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Alessandro aveva percorso tutta la rampa di scale che continuava sopra la balaustra e conduceva al piano superiore. Al suo termine una porta socchiusa spiccava tra le altre, dalla quale fuoriusciva una mano che faceva chiaramente segno d'entrare.

Inizialmente era tutto buio, poi una luce si accese svelando uno studio personale pieno di mobilia di legno massello e tende bordeaux. Al centro vi era una piccola zona salotto, dove un uomo attendeva seduto e pensieroso.

- Ben arrivato, Alessandro - salutò senza guardarlo in viso.

Il giovane notò che l'uomo aveva una certa presenza: trasmetteva forza, calma e fierezza, tuttavia il suo viso nascondeva qualcosa che non andava; le sue labbra erano violacee.

- Su, non avere paura. Vieni a sederti qui, non abbiamo molto tempo. -

Perché usa questo tono caldo e confidenziale con me?

Alessandro mise da parte i dubbi e andò a sedersi, risultando comunque abbastanza teso.

- Io so chi sei - fece debolmente.

L'uomo lo guardò con quegli occhi neri scintillanti, e si sbottonò il primo bottone della camicia liberandone il collo.

- So che sai. -

- Sei il capo dei Sei. -

- Non è proprio la risposta che mi aspettavo, mi hai spiazzato ma... Sì. -

- Mia madre dov'è? -

L'uomo sorrise e indicò ad Alessandro l'ingresso dello studio che aveva chiuso poco prima. Qualcuno aprì la porta ed entrò all'interno.

- Mamma! - esclamò. Valentina Reali aveva un aspetto magnifico e riposato, non sembrava fosse rimasta vittima di un brutto incidente e godeva d'ottima salute, almeno così sembrava. Ne ottenne la conferma quando lei gli corse incontro per stringerlo forte a sé, quanto le era mancato suo figlio!

- Si Ale, va tutto bene ora, sto bene... Che bello vederti! -

- Tu eri in condizioni particolari, come hai fatto a rimetterti così miracolosamente? Comunque sia, dobbiamo scappare! Gli altri cinque potrebbero essere qui a momenti... - fece in modo allarmato e sottovoce.

Mauro Bralli prese a tossire molto forte, sputando sangue dalla bocca. La tosse era così veemente che lo mise in ginocchio.

- Vincenzo! - urlò impaurita Valentina, che lo raggiunse immediatamente per aiutarlo a rimettersi in piedi.

Vincenzo...? Ma...

Il momento fu spezzato da Jacopo che, sfondata la porta, corse verso il capo dei Sei sferrandogli un pugno in pieno volto, facendo cadere a terra anche Valentina Reali.

- Devi ingoiare ogni singolo dente, bastardo... - disse mentre Ivana e Ludovico lo raggiungevano.

- Vincenzo! -

- Valentina, no! Stai con tuo figlio. - Il capo dei Sei si alzò a fatica, pulendosi il sangue agli angoli della bocca con la manica della camicia bianca.

Vincenzo... pensavo si chiamasse Mauro. Chissà quante menzogne mi avrà rifilato, pensò Ludovico.

- Jacopo, è la fotocopia sputata di... - si sorprese Ivana, portandosi una mano alla bocca e l'altra alla gola per l'incredulità.

- Sì, me ne sono accorto anch'io. -

- Ludovico, hai portato da me il maresciallo Pois in persona! A quanto pare ogni cosa è sfuggita al mio controllo, ma poco importa: il mio progetto è compiuto - disse volgendo lo sguardo a Valentina Reali. - Mi dispiace per la morte di tua moglie, condoglianze. -

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