20 - Possibilità

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Non avrei mai pensato che mi sarei ritrovato in una situazione del genere così presto. Ancora non mi ero ripreso dalla prima (e unica) volta in cui ero rimasto con Trey in camerino, chiusi dentro, così vicini. Sarebbe stata una prova troppo difficile da superare per chiunque.

Per non parlare del fatto che i rapporti tra me e lui si fossero inesorabilmente incrinati e non vedevo alcuna possibilità di farli tornare come prima, soprattutto perché avevo il timore di essere tradito dai miei stessi sentimenti. Sapevo che ero io la causa del nostro allontanamento, del cambiamento di Trey nei miei confronti, della continua ricerca di Rory di attenzioni, del mio cuore spezzato.

Per una volta non ero in grado di essere me stesso in tutto e per tutto e mi lasciavo trascinare dagli eventi. Mi sentivo così impotente, così maledettamente in errore. E non c'era niente che potevo fare per sistemare le cose.

Sbuffai e presi uno spillo dalla bocca, infilandolo nella stoffa grigia. Stavo apportando delle modifiche ai pantaloni di Trey, poi sarebbe stato davvero perfetto per il matrimonio di sua sorella.

Al di fuori del camerino c'erano Gwen e Malory. Era stato un colpo vedere Trey entrare in sartoria insieme alla fidanzata. Non bastava ogni giorno in università o nei miei incubi peggiori, lei era ormai radicata nella sua vita, non mi sarei stupito se fosse stata pure invitata al matrimonio.

Mi rimisi in piedi e fui troppo vicino al suo volto. Non mi stava guardando, era perso, lontano da me, con un'espressione vuota. Mi arrivò addosso l'odore del fumo e aprii la bocca senza pensarci. «Hai fumato?»

«Sì...» rispose flebile.

«Come mai?»

Non aveva forse detto che fumava soltanto quando era agitato o qualcosa lo turbava?

«Avevo solo voglia di fumare.»

«Davvero?»

Annuì e io abbassai il capo.

Che fosse colpa mia? Sono io il problema? Non potei chiederlo, non sarebbe stato corretto.

«Basta che non diventi come Warren» accennai una debole risata.

«Non credo che arriverò mai a quei livelli.»

Mi sentii attraversare da una scarica, e non positiva. Trey continuava a parlare atono e dava l'idea di non voler proprio conversare con me. Un disastro, ecco cosa avevo provocato. Avrei tanto voluto spiegare a Trey che non ce l'avevo con lui, che volevo essere suo amico ma che mi ero dovuto frenare a causa del cuore che scalpitava in sua presenza. Come potevamo esserlo ancora, se io non volevo più semplice amicizia?

E continuavo a incolparmi, perché ero io che l'avevo avvicinato, io che l'avevo fatto entrare nel nostro gruppo, che l'avevo invitato a studiare, l'avevo fatto entrare a casa mia, gli avevo aperto il cuore, l'avevo rassicurato dopo il litigio col padre. Mi ero spinto decisamente in là senza rendermi conto che Trey vedeva in me solo un amico.

Tacemmo per i minuti successivi, fu quasi una tortura averlo così vicino ma così distante. Sentivo di volermi buttare tra le sue braccia, baciarlo, dirgli quello che provavo.

Non potevo.

Quando uscimmo dal camerino, Gwen e Malory stavano chiacchierando sedute sul divanetto in pelle, con in mano una delle riviste di moda della sartoria. Il mio capo si avvicinò e mi prese i vestiti di mano, sparendo poi nella piccola bottega sul retro per sistemare ciò che io avevo appuntato.

Situazione più terribile di quella non poteva esserci: da solo insieme a Trey, Malory e la sorella, dovevo subirmi ancora la loro felicità sbattutami in faccia.

Come Guardare il SoleWhere stories live. Discover now