Chapter twelve

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Ansia ansia ansia.
Paura paura paura.
Panico panico panico.
Le tre principali emozioni che provo quando devo parlare con qualcuno che non conosco, o con un ragazzo carino.
Prima arriva l'ansia di dire o fare la cosa sbagliata.
Poi la paura di sbagliare tutto, di rovinare ogni momento.
E poi il panico, perché non mi sento all'altezza o non mi sento pronta. Non mi sento a mio agio, non mi sento sicura.
Mi servirebbe sicurezza, ma la sicurezza è difficile da trovare, se non impossibile, almeno per me.
Mi ripeto mentalmente che andrà tutto bene, non si rovinerà niente, ma la mia ansia sociale ha il sopravvento, e vado nel panico.
"Denise, andiamo?" Domanda Calum, risvegliandomi dai miei pensieri, ed io annuisco.
"Allora, come va?" Domanda Calum, probabilmente volendo rompere il ghiaccio.
"Bene, a te?" Dico, guardando le scarpe, incapace di guardare lui o qualcos'altro, sentendo già le guance farsi sempre più rosse.
"Bene grazie" Alzo lo sguardo e sorrido un po', e stessa cosa fa lui, e riprendiamo a camminare nel nostro silenzio.
"Allora...dopo cosa farai?" Domanda ancora, ed io sono sicura che sto andando decisamente male visto che non faccio altro che torturarmi il labbro e guardare le scarpe, rimanendo in silenzio.
"Credo che guarderò qualche serie tv" Dico, alzando lo sguardo verso di lui che sorride un po'.
"Uh quale stai guardando ora?" Domanda, e credo che se troviamo un argomento su cui parlare è fatta, sono così.
Trovate un argomento che mi piace, dove posso parlare, e non sono più così tanto silenziosa, ma parlo un po' di più.
Tutto sta nel trovare gli argomenti in comune che possano piacere ad entrambi, è questo il trucco.
"Al momento sto guardando How I met your mother" Dico, e sul volto di Calum compare un sorriso.
"Davvero? Anche io la sto guardando! Io ed Ashton la guardiamo spesso, è forse la nostra serie preferita" Dice Calum.
Argomento per entrambi trovato.
Ora la difficoltà sta solo nel riuscire a parlare senza balbettare, senza l'ansia e senza il panico.
"Io amo quella serie!" Esclamo, e ignoro il fatto che le mie guance siano davvero rosse.
"Anche io! Il tuo personaggio preferito?" Domanda Calum, mentre camminiamo verso casa.
"Marshall e Lily...Non posso scegliere tra loro, sono inseparabili" Dico, e Calum ridacchia.
"Esattamente come Ash, anche lui dice così. Il mio invece è Barney" Sorrido, e penso al fatto che di Ashton in realtà so ben poco, ma hey, almeno sto avendo una conversazione con Calum.
"E chi non ama Barney?"
"Nessuno" Ridiamo entrambi, e continuiamo a parlare di serie.
Sono davvero felice che abbiamo trovato quest'argomento in comune, davvero tanto.
"E siamo arrivati..." Dice Calum, una volta giunti davanti casa mia.
"Si. Ti ringrazio per questo passaggio, anche se a piedi" Farfuglio, e il sorriso di Calum non fa che aumentare il mio nervosismo.
Calum ha davvero un gran bel sorriso.
"Figurati, è stato un piacere. Magari un giorno di questi potremmo guardare How I met your mother insieme" Dice sorridendo, ed io non so se crederci davvero, o se tutto questo è un sogno.
"Si, perché no...allora ci vediamo" Dico sorridendo, sapendo perfettamente di essere molto rossa in viso.
"Ci vediamo" Calum mi saluta sorridendo, con un cenno della mano.
Aspetta che entri in casa, e va via.
E se ho sorriso o no, appena entrata in casa, e se io abbia fatto un balletto dalla gioia, beh, rimarrà un mistero.

***

Un continuo picchiettio proveniente dalla mia finestra mi fa posare il libro di storia sul comodino, e vado verso la finestra.
Ovviamente è Ashton che lancia sassolini verso la mia finestra.
Ma quel ragazzo da dove li prende tutti questi sassolini?! Ha una scorta in camera?
"Hey studiosa" Mi saluta Ashton, una volta dopo aver aperto la finestra.
"Ciao Ash" Lo saluto, e mi affaccio di più alla finestra, e stessa cosa fa lui.
"Che stavi studiando?" Domanda, ed io lancio uno sguardo al mio libro di storia posato sul comodino.
"Storia...lunedì ho la verifica" Dico.
"Uhm capisco, odio quella materia. È noiosa" Dice Ashton, e come dargli torto.
"Hai ragione, ma purtroppo sono costretta a studiarla"
"Già...come sta andando lo studio? Ti vedo stanca" Dice, ed io in risposta sbadiglio.
"Scusa, la storia mi mette sonno" Ashton ridacchia, ed io cerco di rimanere il più sveglia possibile.
"Allora...con Calum è andata bene?" Domanda, ed io annuisco.
"Abbiamo trovato un argomento di cui parlarne, e mi sono sbloccata un po'" Dico, ed Ashton sorride mostrando le sue bellissime fossette.
Ho un debole per le fossette.
"Benissimo, facciamo progressi!" Esclama sorridendo.
"Si...devo ringraziare anche te" Inizio a dire, ma lui mi ferma.
"I ringraziamenti alla fine, solo quando sarò riuscito a portare al termine il mio obbiettivo"
"E cioè?"
"Farti avere più autostima. Farti apprezzare di più il tuo corpo, il tuo carattere, e te stessa. Far in modo che tu non abbia più un giudizio negativo, ma uno positivo" Sorrido alle parole di Ashton, soprattutto perché sembra che creda realmente in ciò che sta facendo, è sicuro di se.
"Ash adoro ciò che stai facendo, davvero, ma sono una testa dura, ed è difficile convincermi...vedi, un altro difetto" Mormoro, ma Ashton scuote piano la testa.
"La tua testardaggine può essere anche positiva" Dice, ed io mi chiedo come possa essere possibile.
"E come?"
"Denise immagina di avere un obbiettivo. Immagina di mirare a quel tuo scopo, a volerci riuscire, nonostante le difficoltà e nonostante tutti. Nonostante le persone che ti dicono che non ce la farai, o nonostante te stessa, perché in fondo sai che è difficile. Ma qui entra in gioco la tua testardaggine. Grazie a questa non ti arrenderai mai, perché anche se sei testa dura, vuoi portare al termine il tuo scopo, e fidati, riuscire a fare ciò che ci siamo imposti è bello, tanto bello. Ma senza la testardaggine  non arrendersi e non mollare mai, beh, non potrebbe mai accadere" Ascolto le parole di Ashton in silenzio, e rifletto.
Ha ragione, ha tanta ragione.
E proprio Ashton è riuscito a non farmi odiare più un altro lato di me, la testardaggine.
Grazie a questo suo esempio ci è riuscito.
E funziona, perché è vero.
La testardaggine è anche positiva.
Ed io grazie ad Ashton, quel pomeriggio, l'uno di fronte all'altra affacciati alla finestra, grazie a questo suo esempio, sono riuscita ad apprezzare questo lato di me che reputavo odioso.

Lessons|| Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora