𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 17 || "𝖢𝖺𝗋𝗍𝖺 𝗂𝗇 𝖺𝖼𝗊𝗎𝖺"

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Capitolo 17 || "Carta in acqua"

Harry Potter, sdraiato sulla schiena, era nel suo letto a baldacchino. Le sue mani, ancora scoperte del mantello nero dell'uniforme. "Ancora per poco, fra poco tempo indosserò tutto quanto ed andrò a lezione".
Era l'unico sveglio, che sbirciava deliziato i colori della mattina di Settembre. Chiamarli colori era un po' troppo, però, in quanto erano perlopiù grigio, nero, grigio, azzurro, blu, grigio scuro, nero e bianco. Aveva spalancato le tende dorate da dieci minuti abbondanti, ma la luce fioca emanata dal cielo non rischiarava assolutamente nulla.

Lo spettacolo era banale, chiunque si svegliasse alle sei del mattino lo poteva vedere. Ma ad Hogwarts era un'altra cosa, tutto era un'altra cosa.
Non era il cielo settembrino di Greenrose¹, né tantomeno quello di Diana's œil² o Dawndeep³, la residenza di campagna migliore di tutte le altre. Non la più grande, non la meglio arredata, non la più bella, ma la più familiare come un'abituale tazza di tè alla menta la mattina. Era la più immersa nel verde, la più fresca e selvaggia, perfetta per la calma estiva che Harry tanto amava⁴.
Ma Hogwarts era semplicemente Hogwarts, insuperabile ed unica.

Mentre era intento a pensare alle parole di Silente della scorsa sera, vide bozzo sul letto di Neville muoversi leggermente, segno che lui si stava destando.
"Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre... ma dai" rise nella sua testa, riascoltando le parole finali, di un discorso, più ridicole del mondo.
«...Ed infine, devo avvertirvi che da quest' anno è vietato l' accesso al corridoio del terzo piano a destra, a meno che non voglia fare una fine molto dolorosa».
Queste, al contrario, gli fecero morire il sorriso sulle labbra rosse.
Parole, ma le parole erano vento, come molti sostenevano. Ma Albus Silente poteva davvero pronunciare parole del genere per scherzo?

Sirius avrebbe infranto quella dannata, misteriosa regola come se fosse stata mera carta in acqua. Si fermò per un attimo a riflettere. Harry Potter, nella sua breve vita, non aveva mai visto della carta distruggersi nell'acqua, mai. Per lui, solamente vedere per sbaglio una piega su una pagina d'un libro, era una bestemmia, ma un pezzo a parte, che non era posto da nessuna parte in particolare, poteva essere un'altra storia.

«Harry? Cosa fai già vestito?» lo risvegliò la voce assonnata di Neville Paciock, emerso dalla trapunta scarlatta.
Il suo faccione roseo guardava il suo compagno, ora in piedi con i costosi occhiali fra le mani ed i miopi occhi verdi scintillanti, con confusione.
«Oh buongiorno, nulla di cui preoccuparsi, Nev. Sono un tipo mattiniero, piuttosto, posso chiederti un favore?».
Il ragazzino, che non poteva ancora credere che Harry Potter, il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto, potesse esser stato così gentile con lui senza secondi fini, annuì, mesto. Cambiò la sua nuova idea nel giro di pochi secondi, però, sentendosi incredibilmente in colpa.
«Potresti per piacere darmi un foglio? Uno qualsiasi, anche un po'rovinato, se non ti crea disturbo, ovvio...».

Attimi dopo, un bel foglietto di carta bianca gli stava fra le mani pallide, concessogli dal suo amico, rossissimo in viso.
«Cosa devi farci, p-per curiosità?».
«Oh, vedere che effetto fa se lo metto in acqua».
Alla fine, dopo uno sguardo più che confuso ed allo stesso tempo curioso, Neville si unì a lui a guardare l'acqua, del rubinetto, distruggere l'esperimento in tre minuti.

Ronald Weasley, con molta tristezza di Harry, si rivelò essere una persona molto ritardataria. Non si sveglió da solo, probabilmente abituato ad essere buttato giù dal letto, ma venne scosso gentilmente dal corvino, infondatamente preoccupato che potessero arrivare in ritardo per la colazione e la prima lezione.
Era meno lento a vestirsi, dopotutto, più veloce di Seamus e Dean, che faticò paracchio per legare a dovere la cravatta.
I cinque Grifoni scesero le scale, conversando con estrema tranquillità, in largo anticipo.

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Where stories live. Discover now