𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 42 || "... 𝗆𝖺 𝗁𝗈 𝖺𝗆𝖺𝗍𝗈"

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Capitolo 42 || "... ma ho amato"

Joseph Kene scese elegantemente gli scalini della scaletta dell' Hogwarts Express, arrivato a scuola appositamente per lui.
I suoi lampeggianti occhi di un blu intenso scrutarono con aria neutrale le due professoresse che aveva di fronte, mentre il suo cuore palpitava all'impazzata.

«Signor Kene, le auguro un lieto buongiorno» lo accolse la Sprite, il tono caldo come lo ricordava. Mancava il suo sorriso, però, quello che offriva ad ogni genitori di un alunno o alunna particolarmente degno di nota.

Aveva due leggere occhiaie sotto gli occhi castani e stanchi, la pelle pallida ed il respiro affaticato.

«Professoressa, altrettanto» disse con garbo, facendo il baciamano alla donna da vero gentiluomo, risollevandole visibilmente l'umore.
«Et vous, madame¹? Un radioso mattino anche a lei» offrì alla sola ed unica professoressa McGranitt, che non si mosse di un millimetro se non per fargli un cenno col capo.

Era impeccabile come sempre, lo chignon alto in testa a dettare ordini come un comandante di un esercito, gli occhiali squadrati con il solito cipiglio severo nascosto-nemmeno-tanto-nascosto.

«Sono certo che mio nipote vi avrà sicuramente detto una cosa o due in francese, è corretto?» non attese risposta, essendo essa una domanda per rompere il ghiaccio «Pronuncia molto meglio di me e io ho studiato quella lingua fin da quando ho memoria, mia madre si starà rotolando nella sua tomba, povera, santa donna».
Minerva rimase in silenzio, ma Pomona accennò un sorriso divertito.

«Suo nipote, è qui per lui» parlò freddamente la professoressa di Trasfigurazione, guardando in alto verso di lui «perché non è venuto quando ho mandato la lettera? Sono certa che un biglietto macchiato di alcool sarebbe andato più che bene almeno per avvertire della posticipazione».
Quelle parole lasciarono Sirius a bocca aperta, la sua professoressa preferita lo stava accusando d'esser un ubriacone o un'alcolizzato? Lui, che non aveva toccato nulla di più forte del caffè nero per sette undici anni? Era piuttosto offensivo.

Joseph alzò con garbo i suoi spettacolari occhi blu, iridescenti e profondi alla luce del mattino, puntandoli sul volto dell'Animagus gatto.
«Mi perdoni, professoressa, ma io ho ricevuto una missiva con le nuove di Harry soltanto ieri, la sera tardi, perlopiù» parlò con un tono cordiale e gelido «ed era firmato da lei, con la data allegata, perciò dovrei essere io a porle il quesito che ha prior implicato²».

Minerva McGranitt boccheggiò con completa confusione, sbattendo le ciglia nere perplessa.
«Pardon? Che cosa sta insinuando?».
«Assolutamente nulla, Madame, la sto informando del mio alibi》.
La professoressa Sprite si dovette trattenere dal ridere. A memoria sua, nemmeno i gemelli Weasley o quel tornado multicolore di Nymphadora Tonks erano riusciti a farla cadere dal piedistallo con tanta velocità in tanto tempo. L'unico che l'aveva cappottata, senza nemmeno cacciarsi nei guai - le ultime parole famose, visti i recenti avvenimenti - o essere irrispettoso era stato Harry Potter. O l'aveva nel sangue o aveva preso la sua parlantina da suo zio.
O entrambi.

«Ma non siamo qui al sole per chiacchierare, no?» domandò giovialmente il giovane uomo, dimenticando le precedenti parole sorpassandole come se non fossero mai state pronunciate «Se dovete dirmi qualcosa su mio nipote, qualsiasi cosa, siete libere di procedere».
Minerva si ricompose in un istante, voltandosi di scatto frustando le vesti ai suoi polpacci come fossero tentacoli.

«Suo nipote è uno studente modello e mi sento terribilmente umiliata da varie sue azioni» disse senza fissare nessuno negli occhi.
Pomona rise leggermente, divertita come non lo era da giorni.
«Pardon?» domandò Joseph, interessato ma con garbo.

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Where stories live. Discover now