Chapter sixteen

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(Solo io sono tipo stra morta per quella foto? Ashton Irwin, tu mi fai davvero male)

"Cara Den, la timidezza la stai sconfiggendo davvero bene. Sono fiero di te. Mi rende felice sapere che stai facendo tutti questi progressi, e poi abbiamo scoperto anche altri suoi pregi no? Quindi direi che qualcosa di buono la stiamo facendo. Oggi però, vorrei darti un'altra lezione. Sarà per il tuo carattere e credo che ti servirà parecchio, soprattutto per acquistare sicurezza e menefreghismo. Perché si Den, me ne sono accorto. Per quando cerchi di essere menefreghista in realtà non lo sei. Perciò oggi faremo qualcosa di un po'... "estremo". Sicuramente non ti andrà bene, ma appena ci vediamo pranzo dammi almeno l'opportunità di spiegarti.
Ho scritto quasi un poema wow. Comunque ci vediamo oggi a pranzo, ai soliti armadietti. Porta Clarissa.
-Ash xx"

Leggo le parole di Ash e sorrido tra me e me.
Quel ragazzo riesce a farmi sorridere con i suoi bigliettini o con i suoi consigli.
Se mi fermo un attimo a pensare a tutto ciò che sta facendo per me, beh, non saprei come ringraziarlo.
Non so chi debba ringraziare visto che mi ha notata e sta facendo tutto questo per me.
Forse posso solo ringraziare lui, lo ringrazierei all'infinito. Sta facendo tanto per me, davvero tanto. Mi sta facendo apprezzare piccole parti del mio carattere pian piano, e chissà, magari alla fine riuscirò davvero ad avere un briciolo di autostima.
Se succederà sarà solo grazie a lui.
"Tu stai pensando ad un ragazzo" Sono le prime parole di Clarissa, ancora un po' raffreddata, appena mi vede. È appena arrivata in classe, e si è seduta accanto a me. Mi scruta, ed alla fine annuisco.
Non posso mentirle, quando penso ad un ragazzo si vede. Non so come, ma lei lo nota.
Forse assumo un'aria sognante o non so, non l'ho mai capito, e Clarissa non ha mai voluto dirmelo.
"Lo sapevo. A chi? Anzi no, non dirmelo, ci arrivo da sola" Dice, facendomi ridacchiare, ed aspetto che spari il nome del ragazzo a cui sto pensando.
"Stai pensando ad Ashton!" Esclama, non a voce troppo alta, ed io annuisco piano.
"Ah lo sapevo!" Esclama sorridendo, ed io sorrido.
"A che pensavi di lui? Ti piace?" Domanda poi, ma io scuoto la testa.
Ashton non mi piace, è solo gratitudine quella che provo.
Non mi piace nessuno, non voglio farmi piacere nessuno.
"Clarissa no, non mi piace nessuno. Sono solo tanto grata a lui. E vorrebbe farmi fare qualcosa oggi a pranzo, non so cosa però... ci sarai vero?" Domando quasi implorandola con lo sguardo, e lei annuisce vigorosamente.
"Certo, tranquilla" La ringrazio, ed inizio a parlarle di quanto sono debitrice ad Ashton, solo perché me l'ha chiesto, altrimenti avrei preferito rimanere nel mio silenzio e tra i miei pensieri.
Sarò strana, ma non sono come tutte le ragazze. Nel senso, non non piace parlare in continuazione di ragazzi. Ad esempio oggi, ho parlato di Ashton con Clarissa e mi sento quasi in colpa perché ho parlato di lui per più di cinque minuti.
Sono strana, non so se Ashton l'abbia capito ancora.
Oppure sono semplicemente diversa da tutte le mie coetanee che stravedono per i ragazzi e parlano solo di loro.
Loro parlano di Ashton perché è un gran figo e, da diciasettenni in piena crisi ormonale, vorrebbero portarselo al letto, mentre io parlo di lui perché gli sono grata per ciò che fa e non per il suo aspetto fisico, anche se non ho nulla da dire su questo.
Probabilmente, qualche altra ragazza al posto mio ne varrebbe approfittato ed avrebbe fatto di tutto per fare ben altro con lui.
Io no, non lo vedo in quel modo. Per me è una persona speciale, e non solo il "figo della scuola".
Con tutti questi pensieri per la testa passa la lezione.
Oggi Ashton non ha voglia di andare via dai miei pensieri...

