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Silvia Astri se ne stava seduta al bancone del suo negozio d'abbigliamento situato sul corso principale, mentre fissava con aria assorta il mondo al di fuori da quelle quattro mura in seguito a quel brutto temporale che aveva afflitto Balnea Nova.

Non si annoiava di certo, perché gli affari le andavano bene, ma considerava davvero un peccato mortale restarsene al chiuso con quel sole raggiante e tutta quella gente a passeggio a goderselo. Provava invidia nei loro confronti ma d'altronde quale scelta avrebbe potuto avere? Quando non sei "figlio di", o lavori per vivere o muori di fame.

Si consolò pensando che molti altri lavoratori si trovavano di certo nelle sue stesse condizioni, sfogliando uno di quei rotocalchi modaioli per dare un'occhiata alle varie tendenze del momento: per una commerciante d'abbigliamento come lei, il restare a galla per poter sbarcare il lunario dipendeva strettamente dalla sua capacità di riuscire a rimanere sul pezzo.

Scostò una ciocca di lisci e neri capelli che le disturbava la vista, sistemandosela dietro l'orecchio aggraziatamente e poi continuò lo sfogliare della rivista fin quando non udì il campanellino collegato alla porta d'ingresso, che annunciava il suo cliente successivo.

- Buongiorno -, fece lui chiudendo la porta alle sue spalle per poi avvicinarsi deciso verso il bancone.

Silvia stava per rispondere al saluto, ma quando alzò la testa ed i suoi occhi neri s'imbatterono nella figura dell'uomo davanti a lei, le parole le inciamparono sulla lingua perché tartagliò per la meraviglia. - B-b-buongiorno a te - rispose la donna, che arrossì all'istante nel momento in cui si accorse che microscopiche gocce di saliva le erano partite dalle labbra, andandosi a piazzare sul suo viso.

Complimenti Silvia, pensò, hai appena sputacchiato in faccia all'uomo più affascinante che tu abbia incontrato in vita tua. Proprio un bel colpo.

Quando lui si passò un pollice sul mento per asciugarselo, il suo ego femminile ricevette un duro colpo che lo aveva fatto vacillare pericolosamente. L'equivalente di un pugno nello stomaco. Ma il cliente non parve turbato o disgustato dal piccolo incidente, infatti le sorrideva.

- Posso chiedere a te...? - le chiese cordiale, attendendo che lei finisse la frase con il suo nome di battesimo.

Ma Silvia non rispose. Era rimasta ammaliata dal sorriso radioso, caldo e rassicurante dell'uomo. I suoi denti erano perfettamente bianchi. Si soffermò qualche altro istante a venerare con la mente il suo viso dai lineamenti perfettamente mascolini ed il cielo presente nei suoi occhi azzurri.

- Silvia... - sibilò.
- È un piacere, Silvia. Io sono Carlo, e sono in città da poco. Sai, amo vestire elegante e come prima cosa appena arrivato qui, ho fatto due domande a qualche passante per scoprire qual è il miglior negozio di abbigliamento in quanto a firme. E così... eccomi qui. -

Silvia si accorse che era talmente presa dall'aspetto estetico di Carlo da non accorgersi della sua eleganza: l'uomo indossava un completo blu di Armani, che comprendeva una camicia bianca, la cintura e le scarpe di colore nero. Non indossava la cravatta né altro genere d'accessori, fatta eccezione per uno strano anello dorato che portava sull'anulare destro. Sembrava d'ottima fattura. Non si stupì poi così tanto del fatto che avesse scelto il suo "Emporio Della Moda".

- Non mi avevano detto neanche che la titolare era una bella ragazza però - proruppe Carlo, facendole l'occhiolino. Silvia al complimento diventò paonazza in volto e sentì un brivido percorrerle tutto il corpo: era un'appetibile bella donna che aveva passato ormai la trentina, ma di certo non era più una ragazza. L'adulazione fu molto gradita.

