Capitolo 11

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«Hai mai... Baciato un ragazzo? »

Alla sua domanda ero sbiancato. Avete presente la panna? Ecco, io ero di quel colore.

Non sapevo cosa rispondere.
Mentre pensavo a una possibile soluzione, sentii sulle mie labbra qualcosa che non si vedeva.
Calde morbide, rosee... Perfette.
La mia e la sua combaciavano perfettamente, come due pezzi di puzzle andati persi.

Le labbra di qualcuno, qualcuno che non riuscivo a riconoscere.

Vidi i suoi occhi magnetici, i capelli leggermente mossi, le mani morbide ma magre...

Quando riuscii a capire la sua identità, sgranai gli occhi.

Nonostante ben presto mi accorsi di tutti quei pensieri, li lasciaiai scorrere liberi, senza freni o altro.

Cercai in tutti i modi di nascondere qualunque cosa stessi provando e, con non chalance, sorrisi amichevolmente.
«Mai. »

* * *

Quando mi risvegliai, era ormai il giorno di ritorno al campus.

Per Gally, Minho e il sottoscritto ci spettava una vacanza solo-uomini, che sarebbe stata la vera reincaranzione dell'Inferno.

Peccato che mi sbagliavo eccome, visto che quelle vacanze sarebbero state un punto di svolta per la mia vita.

* * *

Le valigie erano al loro posto, le persone pure. Al ritorno avrebbe guidato Frypan e, visto che Charlie e lui avevano legato molto, prese il posto che aveva occupato anche all'andata.

Durante il viaggio parlammo più che altro delle nostre famiglie. Ad aprire il discorso fu Minho.

«I miei sono davvero fantastici, peccato che li veda ogni mille mai a causa dei loro viaggi... » Parlando, emise un sonoro sbuffo, lasciando che si stravaccasse sul sedile.
«Invece mia madre è onnipresente, mio padre leggermente meno, ma direi che non posso lamentarmi. » Constatò Chris, alzando le spalle indifferente.

Le stesse cose le dissero Brenda e Charlie. La storia di Gally era ormai a conoscenza di tutti, mancavo solo io.
«Raccontaci un po' di te Thomas, non sappiamo praticamente nulla di te! »

Ed è meglio così. Pensai, prima di sorridere a tutti.

«La mia famiglia...?- Mi grattai una tempia, sopra gli occhiali, pensando ad una possibile e plausibile storia. -Non li ho mai... Conosciuti. Ho vissuto per molti anni in un orfanotrofio negli Stati Uniti ma, appena grande, ho deciso di trasferirmi qui. Non ho mai avuto occasione di sapere le loro identità e ormai mi sono dato per vinto. »

Tutti rimasero in silenzio.
Chi a bocca aperta, chi pallido come un cadavere appena uscito da un obitorio.
«Non lo sapevamo... Scusaci Thomas, non volevamo di certo... » Cercai di interrompere sul nascere Charlie, sorridendole e dicendo che non importava.

Per il resto del viaggio un'aria pesante aleggiò come se uscisse dai condizionatori invece dell'aria calda.

Avevo mentito, mi sentivo sporco, ma di certo non avrei spifferato la mia fuga ai quattro venti.
Se mai lo avessi fatto, sarebbe stato con una persona di cui mi fidavo cecamente.

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