Epilogo

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«Ho le chiappe congelate» mi lamentai mentre mangiavo una caramella.

«Io non sento più il naso» commentò Trey, e Kevin fu veloce nello sporgersi e lasciargli più baci proprio sulla punta di questo, facendo diventare Trey rosso in viso.

Feci una smorfia disgustata. «Per favore! Queste cose da finocchi non le voglio vedere» dissi e ficcai in bocca un'altra caramella gommosa.

«Io invece sarò triste di non vederle più quando me ne andrò da qui» sospirò Charlotte e si avvolse così tanto nella coperta che sbucavano fuori solo gli occhi e la fronte.

«Allora devi stare tranquilla» fece Kevin, «dato che non te ne andrai da nessuna parte per molto tempo ancora.» La guardò beffardo e ottenne una spinta che lo fece barcollare.

Lottie stava pensando di andare a vivere da un'altra parte, forse di tornare nel suo paese natale e trovare un lavoro, tuttavia era soltanto un'ipotesi, perché non aveva intenzione di lasciare Kevin da solo, per il momento. E io la ringraziavo, perché ciò permetteva che la stanza di Rory non venisse occupata da uno sconosciuto.

Soffiai nella coppa creata dalle mani e una nuvoletta di fumo uscì dalla bocca, poi dissi con voce un po' tremolante: «Ricordatemi chi ha avuto la strabiliante idea di passare la notte del primo novembre sul tetto.»

«È una bellissima idea e tu eri d'accordo con me» rispose Kevin. Si ravvivò i capelli mossi e mi fissò con occhi assottigliati, scatenando la mia risata strafottente.

«Sì, sì... L'essere uniti sotto lo stesso cielo, vedere il sorgere del sole, tutta quella menata sul fatto di non avere paura di essere se stessi... Bla, bla...» lo presi in giro e, così come meritavo, ricevetti un bel calcio dritto negli stinchi. Gemetti di dolore e ridacchiai ancora.

«È per Rory.»

Mi feci subito serio e annuii. Non aveva davvero un senso: ci trovavamo insieme, su quel tetto, alle sei del mattino, perché volevamo trovarne uno.

Ci sdraiammo l'uno di fianco all'altro, più coperte non ci facevano morire assiderati, insieme al calore dei nostri corpi. Il cielo cominciava a cambiare le sue sfumature: il bluastro stava lasciando il posto a un blu più tenue, che si trasformava in azzurro e poi giallo e, infine, arancione, proprio lì dove il sole sarebbe sorto a breve.

Ci volle qualche altro minuto, poi comparve una minima porzione luminosa e tutti noi rimanemmo a fissarla fintanto che non doleva alla vista, tuttavia avvertivo già gli occhi affaticati. Poco dopo mi fu impossibile mantenere il contatto visivo, portai una mano davanti agli occhi e lasciai che i raggi del sole filtrassero tra le dita.

E trovai il senso.

Il mio senso.

Mi misi seduto e guardai il palmo, potevo sentire il calore assorbito in quei minuti.

Poi sollevai il capo, vidi Rory sorridermi, e faceva male, cazzo se faceva male.

Rory era stato colui che mi aveva insegnato a essere me stesso, avevo dovuto affrontare troppe prove, avevo ricacciato nel profondo dei sentimenti a cui non avevo voluto dare ascolto.

Piccole lacrime mi solcarono le guance e sorrisi mentre il viso di Rory era ancora davanti a me, circondato da un alone luminoso che gli donava da impazzire. Lui aveva incontrato persone che non erano riuscite a vedere la luce che emanava, ma ero convinto che fosse completamente appagato dalla propria vita, perché era quella che aveva scelto di vivere.

Essere se stessi era difficile, a volte si intraprendeva una lotta contro il proprio "io" perché non ci si voleva accettare, altre volte si aveva semplicemente paura di uscire fuori e farsi vedere dagli altri. Però c'erano alcune persone che avevano il coraggio di camminare a testa alta e mostravano a tutti la propria natura, risplendendo anche più dei raggi che ora mi colpivano il volto.

Poteva essere doloroso, più volte si cadeva nella tentazione di voltare le spalle e tornare nell'ombra, ma era anche una sensazione stupenda, una volta che la si era provata sulla pelle. Era un'emozione riservata soltanto a coloro che non temevano più, e assomigliava a quell'alba.

Sì, adesso l'avevo capito, il senso.

È come guardare il sole.



Fine



NOTA DELL'AUTRICE:

E così si conclude anche questo viaggio, spero di avervi trasmesso i sentimenti che avrei voluto trasmettere e vi lascio con una piccola riflessione: più volte, nel corso della storia, i personaggi hanno cercato un senso che si rifà al titolo. Perciò vi chiedo: per voi cosa significa la similitudine "come guardare il sole"? È una frase che lascia spazio a parecchi significati, i miei personaggi hanno trovato il loro personale a seconda delle situazioni.

Come al solito, ci si sente nei ringraziamenti nella prossima parte e poi dal 20 maggio con la nuova storia! Un bacio.
Flor <3



Come Guardare il SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora