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Mentre Raffaella Lasti saliva a bordo della vettura ospedaliera assieme a Viola Gemma, Jacopo Pois aspettava con impazienza novità da parte dell'appuntato Calderano: gli aveva chiesto di rintracciare in tempo record il proprietario dell'appartamento e di far si che lo raggiungesse sul posto il prima possibile.

Faceva avanti e indietro sul marciapiede dall'altra parte della strada, scalpitante. Non aveva alcuna intenzione di perdere tempo. Aveva la stranissima sensazione che meno tempo avesse perso e meglio sarebbe stato. Una convinzione più che una sensazione, che aveva assunto il controllo delle sua azioni.

Per sua fortuna, Gianluigi Calderano era un lavoratore formidabile oltre che affidabile, e non ci volle molto tempo prima che si presentasse al cospetto del maresciallo assieme al proprietario, una "lei" per la precisione.

Il soggetto in questione era un'anziana signora sulla settantina, piuttosto malconcia e trascurata. Ad un primo attento esame, Jacopo non se ne meravigliò più di tanto: il suo aspetto rifletteva a pieno il suo appartamento in affitto.

Portava i capelli unti e grigiastri in una cipolla sfatta, il suo viso sporco era ceduto alle rughe in maniera un po' eccessiva e un'espressione incredibilmente arrabbiata; una di quelle che nel tempo, indossata una volta, non te ne liberi più. Indossava indumenti datati, sbiaditi e a tratti logori.

Colse inoltre i suoi preziosi e costosi accessori d'oro: una sfarzosa collana, degli orecchini di giada e più di un anello ornato di pietre preziose. Notò su questi un rubino, un'acquamarina e uno smeraldo.

Non gli fu affatto facile coglierne il colore delle iridi, nascoste dietro quegli occhi socchiusi ed inquisitori, almeno non quanto avvertire in lei astio e diffidenza.

- È lei che cercavamo -, disse Calderano con un po' di stanchezza nella voce. - Maresciallo, le presento Rita Ponzi. Rita, il maresciallo Jacopo Pois. Lei è la proprietaria dell'appartamento. -

Rita Ponzi, la madre di Rocco Ponzi, condannato all'ergastolo per associazione a delinquere ed omicidio.

- Salve signora - le fece Jacopo sforzandosi di essere il quanto più gentile possibile, offrendole la mano - spero di non averla fatta disturbare in momenti inopportuni. -

La donna anziana non ricambiò la sua cordialità limitando a dirgli in modo scorbutico: - Salve 'stu cazzu, comanda'! Io sungu pulita, pago tutt' i tassi e quill' atri purcate ca u statu mmi manna. Chi vuliti i mia? -

- Signora, non dubito affatto di tutto questo. E non vogliamo niente di speciale da lei, se non sapere a chi ha affittato il suo appartamento recentemente. -

- E chi n'avisa fa' vui? -

- Metterci sulle tracce dell'assassino della donna ritrovata al suo interno - le rispose guardandola in cagnesco, alludendo al suo possibile legame con la malavita.

- Oh no, no, no, no, pi' carità iddio, vi prego. Cu ie 'sta povera figghia? E comu ci s'a truvata aintro a casa meia? - fece lei sconvolta.

- La vittima pare si chiami Aurora Pastore. La conosce? -

- No, mai sentita. Vi giuro ca on ci cintramu nenti cu 'sta storia! Avia affittato 'sta casa a nu masculo... - rispose riflessiva, ma senza alcuna traccia d'ansia. Pois non se ne sorprese più di tanto.

- Può aiutarci signora, raccontandoci quel che sa? - domandò Jacopo nascondendo alla perfezione tutta la sua esasperazione e la sua diffidenza nei confronti di chi potrebbe ancora nascondere legami con la criminalità di bassa levatura.

- Ma certo! Vede, cu figliomo in gattabuia e tutti 'sti casi ca tenimu, 'on riesco a paga' tutta 'sta 'mazzata i tassi chi m'arrivano cu sulamente na pensione. Accussì quilli ca riesco a fittare i fitto, picchì cu l'attuale crisi u mercato immobiliare ie crullato ed i case 'on si venn'n chiù. Accussì na settimana fa, nu tal... Massimo Rinaldi, ha chiamat aru numm'r a supr aru cartill "affittasi". M'ha pagato tre mesi in anticipo. Ma chi sacc ie, aintro a casa c'era sulamente lui! -

Mi sembra sincera, pensò Jacopo, ed il nominativo coincide con quello fornito da Viola Gemma ma se questo Massimo fosse implicato in qualche modo con le attività illegali del figlio, o magari, affiliato a chi potrebbe esserlo lei?

Seppur dubbioso, il maresciallo indossò la maschera dal volto amichevole e credulone, ottenendo i risultati sperati. - Bene, e cosa può dirmi riguardo a questo Massimo? -

La donna prima di rispondere alla domanda inarcò un sopracciglio e si grattò il cuoio capelluto facendosi strada con le dita raggrinzite dalle unghie giallognole fra i capelli. Un evidente segno che l'età aveva effettuato il suo buon corso sulla sua memoria.

- Non saprei dirle. Moro, gavuto, cu na particolare spilla d'oro i nu pennutu. Mi paria nu tipo piuttosto stravagante pe' l'età c'avia...
Comunque iera gunu a supra a  qurantina, nu midicu mi pare, ma on avii capitu i chi genere. Nu foristiro.
  -

- Un quarantenne medico, stravagante, moro e con una spilla d'oro raffigurante un volatile...  - ripeté fra sé e sé a bassa voce. La donna annuì visibilmente.
- Lei È SICURA di non averlo mai visto prima? -

- Sicurissima. -
- Grazie infinite. Si tenga a disposizione, signora. Devo però informarla che il suo appartamento sarà momentaneamente preso in custodia dalle autorità per lo svolgimento delle indagini. -
- Mi può trovare sempre ara casa, ara mia età... arrivederci! -

Perplesso si sedette su una panchina situata sotto il portico dell'edificio, a riflettere. Si tormentò le mani nel mentre decideva se avesse abbastanza elementi per iniziare una caccia all'uomo o meno. Decise di si, quindi non gli rimaneva altro da fare che tornare su dalla Bolgia per accertarsi che andasse tutto bene, ma appena si mise in piedi il suo smartphone squillò: si trattava di sua moglie Nora.

- Si amore? -
- Scusa se ti disturbo amore, ma volevo avvisarti che ho invitato Silvia da noi questa sera a cena e pare ci sarà anche il suo nuovo spasimante, quel Carlo Testa! Pensavo che se non ti avrebbe dato fastidio, sono troppo curiosa di conoscere questo tizio! Cosa ne pensi? -
- Ma certo amore! Sono stanco in effetti, ma staccare la spina non mi farà affatto male e poi sono curioso anch'io, devo ammetterlo. Però non facciamo molto tardi ok? A che ora arriveranno? -

- Non si tratterranno più del dovuto promesso; alle 21:00 - rispose lei entusiasta.

- Perfetto, allora a più tardi. Ti amo. -

- Ti amo anche io, a dopo! Cerca di non stressarti troppo... -

Un click sancì la fine della telefonata tra i due coniugi. Jacopo continuò a fissare il dispositivo nella sua mano con un mezzo sorrisetto divertito.

Carlo Testa, pensò, e da dove salterà mai fuori costui?

# Spazio Autore:

Hai problemi nel tradurre le parti di dialogo in dialetto calabrese? Nessun problema, ci sono qui io. Sarò ben felice di dissipare via la nebbia attorno a voi traducendo, se ne avrete bisogno. Basta solo che sottolineate cosa non avete capito e ed esprimiate il desiderio nei commenti.

Carlo Testa è tornato!

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