35

48 8 10
                                    


L’autopompa era in viaggio a tutta velocità sul corso principale, diretta nella via dove erano avvenuti gli incidenti. Il metallo vermiglio con tutti i suoi riflessi, i lampeggianti blu e le divise verde militare dalle stringhe fluorescenti gialle che s’intravedevano dai finestrini, faceva sognare ogni bambino al suo passaggio facendoli fantasticare su quanto potesse essere fantastico essere un pompiere.

Combattere il fuoco, domarlo ed estinguere. Scene d’avventure surreali, piene d’eroismo e riconoscimenti al valore e chiavi della città prendevano vita nel loro immaginario, dove erano protagonisti indiscussi della scena, sprezzanti del pericolo e circondati dalle belle ragazze tratte in salvo. Esternarono il proprio stupore e la propria meraviglia con un sonoro “Woooow!”.

Ai bambini l’immaginario e agli adulti i fatti, purtroppo. L’autopompa svoltò e arrivò in Via Della Salsedine, tratto di strada che precede il passaggio a livello che conduce al lungomare. Quel tratto si era trasformato in un pandemonio. Il veicolo fiammeggiante non poteva proseguire per mancanza di spazio, pertanto furono costretti a parcheggiarlo in curva arrecando nuovi impedimenti al traffico.

I vigili erano giunti immediatamente, pronti a gestire quel piccolo canale tra la parte posteriore del camion e il marciapiede, rendendolo prontamente una corsia controllata a doppio senso di marcia, facendo passare a turno quattro auto alla volta per parte. Arrivarono anche le ambulanze, pronte a condurre gli eventuali feriti al pronto soccorso. Alcune volanti dei carabinieri tenevano d’occhio la zona.

I pompieri scesero giù; due con le asce e due con i piedi di porco.

- Siete pronti ragazzi? – tuonò Pompeo suonando la carica.

- Sì, Capo! – gli risposero.

- Bene! Facciamo largo ai paramedici e occupiamoci dell’estrazione dei civili dalle lamiere! Non abbiamo altro tempo da perdere! –

Si misero al lavoro. Le auto incidentate non erano molte ma avevano tutti o quasi tutti i posti dei passeggeri occupati. Ci volle un po’ per terminare l’opera a causa di alcuni sportelli che non ne volevano sapere di aprirsi e persone che nonostante non avessero riportato danni gravi, erano rimaste incastrate nell’auto o alle prese con posizioni talmente scomode e debilitanti da non potersi muovere.

In alcuni casi dovettero recidere le cinture di sicurezza, in altri sfondare finestrini e parabrezza. Solo un paio di casi di commozione cerebrale, un braccio e una gamba rotti e tanto, moltissimo spavento. Le ambulanze avevano badato a portare via i feriti.

Dario Rossettini, per sicurezza era tornato all’autopompa per verificare se ci fossero altre comunicazioni da ricevere. Aveva detto al Capo che sarebbe tornato subito quando questi gli disse che il lavoro non era ancora terminato, che dovevano controllare se ci fosse qualche altro bisognoso d’aiuto lì. – Vado e torno, non si ha mai che ci stiano cercando ancora, Pompeo -.

Entrato nell’abitacolo, udì le interferenze della radiotrasmittente. Pamela Lorenzi stava cercando di mettersi in contatto con loro. – Qui centrale, qui centrale, rispondete, passo! – La voce di Pamela era particolarmente allarmata. – Parla Rossettini, Pamela, passo. – Dall’altra parte del ricevitore si levò un sospiro di sollievo. – C’è un problema in Via Degli Aranceti, qualche piromane ha appiccato il fuoco a una casa circondata dalla campagna e un mare di erbacce secche. E’ richiesto immediatamente il vostro intervento; la situazione è critica, passo. –

- Via Degli Aranceti? E’ lontanissimo da qui, passo! – Dario non credeva che ce l’avrebbero fatta. – Allora portate il culo lì al più presto possibile, passo! – Dario lanciò lo sguardo lungo Via Della Salsedine. I suoi colleghi passeggiavano; non dovevano esserci altre complicazioni. Si mise al volante, avviò il motore e accese la rumorosa sirena. Pompeo, Salvatore ed Enrico non appena la udirono scattarono pronti nella sua direzione.

Pompeo, da quel giorno in poi avrebbe ricordato per sempre Dario Rossettini come un veggente. L’autopompa in retromarcia colpì un lampione, incrinandolo. Poi si lanciò nuovamente all’avventura verso quello che sarebbe passato alla storia come il peggior incendio mai visto nella storia di Balnea Nova.

SeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora