trekking erano simili a quelli di Hermione, solamente verde militare, e gli scarponi di pelle erano più che idonei. Le uniche vere differenze erano la polo leggermente larga fino alle clavicole, di un neutrissimo nero, ed il ciondolo infantile che aveva al collo. Era costituito da un filo di cuoio color ossidiana ed una pietra grigio-ambrata incavata, reperita d'estate in una passeggiata in un bosco.
Era un po' il suo portafortuna, quando si trattava di esplorazioni.

«Non hai... freddo?» chiese lei, indicando il suo collo scoperto, ma lui scosse la testa con decisione.
«Herms, siamo a Maggio, l'estate è alle porte, mi sono allenato sotto la pioggia, del freddo notturno non può distruggermi».
Non trovò nulla da ridire, lanciando uno sguardo al Ronald russante stravaccato sul divanetto. Si era rivelato essere molto stanco anche dopo la guarigione.
«Troverà il biglietto che gli hai lasciato? E non è un po' pericoloso scrivere di una cosa segreta su un foglio in generale?».
«Lo sarebbe» concesse Harry, avviandosi con lei verso l'uscita della Sala Comune «se la pergamena non fosse incantata affinché solamente Ron possa leggere il suo contenuto!».
Hermione fissò il punto in cui il suo compagno era sparito con tanto d'occhi.
«Dovrai insegnarmi quegli incantesimi, prima o poi» affermò, superando la confusa Signora Grassa.

I due Grifondoro arrivarono davanti all'ufficio di Gazza, dove trovarono il Custode, Piton e la McGranitt, con tanto di Draco Malfoy e Neville Paciock. Appena la professoressa scorse la sua alunna, lanciò uno sguardo omicida al collega, raggiungendola velocemente e giudandola verso il resto del corteo.
Harry dovette affrettarsi per tenersi al passo con tutti, senza farsi udire da un'anima. Ma Mrs Purr l'aveva probabilmente udito, perciò aveva cominciato a miagolare incessantemente, smettendo solamente quando arrivarono da Hagrid.
«Cicciana mia, hai fame?» chiese Gazza, premuroso, prendendo la gatta in braccio e portandosela dietro, al castello.

«Quel vecchio rimbambito...» brontolò Hagrid, conducendo i ragazzini nella Foresta Proibita. «Dobbiamo trovare un unicorno ferito, o morto, ma spero vivamente la prima» annunciò, come se al posto di star parlando di un animale in pericolo stesse raccontando della ricetta di una torta.
Harry si posizionò accuratamente al fianco di Hermione, occhieggiando ogni tanto uno spaventatissimo Neville.
Malfoy era il più terrorizzato di tutti, e teneva d'occhio il cane del Guardiacaccia, pronto a tirarlo davanti a sè in un attimo. Il Serpeverde borbottava parole sottovoce, tenendo gli occhi aperti per ogni singolo rumore sospetto, negando di aver aperto bocca ogni volta che il Mezzogigante chiedeva chi fosse stato a parlare.

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora