Capitolo 20

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Uscirono dalla camera e Toni si fermò sulla porta della cucina e rimase sorpresa da ciò che vide. Suo zio era già sveglio che si stava lavando le mani nel lavandino mentre sul tavolo era già pronta la colazione. Non aveva mai visto suo zio fare una cosa del genere, o, piuttosto, capitava raramente che si alzasse prima per preparare la colazione.

"Zio che cos'è tutto questo?" Chiese la ragazza ancora meravigliata. Lui si girò accorgendosi solo in quel momento della presenza di sua nipote.
"Mi sono svegliato presto e ho pensato: perché non preparare la colazione?" poi si rivolese a Cheryl che per tutto il tempo era rimasta dietro Toni in silenzio.

Avrebbe voluto molto volentieri dirgliene quattro a quell'idiota che aveva osato far del male a Toni, ma si trattenne per il suo bene.
"E lei è?" Chiese allargando il sorriso contento che ci fosse qualcuno che le volesse bene e che l'aveva protetta quando lui non ne era in grado. Lo capí anche dal fatto che le loro mani erano unite.

La ragazza dai capelli rosa si girò verso la rossa imbarazzata grattandosi la testa con la mano libera
"Ehm lei è..." con tutto quello che era successo non sapeva come definire il loro rapporto, non aveva ancora avuto l'opportunità di chiarire questo punto
"Sono la sua ragazza" disse Cheryl con fare possessivo stringendole di più la mano e facendo un passo in avanti come per proteggerla da un pericolo.

L'uomo dal canto suo sorrise ancora di più e le invitò a sedersi a tavola. Cheryl si aspettava tutto tranne che quella reazione, voleva farlo sentire in soggezione attraverso il suo sguardo fermo, voleva fargli capire che non avrebbe più dovuto toccare Toni con un solo dito, non un'altra volta, oppure sarebbe andato incontro a guai seri. Ma non andò esattamente così.

Si sedettero. La situazione era questa: l'uomo sorridente che cercava di sembrare positivo sperando di dimenticare gli avvenimenti della sera prima; Toni si sentiva a disagio, non solo per ciò che aveva detto Cheryl qualche secondo prima, dato che non aveva capito fino infondo le sue intenzioni, ma anche per il modo in cui l'uomo guardava entrambe, sembrava che tutto ad un tratto avesse deciso di preoccuparsi dei lei e della sua 'ragazza', come si faceva chiamare ora.

Mentre Cheryl, assorta tra i suoi pensieri si chiedeva come mai avesse avuto così poco potere sullo zio di Toni, forse aveva solo perso un po' di grinta per gli avvenimenti della sera prima. Più che pensare alla tensione di quella stanza pensava a come non fosse riuscita a sfoderare al meglio le sue doti.

"E-ehm" fu lo zio a interrompe quel silenzio imbarazzante fingendo di tossire
"Voi da quanto state insieme?" le indicò mentre imburrava una fetta di pane. Toni diventó rossa dalla vergogna, non sapeva perché reagiva così, con suo zio poi non era mai capitato. In realtà non era mai capitato che si scambiassero più di due parole consecutive quindi forse era per quello. O per tutta la situazione con Cheryl che non riusciva a tenere sotto controllo.

La rossa sembró risvegliarsi da quel mondo che si era creata e tornò a guardare l'uomo con odio.
"D-da poco" rispose Toni rivolta verso suo zio. Lui continuò ciò che stava facendo con assoluta tranquillità e spensieratezza.
"Te come ti chiami tesoro?" Si rivolse alla rossa rendendosi conto di non essere ancora a conoscenza del suo nome
"Cheryl" rispose lei con sufficienza.

"Bene Cheryl sembri una persona molto carina e dolce e non credo tu possa volere il male di mia nipote ma ti avverto che lei è speciale per me quindi non provare a romperle il cuore e di farla tornare a casa sana e salva" si raccomandò con serietà agitando l'indice e posando il coltello per un attimo
"Zio!!" Toni lo rimproverò ma infondo era contenta delle sue parole perché significava che stava guarendo da tutto ciò che si era provocato negli ultimi anni.

"E inoltre ragazze io mi fido di voi e so che farete tutto nel modo giusto e che niente potrebbe andare nella direzione sbagliata, ma se voleste... insomma... fare sesso, mi raccomando, attenzione!" Diede un morso alla sua fetta di pane per poi bere dalla sua tazza un sorso di caffè come se avesse fatto il discorso più normale del mondo anche se dentro di se si sentiva esplodere per l'imbarazzo, ma si sentiva anche responsabile per la prima volta.

Closer to you||choniWo Geschichten leben. Entdecke jetzt