50 - Desiderio

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«Sei la bambola di porcellana più bella del mondo, Kevin. Mi farei scopare da te all'istante, davvero.» Un colpo di tosse mi fece voltare e riscoprii Trey a metà tra l'imbarazzato e il geloso. Mi scappò una risata e dissi ancora: «Senza nulla togliere al tuo sexy fidanzato pirata, mi farei dare volentieri una botta anche da lui.»

«Smettila, Rory» mi rimbeccò Kevin.

«Che c'è? Non posso fare apprezzamenti? I miei occhi sono appagati da quello che vedono e la mia lingua vuole riversarlo fuori» ironizzai.

«Sono sicuro che lui non voglia sentirlo, però.»

Guardai gli occhi scuri di Trey, che scosse la testa, ancora più in agitazione. «Non è così...»

«Visto?»

Kevin mi diede una debole spinta sul petto e ribatté: «Solo perché oggi è il tuo compleanno e non posso darti contro.»

Ghignai strafottente e ultimai il trucco di Kevin con una dose abbondante di cipria per rendere ancora più bianca la sua pelle. Ammirai il risultato e ne fui soddisfatto, poi mi diressi allo specchio per sistemare anche il mio, di trucco. Diedi un'occhiata all'orario e il cuore prese a correre rapido.

Dovetti aver cambiato espressione, perché mi ritrovai la mano di Kevin sulla schiena mezza nuda. «Calmo» mi disse, «ancora non posso crederci che hai invitato Warren al tuo compleanno, ma non essere così teso.»

«Non ci riesco...»

Kevin sospirò e mi diede qualche colpetto per rassicurarmi, porgendomi anche uno splendido sorriso. Sapevo che aveva picchiato Warren e che la situazione non era stata delle migliori nemmeno tra loro, tuttavia erano tornati amici, ma Kevin era rimasto comunque sorpreso del mio invito e mi aveva consigliato caldamente di declinare l'offerta.

Non gli avevo dato retta, volevo ancora una possibilità con Warren. Da dopo che si era scusato per messaggio, ce ne eravamo scambiati altri innocui e tranquilli. Inutile a dirsi, mi ero sentito subito meglio. Poter chiacchierare con lui anche di futilità, come l'uscita di un nuovo videogioco, mi bastava per cominciare a ripristinare il nostro equilibrio.

Però ero terribilmente agitato. Quale sarebbe stata la sua espressione? Avrebbe provato pena per me o avrebbe avuto quella faccia che mi faceva venire voglia di prenderlo a schiaffi e baci in contemporanea? Sarebbe stato il Warren che mi riteneva uno schifo o quello che era stato mio amico e che mi aveva fatto provare troppe emozioni?

Tra una ventina di minuti l'avrei scoperto.

«È Warren quello che deve essere agitato» esordì Lottie. Il suo costume da strega era uno dei più provocanti che avessi mai visto: a partire dalla maglia viola semitrasparente, che lasciava intravedere una fascia dorata al di sotto per ricoprirle il seno, alla minigonna che le stringeva le cosce alla perfezione, facendo risaltare le sue gambe lunghe. Sarei voluto essere come lei, sarebbe stato tutto più facile. «Passerà la serata in un locale gay insieme a gay» continuò, «non so quanto possa esserne felice.»

Quella frase mi strappò una risata. Warren sarebbe stato l'unico ragazzo etero, tuttavia ci sarebbero state anche due ragazze: Lottie e Vicki, ma non ero preoccupato. Con Charlotte avevo già messo in chiaro che Warren era off-limits; la mia amica, invece, ne era quasi spaventata e lo odiava per come mi aveva trattato proprio davanti a lei.

Aggiunsi del mascara e mi diedi un ultimo ritocco col rossetto che mi aveva regalato Kevin. Mi guardai intensamente allo specchio e spazzolai il ciuffo per l'ennesima volta, volevo raggiungere la perfezione.

«Sei bellissimo così, batuffolo.» Lottie si posizionò dietro di me e mi afferrò per le spalle, incurvandosi verso il mio orecchio. «Tutti non avranno occhi che per te, questa sera.»

Come Guardare il SoleWhere stories live. Discover now