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Era sera tarda, quasi mezzanotte ed a quell'orario di solito la stazione di Balnea Nova pullula di gente. Quel luogo in penombra, illuminato da lampioni d'altra epoca che emettono luminosità color arancio debole e pieno di uomini e donne di tutte le età, sembrava provenire da un quadro a metà tra il romantico e il decadente.

Addii, arrivi, partenze e riconciliazioni. Ce n'era per tutti i gusti, nessuno escluso. Ma come si sa, per ognuno che va ce n'è uno che viene. Tra una soffiata delle narici, un arrivederci ed un pianto di tristezza, un pullman partiva per chissà dove mentre un altro faceva il suo ingresso nella stazione, pronto ad alimentare sussulti, grida di gioia e benvenuto.

Nello slot dove avrebbe dovuto fermarsi e sostare l'arrivato, la cabina verde non aveva più spazio a disposizione, tanto che la maggior parte di chi attendeva con trepidazione era in piedi.

Anche il giovane reporter Ludovico Gialli era in quel pullman ed aveva qualcuno che lo stava aspettando. Aveva compiuto da poco trent'anni, aveva la superficie cutanea totalmente glabra ed era considerato come un astro nascente dai suoi colleghi più anziani e esperti, che tuttavia lo tenevano leggermente a distanza per potersi tenere la poltrona il più a lungo possibile.

Questa situazione lo aveva irritato ai limiti dell'insopportabile. Ovvio, dato che si sentiva ripetere sempre di essere eccezionale senza che gli permettessero di spiccare il volo. Essere tenuto sempre lì, in sospeso...
L'aveva ormai presa come uno scherno nei suoi confronti.

Aveva bisogno di qualcosa di forte per entrare nell'Olimpo Dell'Informazione. Qualcosa che avrebbe ammutolito tutti. D'intuito ne aveva a bizzeffe quando si trattava di fiutare le notizie, e quelle che fino a quel momento gli erano passate sotto al naso non gli erano parse molto proficue.

Questo almeno fin quando non aveva ricevuto una telefonata particolare. Due per la precisione, da altrettante persone differenti anche se molto distanti l'una dall'altra a dire il vero.

La prima l'aveva ricevuta circa due settimane e mezzo prima, mentre si trovava a Roma sulla veranda di casa sua, intento a fumarsi un piccolo spinello di cannabis terapeutica giusto per rilassarsi un po'. A dirla tutta quella prima telefonata nasceva dal suo aver risposto ad una e-mail inviatagli da un tizio piuttosto anonimo.

Ancora ricordo bene l'oggetto di quella e-mail: "Una faccenda scottante come non se n'erano mai viste". Questo bastò a farmela aprire, così mi ritrovai a sostenere uno scambio di battute con un tale di nome... Com'è che si chiamava? Mauro Bralli, si.
Proprio lui. Ci scambiammo i numeri di telefono. Mi parlò di Balnea Nova e di come alcuni squilibrati stessero cercando di metterla in subbuglio, di rapimenti, omicidi e mutilamenti. La cosa mi parve interessante, lui in buonafede... Tuttavia qualcosa non quadrava; non riuscivo a concedergli neanche il beneficio del dubbio. Sarà stata quella sua voce che tradiva un emozione consapevole forse capace di mettere a disagio il più marcio degli avanzi di galera. Si, c'era qualcosa che decisamente non andava in lui, ma il mio lavoro è un qualcosa di abbastanza infame ed infimo... Danneggia chiunque tranne me, ma i conti non si saldano da soli.

Così aveva deciso di scendere giù a Sud, forte del pensiero che male che fosse andata spendere un po' del suo tempo al mare a godersi il posto non sarebbe stata una cattiva idea dato l'inizio dell'estate. Poi però aveva ricevuto un'altra telefonata (tramite lo stesso iter della precedente), da parte di un carabiniere di nome Paride Prisma, che aveva confermato quanto appreso in precedenza confidando informazioni strettamente confidenziali. Questo lo convinse definitivamente che ne sarebbe valsa la pena di acquistare il biglietto d'andata.

Quella sera, defilato in una Fiat Punto di colore blu del 2003, ad aspettarlo c'era proprio Paride Prisma, che oltre all'avergli comunicato della particolare lettera fatta pervenire al maresciallo Pois tramite sms, gli aveva comunicato anche il numero di targa dell'auto nella quale attendeva.

Proprio come per Mauro Bralli, Ludovico non aveva mai visto Paride in volto e di lui aveva ascoltato solamente la voce attraverso il ricevitore. Non le ricordava molto bene a dirla tutta, ma di una cosa era certo: la voce di Paride era stata molto più umana rispetto a quella di Mauro.

Si chiese dove questa faccenda lo avrebbe condotto e come sarebbe andata a finire. Quel piccolo briciolo di umanità che gli era rimasto nel cuore gli chiese se ciò che era andato a fare lì, in quella cittadina marittima, fosse stata per davvero una buona trovata e se lui stesso non si sarebbe trasformato in un catalizzatore di morte e distruzione che avrebbe fatto terra bruciata attorno a sé.

Non comprendeva le profonde ragioni celate dietro quei suoi pensieri, in quanto

l'informazione non ha mai ucciso nessuno...

O quasi.

Ma come mai avrebbe potuto nuocere in qualche modo un foglio di carta o ancora una pagina elettronica contenente notizie in merito a degli assassini? Non sarà stata la prima volta che spunta fuori all'improvviso un assassino in una cittadina con la vitalità di un bradipo addormentato, né sarà l'ultima.

- Questa è merda quotidiana che esce dal culo di questo mondo - disse a bassa voce cercando di auto convincersi. Una madre di famiglia, seduta ai posti a fianco a quelli dove lui sedeva solitario, lo squadrò accigliata con aria interrogativa. Lui si girò verso di lei sentendosi gli occhi puntati addosso e disse, sorridente: - Merda quotidiana, signora. Ci viene rifilata tutti i giorni a pranzo ed a cena; il prodotto finale degli stronzi. Viviamo a contatto con la merda e neanche ce ne accorgiamo, ci resta appiccicata addosso come quando la carta non pulisce a pieno le nostre natiche -.

La donna strinse le labbra con forza, spaventata dalle parole di quella giovane testa lucida. Il pullman si fermò e lei scappò via il più lontano possibile da quello strambo personaggio.

Ludovico raccolse i suoi effetti personali e scese anch'egli dal mezzo di trasporto. Si guardò attorno per poi dirigersi istintivamente verso l'uscita, fino a quando non intravide l'auto che cercava, che lampeggiò a distanza segnalando ed affermando la propria presenza. La raggiunse e salì a bordo senza pensarci troppo.

E poi c'è chi, come me, dalla merda ne trae profitto e la usa per vivere.

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