Capitolo 7

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Quella mattina, proprio nel bel mezzo del mio sonno, qualcuno saltò addosso al mio letto.

Allo stesso tempo sentii Minho imprecare a voce alta e, quando aprii anch'io gli occhi, vidi un Gally che mi usava come cuscino.

«Buon giorno brutti addormentati, venite oppure no? » Chiese Gally, mentre sopra il mio amico si trovava un secondo ragazzo.

Lo avevamo conosciuto qualche settimana prima e, il suo nome era Frypan ed era il migliore amico di Gally.

Avevo avuto modo di conoscerlo il giorno dopo quel piccolo incidente nella camera di Newt, se proprio vogliamo chiamarlo così.

Ovviamente il biondo, quasi come se mi capisse, non mi venne a cercare. Ogni qualvolta lo incrociavo nei corridoi, cambiavo immediatamente strada.

«Thomas? Terra chiama Thomas, rispondi! » Mi disse Gally alzandosi.

Ero rimasto incantato nel guardare il soffitto.
Sbuffando, mi alzai salutando poi i nostro due amici.

«Dove dobbiamo andare? » Chiesi assonnato, mentre mi stiravo. Minho era ancora sul letto e, di nascosto, Frypan si preparava a soffocarlo con il cuscino.
«Sei proprio un cretino, vero Pive?- Come risposta da parte mia ricevette un'occhiataccia. -Tra un mese c'è la festa d'istituto natalizia e avevamo deciso di andare a farci un giro per decidere cosa indossare. »

«Mi sembri mia sorella Gally. Una dodicenne ansiosa per il ballo, ecco cosa sei. » Disse Minho, prima di riceversi un cuscino in piena faccia.

«Taci cinese, prima che ti strappi la lingua.- Poi si voltò verso di me, proprio mentre mi stavo cambiando la maglia. -Da quando hai i muscoli Pive? »

«Da quando mi sono iscritto al club di atletica, mio caro sopracciglia-da-gabbiano. »

Avevo deciso d mettermi una semplice maglietta nera, con sopra una felpa del medesimo colore. Dopo aver messo i pantaloni, presi i miei occhiali e, ad essere pronto, mancava l'asiatico. Ci mise più di un'ora per prepararsi e mezz'ora per i capelli.

Un giorno o l'altro lo avrei rasato a zero.

Quando uscimmo, Brenda ci inviò un messaggio, dicendo che ci stava aspettando assieme ad una sua amica alla caffetteria.

Quando arrivammo, la mora stava parlando con una ragazza. All'inizio non la riconobbi, infondo la prima volta in cui la vidi aveva il trucco e i capelli disordinati e indossava abiti maschili.

Quel giorno invece portava una gonna lunga, con una maglia corta e un giubbotto in pelle. Aveva i capelli legati in una coda e, sul naso, portava un paio d'occhiali dalla montatura spessa.

Era Chris, la ragazza che aveva tirato uno schiaffo a Newt.

Aveva un sorriso radioso mentre parlava con Brenda e, alla luce del sole, era proprio una bella ragazza.

Appena ci notarono, terminarono il loro discorso e, venendoci incontro, il sorriso di Brenda divenne ancora più largo.

«Ragazzi vi presento Chris, frequentiamo lo stesso corso di informatica. » Disse la mora, mentre la ragazza una questione fece una faccia imbarazzata.

«Credo mi conoscano già visto la sceneggiata di qualche mese fa. » Fece una risatina nervosa mentre si grattava l'avambraccio.

Sorridendo, le posai una mano sulla spalla, quasi come se la capissi.

Anche se, mettendola da un certo punto di vista, era proprio così.

«Tranquilla, mi fa piacere conoscerti Chris. »

Le sue gote si fecero più rosse a quel piccolo contatto. Io, sinceramente, non sentivo nulla se non solo un po' di pena.
Per quanto potesse nasconderlo con un sorriso o con il trucco, si vedeva che stava ancora male.

«Allora andiamo? » Chiese Minho, mentre si stropicciava gli occhi ancora assonnato.

