53 - Finocchio

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Mi svegliai lentamente tenendo gli occhi chiusi, vicino a me sentii la presenza di Rory, il suo odore mi riempì le narici. Ma, a dire la verità, in quella stanza rosa confetto c'era odore di sesso.

Ero ancora terrorizzato ma felice di aver passato la notte con Rory. Lo volevo in un modo che non era solo dettato dalla mia erezione (che si era palesata parecchie volte, nelle ultime settimane, pensando a lui): lo volevo insieme a me, tutti i giorni, con il suo sorriso e la sua sfacciataggine perversa.

Venni colto dall'ansia. Non ero ancora del tutto consapevole del nuovo me, tuttavia, prima o poi, avrei dovuto avanzare e non rimanere in bilico su quel filo sopra al burrone. Se mi fossi voltato indietro? Non sarebbe stata la soluzione più facile?

Diamine, mi sono ripromesso solo ieri di non ferire più Rory e già penso a scappare, premetti la mano sulla fronte e sbuffai.

«Buongiorno.»

Sobbalzai e mi accorsi che Rory mi stava squadrando con un sorriso dolce e lascivo. Era proprio quello che mi rincorreva ogni singola notte, quello che avevo sperato di vedere al posto delle lacrime di cui ero stato io stesso il fautore.

«Mi hai fatto rischiare l'infarto» borbottai. Mi girai sul fianco e gli accarezzai i capelli, arrivai alla treccina e la impigliai tra le dita. «Mi guardavi dormire?» Annuì e rise civettuolo. «È una cosa che non si fa più dagli anni novanta» lo ammonii strafottente.

«E chi l'ha detto?»

Non risposi e mi sporsi sul suo corpo, sovrastandolo, gli tappai la bocca con la mia e percorsi il perimetro delle labbra con la lingua. «Non siamo in un film d'amore.»

«Forse in una serie tv adolescenziale.»

«Allora è meglio dire una telenovela.»

Rory scoppiò a ridere di nuovo e in quel momento capii di voler sentire quel dolce suono tutte le mattine come sveglia. L'avrei messo sul telefono, se solo non fosse stato troppo strano. Ma che cazzo andavo a pensare? Ero cambiato a tal punto soltanto per essermi lasciato appena andare?

«Ieri eri un gattino sexy.»

L'avevo detto davvero.

«Era tutto per te.» Mi scoccò un bacio. «Volevo farti cadere ai miei piedi e... direi che ci sono riuscito.»

Eccome. Rory era stato perseverante, lui aveva capito, aveva visto ciò che io non riuscivo nonostante fosse appena al di là del mio naso. Era incredibile come fosse rimasto in piedi, sebbene io l'avessi atterrato troppe volte. Qualsiasi persona sarebbe fuggita di fronte a tanta cattiveria, ma lui no.

«Tu ci hai sempre creduto...»

Rory annuì e io mi chinai sul suo volto per baciarlo ancora. Stavo baciando un uomo di mia spontanea volontà e mi stava piacendo. Non soltanto un piacere puramente fisico, non perché era un buon baciatore, era qualcosa che scavava più in profondità dentro di me.

Gli accarezzai la guancia e il padiglione dell'orecchio, poi scesi sul collo e gli sfiorai dove sapevo esserci un segno che gli avevo lasciato quella notte.

«Sveglia, batuffolo, devi andare a...!» La porta si spalancò d'improvviso e io mi affrettai a togliermi da quella posizione, scivolando di lato col fiatone. C'era Lottie, davanti a noi, con gli occhi spalancati e la bocca corrucciata.

Eh, no, quello non andava bene.

Che io baciassi il finocchio non doveva uscire dalla stanza delle Barbie.

Provai a dire qualcosa, ma Charlotte me lo impedì parlando per prima: «Devi portare giù la spazzatura.»

«Non puoi farlo tu?» replicò Rory.

Come Guardare il SoleWhere stories live. Discover now