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Al centro esatto della scrivania di Jacopo, nel suo ufficio, era stata poggiata una piccola cartelletta giallo chiaro di cartone molto leggero. Era stata posata lì da Calderano e Miagolo, che non avendo trovato il maresciallo al suo interno vi avevano scritto sopra a caratteri cubitali la parola: "Urgente".

Jacopo quella mattina era piuttosto intontito, lungi dall'essere pronto ed efficiente sul lavoro come da manuale. Non si era reso conto neanche di essere sveglio: la notte precedente non aveva chiuso occhio. La sua intera persona si era immersa in innumerevoli viaggi mentali, alla scoperta di ogni possibile eventualità che gli eventi avrebbero potuto dettare imperiosi: se prima aveva qualche dubbio riguardo il riuscire a scongiurare una catastrofe memorabile, ora ne aveva quasi la certezza.

Non avevano niente per le mani. Neanche stessero dando la caccia ad Arsène Lupin. Ma magari si trattasse di un ladro gentiluomo... Qui si parlava di killer mutilatori che al loro passaggio, rilasciavano nell'aria l'orribile tanfo della morte.

Giunto ai gradini che lo avrebbero condotto all'ingresso della centrale, si fermò di colpo.

Per quanto andrà ancora avanti questa storia?

Inebetito entrò all'interno, senza neanche badare ai saluti degli altri presenti nella struttura. Si diresse nel suo ufficio destreggiandosi, senza farci caso, in uno slalom volto ad eludere l'impatto con persone ed oggetti.

Colse di sfuggita un commento da parte di qualche carabiniere non molto sveglio, qualcosa del tipo "ma il capo è vivo o quello è solo il suo fantasma?". Lo ignorò totalmente: gli passò di fronte, sospirando col naso e stando ben attento a camuffare quel suo gesto di stizza mantenendo un passo regolare e apatico. Sentiva tutti i loro occhi puntati addosso, si sentiva a disagio.

Terminata la traversata, ignorando anche il fatto che Gianluigi Calderano stava per raggiungerlo, si barricò nel suo ufficio a chiave, poggiandosi con la schiena contro la porta e guardando in alto con molto sollievo.
Rientrato appena in tempo Pois, sei salvo!

Intanto però avvertì anche al tatto le nocche di Calderano battere contro la porta come una presa in giro, dato il loro ritmo. Non gli rispose, ma sapeva che il carabiniere era certo che Jacopo si trovasse in prossimità della porta, dall'altro lato.

- Pois, lo so che mi senti - disse continuando il suo bussare petulante, lento e fastidioso - c'è qualcosa che ti aspetta sulla tua scrivania. -
Smise di bussare e disse: - È tutto, io vado... -.

- Qualcosa che mi aspetta sulla scrivania...? - sibilò il maresciallo.
- Ah, ora ricordo! - esclamò ritrovando un po' di vitalità. - L'indagine mirata su Massimo Rinaldi e Ulisse Barca... -

Si staccò dalla porta, raggiungendo la sua poltrona. Si sedette, trovando di fronte a sé l'oggetto di mero interesse giornaliero. Quella cartelletta era di vitale importanza al pari del pane per gli affamati.
Non la aprì. Indugiò su di essa incombendo sopra di lei. Contemplava quasi con riverenza quell'oggetto di misera carta, assaporando quell'attesa seducente che scaturiva dal fascino del mistero.

La prese in mano: risultò leggera, troppo leggera. Escludendo la possibilità che fosse vuota, data la sua consegna in ufficio, questo stava a significare che conteneva fogli in quantità limitata. Non proprio un bel segnale; qualcosa al limite di un campanello d'allarme. Quasi temeva di visionare ciò che conteneva.

L'aprì. Restò perplesso. Conteneva solo due fogli carta singoli e separati.
Annuì accartocciando le labbra, afferrò il primo foglio e ne lesse il contenuto.

"Report n°1 - Massimo Rinaldi.

