Capitolo 5

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Quando lo vidi entrare nella mia stessa aula di canto, sentii il mondo attorno a me sprofondare.

Fece scorrere gli occhi sulla classe e, quando mi vide al fianco del professore, ghignò.
«Anche tu qui, Tommy? » Chiese lui.

Il professor Alby Ameen fece scorrere lo sguardo da me al biondo, illuminandosi poi con un sorriso.
«Vi conoscete? Tanto meglio! Newt era l'unico che non aveva ancora un compagno e sarai tu Thomas! Ora andate a sedervi laggiù, devo introdurre un nuovo argomento. » Indicò due banchi, uno affianco all'altro, vicino alla finestra nell'ultima fila.

Il professore subito dopo mi chiese se volessi continuare con la mia presentazione, ma negai con un sorriso.
Un sorriso forzato.

Proprio con lui dovevo capitare? Non con, che ne so, una ragazzina bionda con gli occhiali?

No!

Con lo stronzo più stronzo di tutti.

Sbuffando, mi diressi al banco con al seguito il biondo, il quale ghigno non dava segno di sparire.

Quando ci sedemmo, il professore iniziò a spiegare e, per quanto cercassi di seguire, il biondo continuava a punzecchiarmi con la sua matita così da discincentrarmi.

«Tommy. Tommy. Tommy. Tommy ci sei? Tommy. Tommy... » Continuò così per altri diversi minuti, finché stringendo i pugni, non gli lancia un'occhiata omicida.

«Cosa vuoi?! » Lo dissi a denti stretti. Lo avrei ucciso di lì a poco, se non fossimo stati in classe.
«Sai suonare qualche strumento? »
Sospirando, decisi di rispondergli. Magari sarei riuscito a seguire dopo la mia risposta.

«Pianoforte e chitarra. » Dissi mentre trascrivevo sul mio quaderno le stesse note che il professore disegnava alla lavagna.

Lui annuì.
Ero curioso di sapere se anche lui sapesse suonare qualcosa, ma non volevo mostrarmi interessato alla sua persona.

Notai come gli occhi del professore brillassero mentre spiegava. Potevo sentire il forte battito del suo cuore, doveva piacergli molto il canto.

Sorrisi. Probabilmente anch'io ho la stessa reazione quando parlo di musica.

Mancava ormai poco alla fine della lezione, così iniziò ad assegnarci i compiti:
«Per la prossima settimana, voglio che, a coppie dei vostri posti a sedere, mi facciate sentire un pezzo a vostra scelta. Potete cantare o suonare, basta che i vostri compagni sentano la vostra musica. Ora andate, la lezione è finita. » Terminò il tutto con un sorriso compiaciuto mentre mettevamo il nostro materiale nelle nostre borse.

Avrei dovuto lavorare con quel ragazzo...
Non mi andava proprio, non volevo di certo sprecare dei pomeriggi in sua compagnia.

Quando uscii dall'aula, Newt non fu al mio fianco, si era fermato a parlare con il professore.

Incuriosito, provai ad avvicinarmi ma, senza che il professore mi notasse, si chiuse la porta alle spalle.
Cosa stavano facendo quei due?

Arreso, uscii dal complesso, dirigendomi verso il bar dove Brenda mi stava aspettando.
Quel giorno fummo i primi a terminare i corsi così avevamo deciso di prenderci un caffè solo noi due.

Indossava una camicia a quadri con le maniche arrotolate fino ai polsi e dei jeans neri con delle scarpe da ginnastica bianche.

Stava guardando qualcosa sul suo telefono ma, quando mi notò, lo mise dentro la sua borsa.

Mi sorrise, sembrava molto stanca. La scuola era iniziata da pochissimo eppure la stavano già riempiendo di compiti.

«Ciao Thomas. »
«Brenda, tutto bene? » Le chiesi, mentre prendevo posto davanti a lei.

Annuì mentre una ragazza dai capelli ricci e rossi prendeva le nostre ordinazioni. Lei prese un caffè nero, io un semplice tè al limone.

