52 - Regalo

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«Anche tu dovresti andare a riprendertelo.»

La voce di Lottie mi risvegliò dalle visioni in cui Rory faceva da padrone, anche se solo per un millesimo di secondo, poiché ancora indirizzai lo sguardo su di lui. Era da tutta la sera che non riuscivo a staccare gli occhi dal suo corpo, dalle sue labbra e dalle sue iridi cerulee. Per non parlare del costume che aveva scelto... una terribile aggravante alle mie fantasie.

Non appena mi aveva aperto la porta, avevo capito che sarebbe stata la serata più difficile della mia vita. Rory indossava un top bianco che gli lasciava scoperto il ventre, aderente sul petto e tutto peloso, poi degli shorts anch'essi bianchi e parecchio inguinali. L'immaginazione non poteva che galoppare. Aveva un cerchietto con le orecchie da gatto e persino la coda attaccata ai pantaloncini. Ai piedi portava degli stivaletti pieni di pelo e si era messo le unghie finte come artigli; aveva anche delle calze a velo bianche che lasciavano intuire quanto fossero lisce le sue gambe. A concludere il tutto, il trucco gli faceva le guance rosee e il naso da gatto, con tanto di baffi finti disegnati.

Avevo voglia di abbracciarlo e coccolarlo fino a perdere la sensibilità delle mani.

«Te lo stai divorando» disse ancora Charlotte, io la guardai e strinsi un pugno.

Maledizione se aveva ragione.

«Forse hai avuto un abbaglio» ribattei con un ghigno.

Non volevo assolutamente che qualcuno lo capisse, ma, se se n'era accorto Trey, come potevo pretendere di non farlo scoprire ad altri?

Mi nascosi dietro l'ennesimo sorso del mio analcolico, in quel momento avrei tanto voluto qualcosa di forte e anche una sigaretta, ma scappare di nuovo e rifugiarmi nei piaceri effimeri di un po' di nicotina e alcool non sarebbe servito a nulla. D'altro canto, non avrei nemmeno affrontato i miei sentimenti, dovevano sparire e basta.

Allora perché sono a questa festa? Forse perché mi era stato impossibile rifiutare, perché ero stato talmente contento che Rory mi avesse invitato da aver dimenticato le cazzate che avevo combinato.

Non potevo più negare l'intensità di ciò che provavo per lui, e ogni singolo giorno il mio corpo e il mio cervello me lo ricordavano. Quante volte l'avevo sognato, quante volte i sogni non erano stati dei più casti, quante volte avevo voluto presentarmi a casa sua e sbatterlo contro un muro per appropriarmi delle sue labbra.

Stavo impazzendo, non sapevo più chi ero.

«Come vuoi tu.» Lottie scrollò le spalle e si sistemò la minigonna, tirandola verso il basso. Non potei evitare che l'occhio mi cadesse sulle sue cosce e, dannazione, quanto erano belle. Ecco... era proprio quello che mi faceva dubitare di me stesso. Quale dei due era il vero Warren? Quello che fissava le gambe delle donne e sperava di ritrovarsi magicamente nel mezzo, o quello che immaginava un buco più piccolo che apparteneva soltanto a Rory?

Non poteva piacermi un maschio.

Uno solo.

Solo Rory.

Cazzo.

Nemmeno mi accorsi che Charlotte se ne era andata e che si stava scatenando con Vicki. Quella ragazza mi odiava, lo potevo percepire dal suo sguardo torvo quando si posava su di me, ma non me ne fotteva proprio nulla.

Trey aveva trovato il coraggio di prendersi Kevin e si erano isolati, allo stesso modo Julian e Robert erano dalla parte opposta della pista. Mancava solo una persona. Mi chiesi se fosse bastata una minima distrazione per farlo scomparire dalla mia vista, immaginai tutti i possibili scenari, lo pensai assieme al primo molestatore che potesse capitare e persi un battito.

Come Guardare il SoleWhere stories live. Discover now