Prima di uscire dal campus, dovevamo firmare un foglio scrivendo ora di partenza e d'arrivo. La scuola non aveva un coprifuoco ben preciso, bensì se si voleva superare i cancelli, era importante specificare gli orari.

Non eravamo stati gli unici ad avere quella idea e, per firmare, aspettammo quasi mezz'ora.

Quando uscimmo ci dirigemmo alla fermata del bus e, preso questo, arrivammo al centro commerciale.

Era enorme, mai visto uno così grande in America. Ogni tipo di negozio era presente in quella costruzione e, uomini, donne e bambini continuavano a passare da un negozio all'altro.

Minho e Gally avevano subito puntato ad un negozio sportivo, mentre le due ragazze aveva intenzione di fare un giro tra i trucchi. Frypan si era subito diretto verso un negozio dedicato agli utensili di cucina.

Mancavo solo io e, la mia meta, fu la libreria.
Non mi ero portato molto libri e, farne una cernita, non mi avrebbe ucciso.

Eppure, mentre mi stavo dirigendo verso il negozio in questione, sentii il telefono nella mia tasca vibrare.

Leggendo il nome decisi di andare in un posto meno affollato e, dopo averlo trovato, schiacciai il tasto verde.

«Thomas? » Chiese l'altra voce.
«Chuck, era da un po' che non ci sentivamo. Come va?-
Il silenzio totale seguì le mie parole, mentre io attendevo una risposta. -Chuck? »
«Non dovrei dirtelo al telefono, ma è importante: fai attenzione, mamma e papà hanno pagato detective privati solo per cercarti. Il cerchio si sta restringendo sempre di più, devi fare attenzione. »
Non sapevo che dire.
Ero ben a conoscenza che la mia faccia stava diventando sempre più virale, ma scoprire che avevano pagato agenti privati, mi faceva sentire... Strano.

Strano perché, con queste azioni, sembrava quasi che gli mancassi eppure, tornare, non rientrava nei miei piani, nei prossimi vent'anni.

«Tranquillo, tutto sotto controllo, ora vado. Chiamami appena saprai qualcosa di più. »
Per la seconda volta mi disse di fare attenzione, prima di chiudere la chiamata.

La voglia di fare shopping mi era passata, eppure passai comunque in libreria. Comprai un paio di libri e, per viziarmi un pochettino, un nuovo plettro. Su questo, disegnato, c'era il mio personaggio preferito tra i Muppets, Animal.

Era colorato e tenero, per quanto sembrasse uno scappato da un manicomio. Mi piaceva.

Mentre ero in coda, per sbaglio uno dei libri mi cadde e, mentre lo raccoglievo, qualcuno fu più veloce di me.

«Viaggio al Centro della Terra? Davvero non l'hai mai letto? » Sollevai lo sguardo e, la persona che mi ritrovai davanti mi lasciò a bocca aperta.

«Professore? » Parlando, mi aggiustai gli occhiali sul naso che, chinandomi, erano caduti sulla punta del naso.

Il professore Alby mi guardava con un sorriso, mentre mi porgeva il libro.
«Fuori dalla scuola chiamami Alby, Thomas, e dammi del tu. » Mi sorrise mentre la fila davanti a me continuava a scorrere.

Notai che tra le mani teneva alcuni manoscritti con dei titoli che avrebbero letto solo degli insegnanti.
Non sapevo cosa dire, mi sentivo in imbarazzo.

Non parlammo molto e, appena pagai, decisi di aspettarlo. Probabilmente gli altri erano ancora nei loro negozi e stare da solo, non mi andava.

Nell'attesa, aprii uno dei libri e, proprio in quel momento, una voce mi fece rizzare la schiena.
«Alby ho trovato quello che cer... »

Giacca in pelle, occhiali da sole sulla testa, casco da moto in mano, capelli biondi spettinati e occhi magnetici.

«Tommy? »

Cosa ci facevano Newt e il professore insieme?

Different /Newtmas' AU/Where stories live. Discover now