***
"Forza Denise, mica ti ucciderà dietro gli armadietti" Dice Clarissa, ed io alzo gli occhi al cielo, camminando verso il punto d'incontro con Ashton.
È ora di pranzo, e per tutte le ore di lezione oltre ai continui pensieri su Ash, una domanda mi turbava: ma cosa diavolo vuole farmi fare?
E da un lato vorrei saperlo, mentre dall'altro no..
Non so che aspettarmi.
"Ciao Den, ciao Clarissa" Ci saluta Ashton sorridendo con le fossette, e dopo i miei scleri mentali sulle fossette, ricambio il saluto.
"Pronta Den?" Domanda guardandomi, tralasciando che adoro quando mi chiama Den, ma non lo ammetterò mai.
"Dipende. Che cosa vorresti farmi fare?" Domando, ed Ashton mi guarda.
Quello sguardo non promette bene.
"Mi prometti che mi ascolterai e non ti arrabbiarai?" Domanda ed io, per quanto sono tentata di salutarlo ed andare via, alla fine sospiro ed annuisco, facendolo sorridere.
"Bene. Oggi pranzeremo al tavolo con Luke. Ferma non parlare, fammi spiegare" Non faccio in tempo ad aprire bocca, visto che una mano finisce su di essa, la mano di Ashton. Ha davvero una mano grande.
Ma perché penso alle sue mani quando mi ha appena detto che vuole che pranzi al tavolo con Luke?
E quindi anche Calum.
E quindi anche le cheerleader.
Vi prego uccidetemi.
"So che tu e Luke non vi sopportare, ma se ti siederai a quel tavolo sarà solo per aiutare te stessa. Sicuramente Luke ti lancerà qualche frecciatina, tu invece di prendertela dovrai fregartene e rispondere a modo. Ti aiuterò io, sarai accanto a me e Clarissa, ti suggerirò qualcosa io. Se Luke esagera vorrà dire che ce ne andremo" Dice Ashton, ed io sono preoccupata.
L'istinto mi dice che è una cattiva idea, di non farlo, perché le sue frecciatine fanno male. Sono una che se la prende troppo facilmente, quando Ashton dice ciò ha ragione.
Solo che l'altra parte di me vorrebbe andare ed imparare a rispondere, a far capire ad Hemmings che non è dio sceso in terra, ma ci sono altre persone meglio di lui.
E che posso benissimo parlare con Ashton, senza essere una sfigata.
"Ash io non so se posso farcela. Tutto ma non Luke e le cheerleader. Non sono mai andata d'accordo con loro, sanno solo parlare e mi da fastidio" Mormoro abbasando lo sguardo, a Ashton mi alza il viso con un dito, e posso benissimo notare le occhiatine di Clarissa.
"Den, lo faremo proprio per questo. Proprio perché dovrai imparare a fregartene. Nella nostra vita tutti riceviamo insulti, ma vedi, non sono importanti. Un insulto da uno sconosciuto, come Luke e le cheerleader nel tuo caso, non devono assolutamente importarti. Devi lasciar scorrere tutto, far finta che non stia parlando nessuno, che quelle parole siano solo una valanga di scemenze. E sai perché?" Domanda, guardandomi negli occhi, non interrompendo nemmeno un secondo il nostro contatto visivo.
"Perché?" Domando, quasi in un sussurro, guardandolo nei suoi occhi color nocciola, con parecchie sfumature verdi oggi.
"Perché loro non ti conoscono. Non sanno come sei fatta, non sanno chi sei, non sanno niente. Luke è mio amico ed un suo difetto è quello di fermarsi all'apparenza, lo so, glielo dico sempre. Proprio perché non ti conoscono a fondo devi fregartene ok? Non devi dare importanza alle parole delle altre persone che non conosci, mai. Capito?" Annuisco piano, ed Ashton sorride lievemente.
"Bene. Allora, sei pronta?" Domanda poi, e guardo sia Clarissa che Ashton.
Probabilmente me ne pentirò dopo, ma le parole di Ashton sono vere e devo imparare.
"Va bene, andiamo"

Spazio meh

Ciao persone!
Lo so, ho aggiornato dopo pochi giorni, ma mi piace tanto scrivere questa storia, perciò aggiorno abbastanza velocemente.
Ashton in questa storia mi piace un sacco, forse perché mi piacerebbe che qualcuno sia così con me.
Forse avremmo tutte bisogno di qualcuno come Ashton che ci aiuti con la nostra autostima. Perché si, tutti siamo belli a modo nostro. Abbiamo tutti qualcosa di speciale, bisogna solo trovare il nostro punto di "forza", quel punto che ci faccia apprezzare noi stessi. Io non ho ancora trovato quella piccola parte di me che mi piace, ma potrei lavorarci.
E niente, ci tenevo a dirvi queste cose, spero che abbiano un senso.
Fatemi sapere se la storia vi piace.
Vi ringrazio per le visualizzazioni, vi voglio bene💘
Ora vado, ci vediamo al prossimo capitolo.
Ciauu!✨

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