𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 5 || "𝖦𝗋𝖺𝗓𝗂𝖾 𝗍𝖺𝗇𝗍𝖾, 𝖮𝗅𝗂𝗏𝖺𝗇𝖽𝖾𝗋"

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Capitolo 5 || "Grazie tante, Olivander"

Sirius aveva visto suo cugino di secondo grado per la prima volta. Avrebbe volentieri evitato l'incontro, molto più che volentieri a dire il vero. Avrebbe seppellito la testa in un secchio d'acqua bollente piuttosto che incontrarlo, se avesse avuto la scelta in anticipo.

Era identico a Lucius, purtroppo.
Stesso viso appuntito, stessi occhi di ghiaccio, stessi capelli e, sicuro come la morte, anche lo stesso odio e disprezzo per il resto della razza umana, babbana, magica ed esistente escludendo la sua famiglia ed il resto dei Purosangue.

Avendo conosciuto anche il nonno, Abraxas Malfoy - uno degli incontri peggiori della sua vita - si era convinto fin dalla mera, tenera età di cinque anni e mezzo che i suoi futuri, ossigenati cognatini fossero delle grandissime teste di cazzo bigotte.
Non proprio testuali parole, però, era stato fin troppo silenzioso da bimbo, per i suoi gusti. Per compensare aveva scagliato tanti insulti in francese, naturalmente non a portata d'orecchio dei suoi genitori: non voleva ricevere delle punizioni.

Sirius aveva anche un'altra cugina di secondo grado, a dire il vero molto più gradita del piccolo Malfoy.
Si chiamava Nymphadora Tonks l'ultima volta che l'aveva vista aveva appena nove anni, urlante, costantemente appiccicata a Remus, che correva ovunque, gettava oggetti ovunque, parlava sempre allegra e sorridente. Era una bimba sveglia, ma sbadata, che sembrava avesse il talento di inciampare anche nell'aria.

Era persino una metamorfomagus, e solo Merlino, James, Remus e Peter sapevano quanto l'avesse invidiata. Portava i capelli a volte verdi come a volte biondi; cercava di imitare il tono del lupo mannaro imbarazzato, oppure quello rosso sangue di Lily.

La figlia di Dromeda, come lui la chiamava, la sua cugina preferita. Per ovvie ragioni si era messo a viziare d'attenzioni e regali la sua neo cuginetta, che l'adorava incondizionatamente; finché non le presentò anche James e Remus. Presentare due quindicenni ad una bimba di nemmeno tre anni era assurdo, esattamente come gli aveva detto Andromeda, ma lui non aveva voluto sentir storie.

Alla vista di James rimase un po' indifferente, degnandolo solo di pochi sguardi, cambiando solamente i suoi occhi, in quel momento lilla, in quel caldo castano dietro le lenti quadrate.
Ma quando adocchiò il pallido Lupin, oh Tosca.
Si era alzata dal divanetto in cui stava mezza stravaccata, il suo trono di cuscini e coperte, fissandolo con gli occhi, limpidi e ambrati completamente spalancati.

Il ragazzo si era bloccato, immobilizzato dal movimento improvviso della bimbetta.
«Ettuchissei?».
«Ehm... Remus, ciao... come va?».
«Ehmmremus? Nome stranno, Siri!».
«No, Remus... e basta».
La piccola Nymphadora lo aveva fissato confusa, copiando i suoi colori. I capelli si erano allungati, gli occhi si erano ingranditi e scuriti, la pelle era impallidita di due toni, l'espressione sempre più fissa.

«Noremmus?».
«Remus, Re-mus».
«Remmuss...?».
«R-e-m-u-s».
«Remuus!».
«Circa, brava» l'aveva premiata con un sorrisone caldo, facendole battere le manine emozionata.

Andromeda era rimasta deliziata dal comportamento della figlia, che aveva agito al meglio.
Sirius ne era rimasto meno contento, ancora meno vedendo la cuginetta saltare, dopo poco, addosso al suo migliore amico.

«Non sapevo ti piacessero i bambini, eh Remmie Rem?» aveva detto, al fianco di James che aveva riso con tono nervoso, cercando - inutilmente - di darsi un contegno.
Sfortunatamente per i due, i sensi da lupo mannaro di Remus - che a volte si rivelavano quasi utili - erano costantemente attivi. Il ragazzo che si svegliava persino per la caduta di una piuma, naturalmente sentì il suo commento.

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Where stories live. Discover now