Non ero mai stato un amante del caffè, non mi piaceva né il gusto né l'effetto di sveglia che mi dava ogni volta che lo bevevo.

La ragazza di fronte a me incrociò le gambe, facendomi poi un sorriso dolce.
«Raccontami qualcosa di te, misterioso Thomas. Non so praticamente nulla di te. »

«Lo stesso vale per me. » Ghignai, ero fiero di aver deviato la sua scomoda domanda così è fed egregiamente.
Non volevo di certo dirle la mia vera storia e inventarne una così, di sana pianta, era troppo complicato.

«Tucheat Thomas. » Ghignò la mora, bevendo un sorso della sua bevanda.

A quanto pare piaceva anche a lei rimanere riservata. Amavo già quella ragazza perché sapevo che, infondo, non eravamo così tanto differenti.

Parlammo del più e del meno, finché un messaggio di Gally attirò la nostra attenzione: lui e Minho stavano arrivando e proponevano di ordinare una pizza e mangiarla nella stanza mia e del ragazzo asiatico.

Accettammo.

Ci stavamo per alzare dagli sgabelli, pronti per lasciare il bar, quanso Sonja e una ragazza dai ricci mori si avvicinarono a noi.

Sembravo inesistente agli occhi della bionda che invece era fermamente concentrata sulla mora.

«Grazie a Dio la Salazar se ne sta andando! Non avevo assolutamente voglia di respirare la sua stessa aria. » Commentò, mordendosi leggermente il labbro mentre squadrava la mia amica che invece, sembrava impassibile.

«Perché, tu respiri? Pensavo che le streghe si nutrissero di bambini innocenti! Quanto è imprevedibile la vita, vero Thomas? » Disse lei sarcastica, prima di afferrarmi l'avambraccio e trascinarmi lontano da Sonja.

Per un attimo, i miei occhi notarono un velo di tristezza sul volto di quest'ultima che, con lo sguardo basso, si torturava il bordo della sua giacca nera.

Il sorriso sul volto di Brenda era scomparso, sostituito da uno sguardo determinato e freddo.

Stava camminando un po' troppo velocemente per i miei gusti, ecco perché piantando i piedi per terra, la bloccai.

«Ti vuoi fermare? Se continuiamo così andremo a finire contro un muro! » Commentai, riuscendo a scucirle un piccolo sorriso.

Mi lasciò andare, nascondendo le mani nelle tasche dei pantaloni, mentre cercava in tutti i modi di evitare il mio sguardo.

«Brenda? Guardami. » Sussurrai, avvicinandomi un po' di più alla ragazza.

Sollevò lentamente il capo e potei vedere un velo di lacrime pronte ad uscire dai suoi occhi.
«Perché mi odia? Cosa le ho fatto? » Un singhiozzo scappò dalle sue labbra tremolanti e, anche se non capivo, l'avvolsi tra le mie braccia.

Cos'era successo tra quelle due?
Un'ombra sembrava quasi coprire entrambe, come se avesse paura di uscire allo scoperto.

Continuò a piangere per diversi minuti e mentre gli studenti che passavano di lì, ci guardavano confusi, facevo di tutto per concentrarmi solo su Brenda.

Quando riuscì a calmarsi, il cielo si era fatto poco più scuro mentre le luci del parco iniziavano ad accendersi.
Le accarezzai i capelli scuri, sorridendole poi quando si staccò dal mio petto.

Sulla mia maglia c'era una grossa macchia bagnata, ma non mi importava. Volevo solo che lei tornasse a sorridere.

«Va meglio? »
«Alla grande, grazie mille. »

Ecco la solita Brenda, la ragazza che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno e che riusciva sempre a trovare un lato positivo in tutto.

Riprendemmo il nostro cammino e, senza che lo notassimo, un paio d'occhi aveva assistito allo spettacolo completo.

Different /Newtmas' AU/Where stories live. Discover now