Chapter thirteen

72 10 5
                                    

"Dio mamma, è la quarta torta che bruci oggi!" Esclamo, sentendo la puzza di bruciato dalla cucina. Scendo al piano di sotto e corro verso il forno, che dopo essere stato aperto, fa fuoriuscire una gran nube di fumo, riempiendo tutta la casa di fumo.
Tossisco, cercando di mandare via almeno un po' di fumo, e prendo la torta dal forno, tutta bruciata.
"La torta!" Esclama mia madre, arrivando correndo in cucina, guardando poi me e la torta bruciacchiata.
"Troppo tardi mamma. È la quarta oggi, quando capirai che i dolci non sono il tuo forte?!" Domando, cercando di capire se la torta è almeno un po' salvabile, ma no, è da buttare.
"Io ci provo sempre..." Mormora, ed io sospiro.
"Mamma, rassegnati. I dolci non fanno per te" Mia madre annuisce, ed io vado verso la mia stanza, quando sento il campanello suonare. Apro la porta, e trovo davanti Michael Clifford.
Cosa ci fa qui Michael?!
"Hey Michael...che ci fai qui?" Domando, sentendo già il solito rossore sulle mie guance, solo perché sto parlando con qualcuno.
"Mi è stato detto che si sentiva puzza di fumo...tutto bene?" Domanda, abbastanza preoccupato, ma io annuisco ridendo un po'.
"Si tranquillo, è mia madre che ha bruciato quattro torte" Michael sorride e poi inizia a ridere, e stessa cosa faccio io.
"Oh ecco, allora nessun incendio? State tutti bene?"
"Si si, finché non mangeremo una torta preparata da mia madre staremo bene" Michael ride, ed io sorrido, sentendo ancora il mio solito rossore sulle guance.
Stranamente non mi sento molto a disagio, è solo la solita timidezza che mi fa arrossire, ma almeno non sto balbettando e non ho troppa ansia.
"Ti offrirei qualcosa, ma le torte non sono andare a buon fine..." Mormoro, facendo entrare Michael in casa, che ridacchia.
"Tranquilla, sono passato solo per vedere se andava tutto bene" Dice, ed io vado verso la cucina, ancora annebbiata da tutto quel fumo.
"Sicuro con non vuoi nulla? Credo di avere qualcosa da mangiare, tranquillo non l'ha preparato mia madre" Michael ride, ed io sorrido.
"Tranquilla Denise, davvero. Se vuoi però possiamo fare un giro...sempre se hai già finito i compiti"  E ora ecco che arriva il dilemma: uscire con Michael, socializzare e cercare di sconfiggere la mia timidezza, oppure risente a casa e guardare serie tv, rimanendo asociale?
Sarei tentata di scegliere la seconda, ma visto che voglio davvero risolvere la mia timidezza, e Michael sembra tanto simpatico, opto per la prima. Ashton sarebbe fiero di me, sto rinunciando ad una giornata fatta di serie tv e letto per socializzare e seguire i suoi consigli.
"Va bene, tanto ho già finito tutto" Rispondo alla fine, e Michael sorride.
"Va bene, allora andiamo dai" Annuisco e, dopo aver avvisato mia madre, prendo la giacca ed esco fuori con Michael.
"Abitiamo insieme praticamente da una vita ma non abbiamo mai parlato" Dice Michael, ed io annuisco, mentre continuiamo a camminare verso il parco.
Devo trovare un argomento in comune, per poter parlare senza avere troppa paura o timore.
"Si...io ti ho sempre notato, ma non so perché non abbiamo mai parlato" Dico, e Michael fa spallucce.
"Allora...prossima tinta?" Domando, pensando che le tinte possano essere un giusto argomento.
Mi piacciono i capelli colorati, ed evidentemente anche a Michael, perciò è perfetto come argomento.
"Non so sinceramente, stavo pensando a due colori" Risponde, probabilmente pensando a tutti i colori che ha fatto durante la sua vita.
"Mhh tanto stai sempre bene" Dico, e Michael mi guarda e sorride.
"Beh grazie. Sinceramente ho perso il conto di tutte le tinte che ho fatto..." Ridacchio e Michael fa lo stesso, mentre ci sediamo ad una panchina del parco.
"Ne hai fatte tante. Ti vedo cambiare tinta quasi ogni settimana!" Esclamo ridendo, e Michael fa lo stesso.
"Ma no dai! Non ne avrò fatte così tante..."
"Si certo. Michael fidati, ne hai fatte tante. Fai tinte con tanta frequenza, ed io sono veramente meravigliata per la resistenza dei tuoi capelli!" Michael ride, e si tocca i capelli.
"Sono capelli perfetti, nessuno ha dei capelli come i miei dai" Dice fiero, ed io annuisco ridendo.
"Mi piacciono tanto le tinte sai?" Dico, e Michael sorride.
"Anche a me...però non li hai mai colorati" Dice, ed io sospiro.
"No, non ho mai avuto il coraggio di farlo. Non credo che li tingerei mai tutti, solo che mi piacciono tanto" Dico e Michael mi ascolta in silenzio, guardandomi con i suoi penetranti occhi verdi.
"Mh se c'è una cosa che ho imparato con i miei capelli e con le tinte, è che bisogna rischiare. Io ad esempio tingo i miei capelli per far fuoriuscire il vero me, per essere me stesso al massimo. Prima non ero il vero Michael senza capelli colorati, mentre ora lo sono. Quindi l'unico consiglio che posso darti è sii te stessa, fa un piercing, un tatuaggio, una tinta pazza, fallo se ciò significa essere te stessa" Ascolto Michael e poi annuisco sorridendo.
"Grazie Michael" Dico, e lui sorride.
Passiamo altro tempo a parlare tra di noi, è stranamente mi trovo veramente a mio agio con lui.
Forse perché si, con lui riesco ad essere me stessa, soprattutto dopo le sue parole. Mi piace essere del tutto me per una volta, far fuoriuscire il mio carattere, quello che si nasconde dietro la timidezza e la mia corazza fatta di acidità.
E alla fine dopo del tempo indefinito, torniamo a casa.

