𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫

𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 87 || "𝖡𝗋𝗂𝗏𝗂𝖽𝗈"

Capitolo 87 || "Brivido"

Chiedo infinitamente scusa a tutti i lettori per la pausa di mesi e mesi dalla storia, ma avevo un serio bisogno di prendere tempo per pensare e raccogliere le idee. Questo capitolo sarà l'ultimo per il secondo anno, dato che mi voglio concentrare sul primo e dare una corretta costruzione delle basi.

Ancora scusatemi per il tempo passato, benvenuti a tutti e spero possa piacervi. La parte di Harry, quella finale, tratta di tematiche accennate che sono pesantine, quindi consiglio di andarci piano.

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Daphne Greengrass a volte odiava davvero le conseguenze che arrivavano puntuali come un treno a causa della sua amicizia con Tracey e Shirley, mentre al contempo le adorava con tutto il suo cuore. Forse era masochista.
Le tre ragazze erano l'una l'ombra dell'altra, sempre assieme e sempre in gruppo e sempre nei pasticci. Ma certe volte le facevano saltare i nervi, tuttavia sempre con affetto celato.

C'era da dire che Daphne Greengrass veniva irritata facilmente.
Più dalla Davies che della Avery, soprattutto perché la prima non stava mai ferma e voleva sempre trovare una risposta compatta a tutto.
Shirley adorava stuzzicarla per il fatto che quel suo comportamento caratteristico fosse molto da Grifondoro, al quale Tracey rispondeva tranquillamente con un inaspettato e inusuale: «Oh, infatti il Cappello Parlante era indeciso!».
Ci ridevano sempre su, anche perché Tracey era una ragazza cauta, ma solo quando voleva esserlo e non era da lei preoccuparsi per una cosa tanto inusuale.
Daphne pensava che, se la sua amica fosse stata smistata a Grifondoro, la sua famiglia si sarebbe presa un infarto collettivo.
"E per quale blanda ragione" mugolò fra sé e sé, spostando un boccoletto castano via dal viso.

E a proposito di Grifondoro...
Insomma, una ragazza mancante in quella Casa - ma che mancante! C'è n'era solo una in meno! - non era la fine del mondo, francamente. Magari lei si era trasferita, magari aveva lasciato la scuola, magari Astoria si era solo sbagliata e non v'era stata nessuna quinta compagna di stanza di Hermione Granger, Calì Patil, Lavanda Brown e Lyanne Moon. Gli errori capitavano e non si sarebbe certamente saputo se una studentessa fosse scomparsa, no?
Peccato che sua sorella fosse acuta e astuta come una volpe, anche se rompiscatole come solo una sorella minore sapeva essere. Non era da lei fare un tale scivolone.

Per Tracey non era il caso di percorrere una strada semplice; aveva intenzione di chiedere direttamente alle fonti, ovvero le quattro Grifondoro. Sarebbe andato tutto bene, se solo i loro genitori non si fossero consultati dopo cena.
Avevano chiamato la madre di Shirley, la meravigliosa Hazel Floyd¹ dagli identici occhi scuri e calmi della figlia, e i genitori di Tracey; fortunatamente suo fratello Roger non era con loro.

Edith Beemean era la solita di sempre: silenziosa e comprensiva, ma si tramutava in un'arpia non appena sua figlia faceva qualcosa di male. Era stata una Corvonero e quindi suo figlio maggiore aveva sempre il suo sostegno, anche quando sbagliava qualcosa. Larkin Davies era un altro discorso. Amava sua figlia più della sua stessa vita e si vociferava volesse il divorzio, ma Daphne sapeva che erano tutte menzogne. Non aveva mai visto una coppia tanto diversa e al contempo tanto innamorata come i Davies².

Ma se c'era una cosa che mandava tutti gli adulti fuori dai gangheri erano i bambini che protestavano. Tracey, per la sfortuna di grandi e piccini, era una mina vagante che non sapeva tenere la bocca chiusa al momento giusto.
"Almeno quando c'è da parlare, lei parla".
«Quindi? Il significato di queste storie assurde? Chi ti ha messo in testa di intrufolarti in una valigia?» aveva domandato Edith con tono sconvolto.
Tracey non aveva nemmeno guardato suo padre, che aveva convenientemente evitato il suo sguardo per tutto il litigio.
«Nessuno! Cosa stai insinuando? Non sono abbastanza intelligente per pensare con la mia testa? Nessuno mi ha messo in mente nulla» aveva risposto lei, sdegnosa, mangiandosi qualche lettera.