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La folla inferocita aveva superato il secondo posto di blocco nonostante avesse perso molti dei suoi membri, ma ne possedeva ancora abbastanza da impensierire anche la più consistente delle tre resistenze. Per strada uomini, donne, anziani, ragazzi e bambini erano esausti per via delle percosse degli scontri e gettati a terra sull'asfalto o lungo i marciapiedi e, le ambulanze, faticavano a soccorrere tutti. C'era bisogno di un miracolo per porre fine alla sanguinosa vicenda.

Erano arrabbiati e niente e nessuno li avrebbe fatti desistere dal proprio intento: mettere le mani sui Sei. Il fatto che ignoravano la verità era un altro elemento a sfavore di una pace ormai messa alla forca, perché non sarebbe stato semplice concepire che i Sei in realtà erano solo in due.

Il miracolo giunse sotto forma dello scatto della maniglia della porta d'ingresso della villa, un insulso nulla a confronto del caos che dilagava al di fuori, eppure udito da tutti, che ebbe la capacità di arrestare il tempo.

Tutti i presenti guardarono in direzione dell'ingresso della villa. La tensione era palpabile nell'aria e tale da poterla fendere con il coltello.

Gianluigi Calderano e Cristina Miagolo uscirono per primi, trasportando in barella Marta Gaudianello che era ancora collegata alla flebo. Seguirono Alessandro Santi, Valentina Reali e Ivana Bolgia, seguiti a loro volta da Jacopo e Ludovico che trasportavano rispettivamente le salme di Vincenzo e Paride, sotto gli sguardi confusi di tutta la gente presente.

- Gianluigi, devi avvisare tutti quanti che è finita. Vedi cosa fare e dire - comandò Jacopo al suo amico.

Calderano s'impossessò di un megafono e prese a parlare: - Cittadini, colleghi, basta così. La minaccia dei Sei è stata sgominata, non esiste più alcun pericolo. I corpi degli artefici dello tsunami di morte che ha afflitto Balnea Nova sono qui, ora, in nostra custodia e senza vita. Non possiamo spiegarvi ora tutti i dettagli, ma la verità si verrà a sapere ben presto tramite le testate giornalistiche che divulgheranno le informazioni che condivideremo con loro! -

Nessuno osava fiatare, gli occhi di tutti erano puntati sulle salme dei farabutti, così Ludovico, da buon conoscitore dell'intrattenimento qual era, ebbe l'intuizione definitiva.

- Jacopo, gettiamoli a terra con disprezzo e poi alziamo i pugni al cielo in segno di vittoria. -

- Perché mai dovremmo farlo? - chiese perplesso.

- Fa' come ti dico, altrimenti ci saranno tutti addosso. Diamo alla massa ciò che vuole: una fine. -

Entrambi scaraventarono di peso i cadaveri a terra, chiudendo i pugni ed elevandoli sopra le loro teste, assumendo un'espressione felice e liberatoria che mai prima di quel momento per loro era stata più veritiera.

Questo fece in modo che la folla esplodesse in boato vittorioso senza eguali. Parevano bestie assatanate, la rabbia e la paura aveva momentaneamente eliminato dagli interessati ogni traccia d'intelletto presente in loro: l'uomo era tornato a essere l'essere umano di base che è nel profondo.

Non durò molto, dato che la minaccia non esisteva più, ben presto i presenti si dispersero assieme ai feriti non gravi e a chi aveva semplicemente rimediato qualche ammaccatura. Le ambulanze poterono passare finalmente e soccorrere anche chi era stato coinvolto maggiormente dalla sommossa.

I rinforzi richiesti erano arrivati, peccato fosse troppo tardi e non ci fosse più bisogno della loro presenza, anzi, Calderano fece una smorfia quando si presentarono davanti a lui.

- Ora cosa succederà? - domandò Alessandro a Jacopo. Il maresciallo capì che era una domanda che avrebbero voluto porgli tutti dagli sguardi puntati su di sé.

- Tornerà tutto alla normalità: tu e tua madre tornerete a casa, io sarò reintegrato, anche se ancora non me la sento, Ludovico tornerà alla sua carriera giornalistica e, per quanto mi fa rabbia, avrà ciò per cui è venuto qua. -

Ludovico per l'imbarazzo abbassò lo sguardo e si fissò la punta delle scarpe.

- Torneremo tutti alle nostre vite, Alessandro, anche se le cose saranno diverse; - spiegò pensando a sua moglie Nora - ci sarà un'indagine gigante, pertanto vi consiglio di non sparire - riferendosi al reporter - e non provare a fare i furbi. Poi dovremo seppellire Paride e Vincenzo e sarà proclamato il lutto cittadino per tutte le famiglie che hanno subito delle perdite... ci sarà un bel da farsi. -

- No, Jacopo. Tu hai fatto già abbastanza e hai bisogno di riposare... - si preoccupò Ivana, andando ad abbracciarlo.

- Sì, ci penserò io. Tu hai già al tuo da pensare, prenditi tutto il tempo che ti serve: il lavoro è l'unica cosa che non scappa per noi - convenne Calderano.

- Grazie amico mio. -

- Pensi sia giusto seppellire mio padre? - domandò Alessandro mentre osservava sua madre, smarrita - Si è macchiato di crimini orrendi da una parte, però ha anche... Mia madre non so se si riprenderà mai dallo shock. -

- Sì. A prescindere da tutto, è giusto che tu lo seppellisca. -

Sei.

SeiWhere stories live. Discover now