Capitolo 24

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Newt

Due giorni dopo, il 27 Dicembre, ero seduto su una delle panchine nel giardino interno del campus e, mentre il fumo della sigaretta usciva dalle mie labbra, qualcuno prese il posto affianco al mio porgendomi una tazza di caffè lungo, ancora caldo e fumante. «Hey tieni, le tue labbra stanno diventando viola...- Disse Sonia, mentre prendevo tra le mie mani la tazza in cartone. Faceva freddissimo e, quel tipo di clima, era il mio preferito, perché solo in momenti come quelli mi potevo sentire distaccato da tutto. In seguito, quasi con fare schietto, mi porse una domanda. -Perché non sei andato con lui?» Mi chiese, nascondendo il suo naso e le sue labbra sotto lo scaldacollo color panna che indossava.

Sbuffai, spegnendo poi la punta della sigaretta contro il legno della panchina. Portai il bicchiere alle labbra, sorseggiando un po' di caffè dal recipiente in cartone bianco. Il liquido bollente iniziò a riscaldarmi e, questo, fu un enorme sollievo.

Al pensiero di cosa era successo a Natale sbuffai, frustato.

* * *

Dopo aver abbracciato Tommy, eravamo tornati immediatamente al campus e avevamo dormito nella mia stanza. Non avevamo fatto nulla di strano, soprattutto per il suo stato: non parlava, teneva il capo chino e, l'unica cosa che chiedeva, era di rimanere tra le mie braccia. Ero felice di poterlo aiutare, eppure mi sembrava di non fare abbastanza.

La mattina dopo, quando mi svegliai, trovai un pacchetto al posto di dove la sera prima si era assopito il moro e, aprendolo, trovai una sciarpa uguale a quella che ormai era diventata "mia", ma che in realtà apperteneva a Tommy. Trovai un bigliettino al suo interno, in cui la calligrafia disordinata di Tommy recitava le parole:
"Così magari mi puoi ridare la sciarpa, no?
Buon natale comunque."

Sorrisi leggermente, prima di lasciare la sciarpa al mio fianco e prendere il cellulare, lasciato in carica sul comodino. Quando lo sbloccai, trovai più di una cinquantina di chiamate perse. Molte erano di Sonia, alcune di Brenda e, una, l'ultima, di Alby.
Leggendo il suo nome, un brivido mi percorse la schiena, e in seguito mi passai una mano tra i capelli con fare stanco.

Quando però aprii l'app dei messaggi, notai con sollievo che il contatto di Tommy spiccava come primo.

Da: Tommy

A: Tommy
Tranquillo, lo capisco. Se ti va potremmo andare a fare colazione insieme, così potremmo parlare per bene.

Tommy rispose affermativamente e, in seguito, mi misi a controllare il resto dei messaggi. Notai che sotto la chat del moro, era presente quella di Alby, il quale aveva mandato solamente un video e un messaggio che mi diceva di guardarlo.

Confuso, entrai nella chat e, quando feci partire il filmato lungo pochi minuti, mi sentii morire.
Eravamo io e Tommy nella cucina.
Senza pensarci un attimo, chiamai il contatto del professore, che non ci mise molto a rispondere.

«Pronto?» Chiese dall'altro capo, con voce forse troppo allegra per i miei parametri. Digrignai i denti e strinsi i pugni percependo quel ghigno malizioso che era solito adottare in momenti del genere.
P

er mia sfortuna, lo conoscevo troppo bene.

«Cosa cazzo vuoi ancora?!- Dissi schietto, alzando leggermente il tono. -Anzi volete! So che tu e quella stronza di Chris state cercando di sabotarmi la vita e mi state letteralmente rompendo le palle! Cosa vuoi ancora?! Eh?!»
Dall'altro capo non udii risposta per diversi minuti, finché una risata profonda e non affatto spontanea arrivò alle mie orecchie.
«Newtie, Newtie, Newtie... Come fai a non capire che l'unica cosa che voglio sei tu? Mh?»