E ovviamente, mentre leggo il mio libro, sento dei sassolini lanciati verso la mia finestra...Ashton.
Quel ragazzo ha seriamente una scorta di sassolini, ne sono certa.
"Hey" Lo saluto sorridendo, dopo aver aperto la finestra, sporgendomi verso di essa. Ashton imita i miei gesti, e poi mi saluta sorridendo.
"Allora, com'è andata con Michael?" Domanda, ed io lo guardo stranita.
"Ma tu come fai a saperlo? Sei uno stalker?" Ashton scoppia a ridere, ed io lo guardo sempre più stranita.
Non ero io la stalker con Clarissa?
"No no, ma pensavo che ci saresti arrivata. Secondo te la puzza di bruciato arriva da casa tua a casa di Michael? Okay, siamo vicini di casa, ma non così tanto"
"Ash si, per le torte che fa mia madre è possibile" Ashton ride, ed io rido con lui, visto che ha questa sua risata molto contagiosa.
Perché si, ha appena fatto una risata diversa da quella di prima...le sue risate sono una più contagiosa dell'altra.
"Quindi hai detto tu a Michael della storia delle torte?" Domando poi, ed Ashton annuisce.
"Una specie. Vedi, ho sentito puzza di bruciato ed ho immaginato che qualcuno avesse bruciato qualcosa. Avevi la finestra aperta e ho sentito che tua madre aveva bruciato una torta, perciò ho chiesto a Michael di venire qui e controllare se tutto fosse al posto. Era un pretesto per farti socializzare di più con lui" Spiega Ashton, ed io sono abbastanza stupita.
"Si lo so che sei stupita, ma almeno ha funzionato il mio piano? Ti sei sbloccata?" Annuisco, ed Ashton sorride.
"Benissimo, stai andando davvero bene!" Esclama, ed io sorrido.
"Basta trovare l'argomento in comune per farmi sbloccare...e poi con Michael sono riuscita ad essere me stessa..."
"...come non lo sei con quasi nessuno" Conclude Ashton, ed io annuisco.
"Allora grazie ancora, sto affrontando la timidezza" Ashton sorride.
"Si, lo stai facendo. Il punto è che la timidezza non andrà mai via, lo sai meglio di me. Tranne se non riesci tu, ma è difficile. Il punto sta nel dover affrontare la timidezza, vincerla, perché tu sei più forte di lei. Non lasciarti sfuggire amicizie, occasioni, o che so io, per colpa della timidezza. Io sto cercando di aiutarti ad affrontarla, ed ora che ci stai riuscendo lo noto, noto i tuoi progressi, e ne sono veramente felice" Sorrido, ed ora la mia voglia di scavalcare questo tronco che ci divide, e raggiungerlo per abbracciarlo, è tanta.
Ma non lo faccio, e mi limito a sorridere.
E rimaniamo entrambi affacciati alle nostre finestre a parlarne tra di noi per del tempo indefinito, di tutto, non solo delle mie lezioni.
Proprio come due amici.

Lessons|| Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora