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Nell’inizio della settimana seguente, non era accaduto nulla di rilevante e lontanamente degno d’attenzione. Tutti i coinvolti stavano approfittando della calma che, tra le sue braccia, cullava quell’intervallo andante tra il Lunedì e il Mercoledì come un infante dallo stomaco pieno dopo la poppata. Tanto che l’aria era piatta che la Calma doveva avere i capezzoli tumefatti.

Alessandro era tornato a casa e combatteva per il suo diritto alla libertà, contro i suoi nonni che viceversa cercavano di confinarlo entro le mura casalinghe. Il giovane aveva il più che fondato timore che avessero preparato per lui un’armatura composta nelle parti da soffici e resistenti guanciali. Aveva tuttavia celato agli occhi dei suoi secondini la presenza del coltello di Ulisse, assieme a quella del messaggio su carta. A patto che non volesse segarsi le gambe da solo, dovevano rimanere segreti.

Ivana era invece alle prese con gli strascichi del pandemonio precedente. Con Tiziano e Raffaella si occupava del prelievo dei campioni del DNA, se mai ce ne fosse rimasto, dalle salme carbonizzate. Lo avrebbero poi comparato con i campioni prelevati dai denunciatori delle persone scomparse, che recentemente si erano fatti avanti presso la stazione dei carabinieri.

Essendo questi genitori con prole, sarebbe bastato comparare i campioni di cellule già prelevati con quelli dei più giovani. Poteva essere tutta fatica inutile, ma tanto valeva provare e dissipare ogni dubbio: avrebbero avuto in seguito un punto di riferimento, dove rendere omaggio allo scomparso o alla scomparsa.

Il ricordo del bacio rubato a Jacopo era sempre vivido nei suoi pensieri. Possibile che provasse qualche sorta di sentimento per lui, o si trattava solo e semplicemente di una fortissima attrazione fisica? Cercò di sopperire alla cosa accettando il secondo invito a uscire da Simone Ferruccio. Non lo considerava male come uomo, si trattava di un tipo a posto e piacente. L’unico elemento a suo sfavore poteva essere l’eccessivo uso della lozione lucida per calvi, che con il riverbero gli conferiva l’aria di una lampadina in funzione.

Per quanto riguarda Jacopo invece, si era preso quei tre giorni per riposarsi e godere delle cure della bellissima Nora, che per quanto fosse intraprendente riusciva a non fargli dolere le zone ammaccate. Alla stazione ci avrebbero pensato Gianluigi e Cristina, erano ormai pronti per essere svezzati. Jacopo aveva ricevuto diverse visite tra le quali quella di Pompeo Lucio, che Jacopo, in un momento di scarsa lucidità, annebbiato dall’oxitocina e dagli antidolorifici, aveva scambiato per la morte a causa del colore della sua pelle e degli abiti scuri che indossava.

L’esilarante siparietto diede vita a un universo di scuse da parte di un maresciallo mortificato, imbarazzato, scarico e barcollante e alle altrettante risate da parte di sua moglie e del finto offeso, che terminata la pudica situazione gli aveva porto il quotidiano regionale.

- Faresti bene a leggere la prima pagina, ci riesci? – chiese Pompeo. Jacopo afferrò il giornale con due mani e ci buttò un occhio. Tutti quei caratteri stampati assieme, che rigidamente si susseguivano in ordine dentro argini invisibili come un gregge di pecore ruminanti nelle fiumare in secca ricche d’erbacce, gli avevano provocato un’emicrania.

Passò il quotidiano alla moglie, grugnendo qualcosa d’incomprensibile, che tradotto dall’idioma degli intontiti stava a significare: leggilo tu, che io non sono in grado. Così Nora, con fare esasperato ricevette la consegna, beccandosi anche una successiva esortazione a leggere da parte del marito mimata con la mano.

- Ora leggo – gli disse irritata Nora. Il titolo recitava: “Delirio e paura a Balnea Nova – A cavallo della scia di morte e distruzione che affligge la cittadina”. – Il titolo non è che sia un granché, - commentò Nora – ma vediamo cosa viene riportato. “E da quasi un mese ormai, che sentiamo parlare delle spiacevoli tragedie in successione che stanno letteralmente piegando Balnea Nova in ginocchio. Sembra che la calma e bella cittadina sia diventata la dimora di criminali dalle mani sporche di sangue, che pare si divertano a mutilare le proprie vittime immediatamente dopo l’aver sottratto loro il più prezioso bene di cui un essere umano possa disporre, la vita”. –

Jacopo e Pompeo ascoltavano senza fiatare, fissando concentrati la donna che si sentì a disagio, quasi fosse lei l’artefice di tutto quello scempio. Come reazione a quegli sguardi, la sua voce si abbassò di un mezzo tono, ma continuò a leggere: - “Il tutto è cominciato, da quanto riportano gli inquirenti, – Jacopo si fece guardingo, non ricordava che qualcuno avesse divulgato alcun genere d’informazione – nell’esatto giorno nel quale Valentina Reali, donna e madre di A.S. (aggredito pochi giorni fa), è scomparsa in circostanze sospette dall’ospedale nel quale era ricoverata a seguito di un brutto incidente d’auto. La donna è stata rapita da questi tali, ‘i Sei’, come da propria auto proclamazione su carta indirizzata nientedimeno che al maresciallo Jacopo Pois in persona, firmatari di ogni singolo assassinio avvenuto recentemente. Solo due membri di questo gruppo avvolto nel mistero sono stati riconosciuti, attribuendo loro dei nomi e un identikit funzionale (vedi pag.4): Massimo Rinaldi e Ulisse Barca. Anime erranti senza un corpo; questi due uomini risultano essere scomparsi o deceduti in tempi non sospetti. Le forze dell’ordine brancolano nel buio, non sapendo quali contromisure prendere, mentre il terrore, lo sgomento e l’indignazione dei cittadini aumentano…"–

- Basta così, - sentenziò Jacopo – ne ho abbastanza. – Pompeo, curioso e disorientato, si rivolse al maresciallo: - Jacopo, non capisco. Che motivo c’era di condividere quelle informazioni con i giornalisti? Ti rendi conto di quello che potrebbe accadere, considerando il movimento degli attivisti che contestano l’operato delle forze dell’ordine? –

- Capisco le tue preoccupazioni amico mio, ma devi sapere che non ho autorizzato, né io né nessun altro, questa fuga di notizie. Mantenere le persone all’oscuro della faccenda non è giusto, ma credevamo che fosse sempre meglio rispetto alla possibilità di poter aumentare con le nostri mani la presa sul pubblico di quel tale, Pietro Bollo, tipo affatto rassicurante. –

Pompeo annuì, comprendendo Jacopo e compatendolo. Poteva immaginare da solo quali potessero essere le conseguenze derivanti dalla continua ascesa dell’aspirante Hitler in gonnella, che attirava a sé le più svariate tipologie d’individui, partendo da un estremo sino a giungere l’altro: manifestazioni caotiche e rivolte violente potevano ora essere considerate non più come ipotetiche conseguenze, bensì come scenari prossimi da affrontare.

- Chi ha firmato l’articolo, Nora? – domandò Jacopo riflessivo. Sua moglie riprese il giornale poggiato poco prima sulla poltrona del marito, cercando nome e cognome di chi aveva steso l’articolo e gli rispose con meraviglia: - Ah! Ludovico Gialli, quel reporter abbastanza famoso di cui si vocifera che sia il successore dei colossi dell’informazione. Strano vero, che si trovi qui, in una cittadina lontana dagli enormi flussi di notizie che potrebbero proiettarlo nell’olimpo del giornalismo. –

Jacopo e Pompeo si guardarono negli occhi, accigliati. Avevano sentito spesso parlare di Ludovico Gialli in televisione ed era anche capitato a entrambi di essere telespettatori di qualche suo importante servizio in diretta, come quello in cui in seguito a una retata, aveva avuto il coraggio di mostrare al mondo il volto di uno dei più grandi malavitosi a capo di un’organizzazione dell'Italia centrale.

- Magari Balnea Nova e i Sei sono proprio ciò che gli serve per compiere quel miglioramento che tutti si aspettano da lui – terminò Jacopo, cercando con gli occhi l’approvazione di Pompeo e ottenendola. – Non potresti intercettarlo e farti dire chi è il suo informatore? – tentò timidamente Nora.

– No, non credo che questo serva a qualcosa. Non mi rivelerà facilmente le sue fonti e non posso puntargli neanche una pistola alla tempia, in sede o fuori sede che sia. La cosa sarebbe considerata come un intralcio da parte delle forze armate alla democrazia, alla libertà d’espressione che questi giornalisti teoricamente dovrebbero rappresentare e difendere, diffondendo la verità. Strano come esistano delicati equilibri che, nonostante non funzionino a dovere, vadano mantenuti e trattati come fossero dei dogmi -, dei capisaldi, ma ora sto divagando: il riferimento era dedito a chi mente per pilotare la gente dove desidera, mentre Gialli si sta solo limitando a raccontare una verità scomoda che, in un modo o nell’altro, sarebbe venuta a galla alla fine. -

Al termine del breve monologo del maresciallo, i tre caddero in un silenzio riflessivo, spezzato dallo schiamazzare dei manifestanti in marcia lungo le strade, che erano ormai giunti nei pressi di casa Pois. A giudicare dalla moltitudine di voci trasportate dall’etere, doveva trattarsi di un numero consistente di persone, superiore anche a quello delle stime iniziali in previsione del peggio.

Ludovico Gialli aveva colpito, la sua palla di cannone aveva aperto un’enorme falla sullo scafo della nave di una calma fittizia, che faceva ormai acqua da tutte le parti e che sarebbe affondata ben presto.

SeiTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang