48 - Striscione

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Una cuffietta pendeva sul petto, mentre l'altra era infilata nell'orecchio destro e faceva da sottofondo alla conversazione tra me e Stephan verso i settori universitari. Avrei preferito rimanere nel mio mondo musicale, senza dover parlare con qualcuno dalle sette del mattino, ma Stephan era l'unico con cui potevo farlo e l'unico che sopportava il caratteraccio che mi ritrovavo da almeno una quindicina di giorni.

Da quando... Non riuscivo a smettere di pensarci, Rory era il mio chiodo fisso. Per quanto avessi voluto dimenticarmi di tutto, andare avanti e non meditare su quei maledetti sentimenti che non comprendevo, la presenza di Rory era costantemente dietro di me.

Inutile nascondere che mi mancava, ma era stato meglio interrompere ogni tipo di rapporto, piuttosto che proseguire con quella messinscena. Perché di messinscena si trattava. Quello che sentivo dentro di me non poteva, non doveva e non si sarebbe mai evoluto in ciò che sperava Rory.

Era impossibile.

«Si può essere già stanchi dopo appena una settimana che sono iniziate le lezioni?» chiesi.

«Abbiamo troppe ore e sono una più pesante dell'altra» rispose Stephan e nascose le mani nelle tasche del giubbotto di jeans. «Quanto sono soporifere le lezioni di Zoologia?!»

«Magari fosse solo Zoologia il problema» replicai. Avrei voluto cominciare un discorso su come la professoressa di Biochimica mi infastidisse e su come non capissi la metà delle frasi che diceva, ma non ne avevo la forza e nemmeno la testa. Stavo perdendo un po' del mio modo d'essere, non andava affatto bene, e se me ne accorgevo da solo, chissà come apparivo agli altri.

Camminai a testa alta, spensi l'iPod e raggomitolai le cuffie nella tracolla. Poi vidi un gruppetto di persone fermo ad ammirare qualcosa di fianco al cancelletto d'ingresso; soltanto quando ci passai davanti capii che era uno striscione di qualche innamorato, lo si poteva intuire dal cuore che svettava nell'angolo in basso a destra. C'era anche una frase, dai colori dell'arcobaleno: "Sostieni che non possiamo essere perfetti insieme, ma per me la perfezione ha un'unica forma. Noi."

Di fianco al cuore c'erano due iniziali.

W e R.

Un crampo allo stomaco accese il campanello d'allarme. Quella frase, quei colori, quelle iniziali... No, non poteva essere vero, era una dannata coincidenza. Doveva essere un qualche Robert che voleva far colpo su una Wanda, dopo che le aveva spezzato il cuore e voleva rimettere le cose a posto. Mi convinsi che era così, non poteva essere altrimenti.

«Tutto bene?» La mano di Stephan fu sulla mia spalla. «Ti sei incantato.»

Ero davvero rimasto fisso su quello striscione così a lungo? Avevo una faccia da far paura? Forza, dovevo riprendere possesso delle mie facoltà mentali, per quanto potessi averne a quell'ora. «Stavo solo pensando chi è lo sfigato che va a mettere in giro cose come questa» indicai lo striscione dietro di me col pollice, «io mi vergognerei sia a riceverlo, sia a farlo.» Risi per mascherare l'evidente agitazione che si era scatenata nel mio petto, Stephan sembrò darmi corda e ci avviammo oltre il cancelletto.

Prima, però, sbirciai con la coda dell'occhio un'ultima volta quella frase, impressi nella mente ogni sbavatura, la stoffa che si era sporcata appena in un angolo, quelle iniziali su cui era stato aggiunto del glitter luccicante. Se non ci fosse stato nessuno in giro, mi sarei incollato allo striscione per sentire il profumo che emanava.


* * *


«Potete evitare di dare così mostra di voi due?» Sbuffai e maledissi ancora una volta mia madre per aver messo mano nella borsa e avermi fregato il pacchetto di sigarette. Ora come non mai avevo bisogno di nicotina.

Come Guardare il SoleWhere stories live. Discover now