19

99 14 26
                                    

Tra la cronaca nera che il notiziario regionale sputava violentemente in faccia agli ascoltatori, e suo nonno che nascosto dietro il giornale leggeva ad alta voce l'approfondimento della notizia in prima pagina riguardo alle due recenti morti a Balnea Nova, Alessandro non si sentiva oppresso. Di più.

Dalle immagini trasmesse, un certo giornalista piuttosto anonimo stava intervistando una cittadina su di giri e dalle strane fattezze in quanto a connotati. Questa, che una volta era una donna intrappolata nel corpo di un uomo, non faceva che invocare in modo logorroico con una voce da oca ubriaca (piuttosto maschile anche quella), il diritto alla sicurezza dei cittadini che pagano le tasse versando nelle tasche delle forze dell'ordine il proprio stipendio.

Secondo lei non era accettabile che ci fosse in giro un assassino mutilatore, affermando che gli sforzi impiegati fin lì dalle autorità non erano stati abbastanza, quando invece bisognava battere a tappeto tutta quanta Balnea Nova. Mentre parlava atteggiandosi a diva del palcoscenico, quei suoi capelli corvini lunghi fino alle spalle ondeggiavano disegnando geometrie imperfette che si sarebbero risolte in delle ciocche annodate.

Aveva un leggero accenno di barba sottocutaneo tipico di chi si è rasato il viso due giorni prima non mascherato molto bene dai cosmetici, conferendole un erronea ombra che all'occhio di qualcuno non molto sveglio sarebbe sembrata sporcizia, probabilmente.

- ... è semplicemente inaccettabile! - continuava a starnazzare con impeto.
- Noi cittadini non ci stiamo, non ci sentiamo al sicuro; bersagliati da qualcuno di cui non conosciamo neanche il volto, ma lui potrebbe conoscere noi! -
Dietro di lei si levavano sonore ovazioni unite ad un viva qualcosa, il suo nome probabilmente, ma a parte gli applausi a valanga ed i fischi accondiscendenti non si sentiva nulla chiaramente.
- Noi cittadini non ci stiamo, e ci faremo ascoltare, ci faremo sentire! Nessuno può minare la nostra tranquillità, nessuno può impedirci di andare a lavoro, a scuola, o semplicemente uscire da casa per fare ciò che vogliamo! Nessuno! -

Alessandro smise di ascoltare le proteste in diretta non prima di aver gettato un occhio sulla parte bassa dello schermo, dove in sovrimpressione c'era scritto: Pietro Bollo.

Quello dev'essere il suo nome.

- Alessandro - fece suo nonno Fernando, - non hai mandato giù neanche un boccone del tuo pranzo. Mangia. -

Ma sua nonna Lara fu pronta a difenderlo all'istante, quasi se lo aspettasse. - Fernando, lascia in pace il ragazzo, non mettergli pressioni! -
Diede un bacio sulla guancia al nipote. - Però, Ale, io te lo conservo il pranzo. Così se avrai fame potrai mangiarlo tranquillamente ok? Metterò il tuo pollo in un contenitore alimentare, nel frigo. -

In effetti Alessandro non aveva toccato neanche un boccone del pollo arrosto cucinato da sua nonna. E da come i suoi nonni si rivolgevano a lui, non dovevano essere a conoscenza della sua testimonianza oculare inerente all'assassinio di Elisa Barbato e Chiara Monte. Pois aveva mantenuto la segretezza, forte della maggiore età del ragazzo ed Alessandro pensò che finalmente il suo essere maggiorenne avesse una qualche vile utilità: se i suoi nonni avessero saputo, con tutto ciò che era successo lo avrebbero sicuramente segregato in casa. E come avrebbe mai potuto dar loro torto?

- Grazie nonna, ti voglio bene - disse stringendole una mano affettuosamente. - In quanto a te, Rompiscatole - si rivolse a suo nonno ridendo - buona lettura. Cerca di non farti cascare gli occhi, che se rotolano fin sotto il frigo poi è peccato! -
Suo nonno rise alla sua battuta e gli augurò il buon riposo. Alessandro passava molto tempo "a riposare" ultimamente.

Percorse la sala da pranzo ed il soggiorno come se quel breve tragitto fosse un'odissea, fino a raggiungere il primo scalino della rampa di scale che portava alle camere da letto e bagni privati. Sottotono com'era e leggermente curvo su se stesso gli sembrava che i gradini fossero magicamente aumentati, assumendo l'espressione di chi, durante un'escursione in salita, chiude la fila perché è stato cosi sfortunato da essersi caricato sulle spalle tutto il peso degli zaini.

Scalini di merda...

Arrivato in cima però di diresse in camera sua piuttosto velocemente al contrario di come aveva salito le scale. Entrò, chiuse la porta e si mise ai piedi del letto. Si lasciò cadere a pancia in giù, di peso e sprofondando con il viso stanco nel cuscino che quasi soffocò quel suo rantolo di piacere derivante dal contatto con il materasso.

Allungò alla cieca il braccio, tastando il suo comodino con la mano in cerca di qualcosa. Tastò l'abat-jour. Un libro che stava finendo di leggere, narrante di sei ragazzi alle prese con i falò, un cantastorie da strapazzo con i poteri e di mostri della notte ambientato nella stessa Balnea Nova. Un bestseller scritto da un ragazzo che ci aveva trascorso le vacanze, un certo Lorenzo Sagace. Non era comunque ciò che cercava.

Continuò a tastare e tastare fin quando i suoi polpastrelli non avvertirono una superficie avente delle scanalature in qualche modo delineate. Capì di aver fatto centro, quindi afferrò l'oggetto e solo quando lo ebbe a sé si tirò su.

Si trattava di un vecchio album fotografico, contenente le foto della sua famiglia. Ultimamente lo guardava spesso, cercando di ricordare quando invece di un solo genitore poteva vantarli entrambi. Invece ora anche sua madre era scomparsa nel nulla. Avvilito, iniziò a sfogliarlo e gli si parò d'innanzi la prima foto: lui appena nato, tra gli amorevoli mamma e papà sorridenti e gioiosi per la nascita del frutto del proprio amore.

Seguirono ovviamente decine di foto di lui mentre cresceva, mese dopo mese, in quella che nientedimeno consisteva in una rappresentazione ingannevole della convinzione di poter cogliere l'attimo e fermare il tempo, anche per un semplice istante, ignorando che per quanto bella sia una fotografia i soggetti al suo interno non invecchiano al contrario di quello che l'ammirano.

Continuò a sfogliare viaggiando nel tempo a suo piacimento, a seconda del periodo che volesse ricordare. Quindi ecco che immergendosi nelle immagini come se fossero un varco per un'altra realtà già vissuta, ora aveva tre anni, ora sette, poi cinque, sei, nove e otto. Dai dieci in poi quel viso sempre felice e sorridente che era sempre stato tipico di Vincenzo Santi scomparve, come era scomparso  lui stesso in seguito a quell'incidente aereo.

Com'era andata la cosa? Un avaria dei motori o un principio d'ischemia nel pilota quando il suo vice era andato al bagno? Non ricordo bene e non ha importanza suppongo... papà è scomparso o disperso dalla bellezza di dieci anni ormai. Magari lui è... E se lo fosse anche la mamma...?

Chiuse l'album e lo posò dov'era in precedenza. La sua attenzione fu richiamata da alcuni schiamazzi provenienti da giù, in strada.
Aprì la finestra del suo balcone ed uscì fuori, curioso. Vide un piccolo gruppetto di manifestanti, quattro gatti, che muniti di cartelli e slogan in rima si aggiravano marciando per le strade, suscitando l'ilarità della gente che aveva avuto la stessa idea di Alessandro e non.

Vide con strano stupore che a capo dell'apparentemente ridicolo corteo, vi era colei che aveva scelto di capitanare il club degli scontenti: Pietro Bollo.

In tv non era riuscito a dare molto conto a com'era vestita o forse non le avevano inquadrato quelle sue gambe contenute in calze dalle quali fuoriuscivano i peli delle gambe. Alessandro pensò che qualcosa nella cura ormonale della nuova donna fosse andato storto o non che non l'avesse ancora portata a termine.

Nel corteo erano presenti uomini e donne di varie età; man mano che proseguivano lungo la marcia di protesta, qualche nuovo membro si univa a loro chiamando a raccolta tutto il proprio coraggio per soffocare quel senso di pudore che nasce sempre ogni qual volta qualcosa di nuovo prende vita.

Pietro Bollo era diventata la portavoce dello scontento e dei timori dei cittadini. Era convincente e riusciva a trasmettere con semplici e coincisi concetti che esprimevano generalmente quello che tutti pensavano ma che nessuno aveva il coraggio di dire.

Pietro non ne parlava in modo violento e tra i suoi manifestanti comunque più di qualcuno inneggiava alla violenza. Ma lui non se ne curava nonostante li sentisse. Non aveva intenzione di porre alcun freno o limite.

SeiWhere stories live. Discover now