Capitolo 45

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"Toni metti via il telefono e aiutami con questo pollo" le urlò lo zio dalla cucina alle prese con pentole, padelle, mestoli, cucchiai, ripieni e chi più ne ha più ne metta.

"Perché li hai dovuti invitare?" Chiese sbuffando lanciando il telefono sul divano svogliatamente e andandogli incontro. Neanche il tempo di arrivare che suo zio si era girato bruscamente facendo cadere un bicchiere d'acqua. I pezzettini di vetro tintinnarono per tutto il pavimento della cucina.

La fulminò uccidendola con lo sguardo e lei scoppiò a ridere. Non riusciva a prenderlo sul serio con una mano dentro il pollo, con l'altra nell'impasto e con la gamba attaccata al forno. Che voleva fare? Capire quanto era caldo. La cosa più logica che le venne da pensare anche se di logico non c'era niente.

"Ci penso io" lo tranquillizzò dopo essersi calmata dalle troppe risate.
"Sarà meglio" si girò e continuò a riempire il suo amato pollo.
Lei andò a prendere la paletta e lo straccio e sistemò quel casino.
Quando finì si sedette accanto a lui sulla cucina e prese un pomodorino per poi buttarselo in bocca.

"Hei" la rimproverò schiaffeggiandole giocosamente la mano
"Sono per gli ospiti"
"Non si accorgeranno della mancanza" sorrise facendo ridere anche lui
"Cosa devo fare?"
"Apparecchia"
"Ma sono solo le 6:30" si lamentò
"Si e loro arrivano alle 8, siamo in ritardo" disse con quella vocina da sclero.

Finalmente finì di riempire il pollo, poi Toni si chiese perché facesse tanta fatica. Potevano benissimo ordinare una pizza, sarebbe stato più facile e veloce e lei non avrebbe dovuto sopportare suo zio che urlava perché era in ritardo.

Lui infornò la carne e poi iniziò a pulire.

"Neanche a Natale mangiamo così tanto" esclamò la ragazza mentre spalmava la maionese sul tramezzino. Si erano messi a preparare gli antipasti.
"Potrò non cucinare per una settimana" sorrise tirando un sospiro di sollievo.

Si sentirono dei bip, segno che erano arrivati dei messaggi a Toni. Si alzò con calma e andò a lavarsi le mani
"Pausa" urlò e lo zio annuì dopo aver borbottato qualcosa di incomprensibile.
Toni raggiunse il divano e ci si buttò sopra prendendo il telefono
Da Cherbear🍒: Sono davanti casa tua, scendi.
Da Cherbear🍒: Perfavore

Appena lesse i messaggi si preoccupò. Si diresse verso la finestra, tanto per essere sicura che non fosse uno scherzo, e vide la macchina rossa di Cheryl. Si mise di corsa le scarpe e il giubbotto, prese il telefono, le chiavi e aprí la porta
"Torno subito" urlò a suo zio che subito dopo le chiese cosa stesse succedendo, ma lei era ormai già uscita.

Si tirò su il cappuccio perché pioveva e corse verso la macchina, aprí lo sportello e si scaraventò sul sedile.
"Hey che succede?" Chiese preoccupata, alcune gocce scivolarono sul giubbotto per poi finire sul sedile. Decise di toglierlo e metterlo dietro.

"Potresti anche rispondermi, stavo per andarmene" disse acida senza salutarla.
"Appena ho letto il messaggio sono uscita, scusa" rispose a bassa voce.

"No scusami tu" Cheryl si portò le mani alla faccia pentendosi immediatamente di quello che aveva detto.
"Non sarei dovuta venire" scosse la testa guardandola negli occhi.
"Perché sei qui?" Le chiese Toni poggiandole una mano sul braccio con amore. Lei abbassò la testa
"Hey Cher puoi parlare con me". Cercò di tranquillizzarla, sembrava davvero tanto agitata.

Cheryl si buttò tra le sue braccia appoggiando la testa sul suo petto. Le strinse la vita e Toni iniziò a carezzarle i capelli.
"Avevo solo bisogno di vederti" sussurrò sul suo collo.
"Hey" le accarezzò una guancia portandole indietro i capelli che si erano sparsi sul suo viso "vieni qui".

La face alzare mettendola sulle sue gambe e indietreggiò il sedile così da poter stare più comode.
Cheryl sentiva il suo cuore battere, la sua melodia preferita, e le sue dita che passavano tra i capelli.

Closer to you||choniWhere stories live. Discover now