- In cosa può esserti utile questa vecchietta? - ribatté lei amichevolmente, con una punta d'amara ironia.
- Tra i due il vecchietto sono io. Avrai poco più di trent'anni, io la bellezza di quarantatré. Cerco una bella camicia elegante - disse mentre osservava i modelli in esposizione, - ma per carità, nulla di vistoso: le camicie di oggi mi ricordano le automobili di formula uno, stracolme degli adesivi giganti dei loro sponsor. Orribili. -

- Hai qualche preferenza in quanto a colore? - le domandò Silvia, mentre lo guardava esaminarsi qualche ruga allo specchio.
- No, ma cerco qualcosa che vada bene sotto un'abito grigio argento. -
- Penso di avere giusto ciò che fa al caso tuo. Vado a prenderla, così potrai provarla e dirmi cosa ne pensi. Vuoi darmi la giacca intanto? Te la sistemo. -

Carlo annuì, si sfilò la giacca e gliela porse con fare educato. Nel sistemarla Silvia levò da una delle spalline dei capelli biondi. L'uomo si passò una mano fra i capelli e si strinse nelle spalle imbarazzato. - Sto iniziando a perderli. -
- Oh, ma non è affatto un dramma - lo consolò Silvia poggiandogli una mano sulla spalla e scoprendo così che era molto forte, allenata. - Arrivo subito. -

Tornata con il capo scelto su fiducia del cliente, Silvia indugiò sull'uscio della porta che separava il negozio dal magazzino. Osservava Carlo mentre si sbottonava i polsini della camicia prima e liberava le asole sul petto poi.
Si avvicinò a lui titubante, artigliando in una morsa il contenitore contenente una camicia blu notte con entrambe le mani, vergognandosi di se stessa: si sentì umida nel bassoventre, come una scolaretta con gli ormoni impazziti che si ritrova a meno di mezzo metro dal suo idolo.

- Già di ritorno? - le chiese, ma quando si era accorto del suo evidente disagio si scusò: - Non ho visto un camerino e così... -
- Il camerino è proprio dietro quello specchio: è una porta. -

Ma la ragazza non aveva fatto in tempo ad ammonirlo che lui si era già levato la camicia, mettendo in mostra il fisico ben allenato nonostante l'età.
- Vuoi passarmi quella camicia che hai tra le mani? - le chiese impertinente. Lei totalmente in panne, senza neanche controbattere gliela porse con tutto l'incarto.

Gli stava addosso che era una meraviglia, gli fece notare Silvia.

- Bene, la prendo. Quanto ti devo? - fece lui spogliandosi nuovamente di fronte alla donna, che si sentì quasi svenire.
- Questa qui è in saldo e viene ottanta euro, ma dato che sei nuovo qui a Balnea Nova ed hai scelto me, potrai portartela a casa per soli cinquanta. Consideralo il mio regalo di benvenuto. -

La donna prese la camicia, andò al bancone per sistemarla ed imbustarla. Poi batté a cassa e strappò via lo scontrino, infilandolo nella busta con il marchio del suo negozio. Carlo prese la busta e le passò un pezzo da cinquanta.

- Grazie per la tua cortesia, Silvia. Per sdebitarmi mi piacerebbe che tu venissi a cena con me qualche sera di queste, ma... ovviamente offrirò io! -

Silvia accettò di buon grado ed i due si scambiarono il numero di cellulare. Quando Carlo stette per uscire in strada, Silvia lo fermò.

- Non mi hai detto qual è il tuo cognome. -
- Testa. Carlo Testa -, le fece l'occhiolino e se ne andò via.

# Spazio Autore:

Salve amici, due nuovi personaggi hanno fatto la loro comparsa. Chi diavolo sarà mai adesso questo Carlo Testa e da dove proviene questo Don Giovanni anonimo?
Potete avanzare anche delle ipotesi se vi va ✌😎

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