Nato a: Balnea Nova

Il: 13 - 01 -1975

Capelli: neri

Occhi: verdi

Professione: Medico - Chirurgo

Stato Civile: Celibe

Stato: disperso - presunto morto.

Inserendo il nominativo de soggetto in questione nei nostri database, non è risultato nulla: non abbiamo registrati precedenti associati a questo tale. Altrimenti, in collaborazione con l'Ufficio Anagrafe del Comune Di Balnea Nova al quale abbiamo già provveduto a riconoscerne la gentilezza e disponibilità, siamo riusciti ad entrare in possesso di informazioni piuttosto interessanti e di rilievo. "

Jacopo saltò volontariamente il preambolo, leggendo distrattamente fino a giungere alla parte cruciale, quella che gli interessava di più. Lesse i dati anagrafici del soggetto

(...del primo fantasma)

passando poi direttamente alla fine:

"... pertanto Massimo Rinaldi è un ex medico chirurgo, nato e cresciuto a Balnea Nova in teoria sulla quarantina, risultante disperso da circa dieci anni. Non sono mai state ricevute sue notizie; considerato morto. "

- Morto... -

Jacopo iniziò a sudare freddo e sentì i primi segnali della disidratazione: il suo sangue scorreva molto meno fluido nelle vene; poteva sentirlo farsi strada fregando contro le sue vene come se fosse stato carta vetrata. Un leggero mal di testa andava ad indicare un primo stato confusionale.

Cambiò foglio.

"Report n°2 - Ulisse Barca.

Nato a: Balnea Nova

Il: 05 - 8 - 1978

Capelli: castani

Occhi: grigi

Professione: medico - chirurgo

Stato civile: Celibe

Stato: disperso - presunto morto."

Jacopo apprese quindi altre nozioni a dir poco irrilevanti al momento, alle quali ormai poteva accedere liberamente ed ogni qual volta gli sarebbe stato utile. Prese a leggere attentamente gli appunti personali degli incaricati.

"...stesso discorso del soggetto precedente. Anche quest'uomo, risulta scomparso in strane circostanze tempo fa. Anche lui non ha lasciato tracce. "

- Un altro fantasma. Non stiamo dando la caccia a dei ninja, ma a dei veri e propri fantasmi. Gente dispersa e presumibilmente morta da... - diede un'occhiata ai report - ... anni! -.

La rabbia iniziò a ribollire cuocendolo a puntino, partendo dalla punta dei suoi piedi fino ad eruttare dalla punta dei suoi capelli brizzolati. Gli occhi azzurri avevano cambiato colore, diventando quasi bianchi ed iniziò a respirare furiosamente. Abbandonandosi ai nervi afferrò in sequenza quanti più oggetti poté, quali lampada da scrivania, portapenne e simili e li fece frantumare sul pavimento con veemenza.

Quando fu soddisfatto del baccano e della confusione creata, si rilassò di colpo e le sue spalle caddero. Contemplò la stanza, meravigliandosi di ciò che aveva da poco compiuto, come se non credesse di essere in grado di poter mai compiere gesta del genere.

Un flashback gli riportò alla mente una scena piuttosto analoga, avvenuta in momenti violenti ed a dir poco pericolosi, quando una volta, da semplice appuntato, si era ritrovato a dover fronteggiare un maniaco pedofilo in casa sua per poter liberare una bambina che stava tenendo prigioniera.

Si fermò un attimo per riflettere, anche perché quello non era stato il solo flashback ad investirlo come un camion in piena tangenziale, di notte.

Facendo questo lavoro non capisco se è la violenza a far parte di me o se è una dote necessaria per svolgerlo che si acquisisce inevitabilmente col tempo.

Immerso nei suoi pensieri, stava ora lentamente riponendo all'interno della cartella ciò che era stato prima il suo contenuto. La mise in uno dei due cassetti della scrivania muniti di serratura, e solo così si accorse di ciò che giaceva in attesa celato dalla presenza fisica dell'oggetto precedente.

Una lettera, intestata per giunta, che recitava:

"All'attenzione dello Spettabile Maresciallo Jacopo Pois.
Con affetto, i Sei."

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