«Mi fai schifo e lo sai.- Dissi facendo una smorfia con il viso, prima di tornare impassibile. -Cancella quel video, sai bene che non puoi ferirmi con una cosa del genere. Ormai sono immune ai tuoi stupidi giochetti manipolatori, Alby.»
Smise di ridere, eppure potevo ancora percepire quel sorrisetto del cazzo sulle sue labbra.
«Tu sì. Ma vogliamo parlare di lui?»

Senza pensarci due volte, riattaccai e lasciai il telefono abbandonato nel letto, mentre mi dirigevo verso il bagno per togliere la preoccupazione e la paura di dosso.

Dopo quella chiamata, avevo fatto il possibile per non incontrare il professore. Così come feci di tutto perché non fosse Tommy a incrociarlo. Ignoravo i suoi messaggi, le sue chiamate e persino dei stupidi biglietti che ogni mattina si ostinava ad appendere alla mia porta.
Nella tasca del mio giubbotto avevo ancora il "regalo" di Chris e, ovviamente, non trovavo il momento giusto per parlarne con Thomas. Infondo lui non sapeva molto su di me, così come io di lui.

In realtà dovevamo parlare di davvero troppe cose, in particolare di noi due. Dopo Natale non ci eravamo sfiorati una singola volta, eccetto per le due notti, dove Tommy dormiva nel letto con me e continuava a cingere le mie spalle con le sue braccia.
Sarebbe partito il pomeriggio del 27 dicembre, purtroppo non aveva trovato posti prima.

* * *

«Doveva parlare con i suoi amici e ho preferito lasciarlo solo, tutto qua.» Dissi sospirando, sentendo la stanchezza pressarmi sulle spalle. Sonia mi guardò e, sorridendo, posò la testa sulla mia spalla.
«Quando partirete?» Chiese lei, mentre notavamo dei ragazzi tagliare per il cortile, dirigendosi verso la caffetteria.
«Alle quattro abbiamo il volo, quindi per le 2:00 o 2:30 dovremmo essere già lì.» Risposi, appoggiando a mia volta il mio capo sul suo.

Dalla morte dei nostri genitori eravamo inseparabili, non solo per le cicatrici che ci accomunavano, ma anche per i nostri sentimenti. Con uno sguardo capivamo l'altro, il suo stato d'animo, la sua salute e il suo dolore. Poteva essere definito quasi come un superpotere, ma per me era normale, perché senza mia sorella non sarei stato Newton Sangster.
«E quando tornerete?»
«Credo il giorno prima che inizi la scuola, se non dopo... Comunque prima della metà di gennaio.» Risposi.

«È la prima volta che passiamo un capodanno separati... È strano.» Accarezzai il retro della sua testa, mentre lei si guardava le punte dei suoi anfibi bianchi.
«Lo so... Però Tommy ha bisogno di...» Lei mi interruppe, parlandomi sopra.
«Di te, lo so. E sono felice che anche tu abbia trovato qualcuno di vero. Ma ricorda che nessuno può sostituire la fantastica Sonia Sangster!»
Risi alle sue parole, mentre lei si alzava in piedi e si metteva di fronte a me, chiudendo le mani in due pugni e portandole ai fianchi.
«Hai ragione, nessuno sarà odioso quanto te. Puoi stare tranquilla.»

Ridemmo all'unisono e, proprio in quel momento, notammo Tommy, Brenda e i due scalmanati camminare tutti insieme. Mihno teneva un braccio attorno alle spalle del moro, mentre Gally parlava e rideva con Brenda.
Tutto sembrava essere tornato al proprio posto e ne ero davvero felice.

S.a.
Per chi avesse Instagram, Thomas-Brodie Sangster ha aperto il suo account! In caso voleste seguirlo, lo troverete taggato nel post di Kaya Scodelario (aka Teresa in Maze Runner).

Comunque, ecco un nuovo capitolo, anche se un po'corto, spero vi piaccia!

Critiche e suggerimenti, tutto nei commenti!
Bye!

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