Rivality{Muke Clemmings}

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   [LUKE]

Quel pomeriggio gli allenamenti erano stati più faticosi del solito, il sole Londinese, più unico che raro in questi periodi, picchiava sopra al campo da calcio dove, assieme ai miei compagni di squadra, stavamo correndo e ci stavamo allenando per la partita che ci sarebbe stata da lì a due settimane. Mi fermai sentendo il fischietto del coach suonare e mi piegai sulle ginocchia per poter riprendere fiato, prima di levare la maglietta e metterla attorno al collo.

"Allora ragazzi" iniziò il coach venendo davanti a noi, che eravamo già messi in cerchio. "La partita di Sabato è importante, dovete darci dentro più del solito" disse. Alcuni dei miei compagni erano felici, altri un po' meno e ad altri interessava solo poter saltare qualche lezione in più con la scusa degli allenamenti. Io ero stanco, ma ciò che mi piaceva di più fare, oltre ascoltare la mia amata musica, era giocare a calcio ed ero più che contento di allenarmi per poter vincere l'ennesima partita.

"Hemmings" mi richiamò Andy, il portiere migliore che avessi mai avuto. Mi voltai verso di lui e con un cenno della testa lo spronai a continuare. "Cosa ne pensi di questa partita?" chiese. Nonostante fosse bravo era molto insicuro e a volte questo infieriva sul suo gioco, mettendo a rischio tutta la squadra. Scrollai le spalle.

"Non è la prima partita che giochiamo e non è la prima squadra forte che battiamo" dissi andando verso la fontanella con Andy dietro. Mi piegai in ginocchio e bevvi un sorso d'acqua per poi alzarmi e pulirmi le labbra con il braccio. Lui annuì.

"Giusto, hai ragione" disse continuando ad annuire, forse per convincere più se stesso che me. Gli diedi una pacca per rassicurarlo e mi voltai verso gli spalti dove il mio migliore amico stava facendo degli ironici fischi di apprezzamento nei miei confronti. Risi e mi avvicinai al ragazzo corvino che mi fece un sorrisetto malizioso alzando e abbassando le sopracciglia.

"OH mio dio! Luke Hemmings!" cinguettò sfottendo me e le innumerevoli ragazze della scuola che mi venivano dietro. Alzai gli occhi al cielo mentre Calum scoppiava a ridere e mi dava un piccolo abbraccio fraterno con pacca sulla schiena annessa.

"Come sono andate le lezioni di Francese?" chiesi ridendo. Finito il liceo Calum si era messo con una ragazza di Parigi che lo lasciò finita l'estate. Lui ne fu distrutto e si mise in testa che fosse l'amore della sua vita e che finita l'università sarebbe andato a Parigi e l'avrebbe ritrovata. Si iscrisse al corso di Francese per poi scoprire solo due mesi dopo che Megghie si stava per sposare col suo fidanzato e che era incinta.

Lo prendo in giro ancora ora.

"Lasciamo stare, quella mi odia" disse riferendosi alla professoressa mentre prendeva il suo zaino. Presi il mio borsone e, dopo essermi rimesso la maglia, me lo misi in spalla pronto per andarmene. Risi.

"Non è lei che ti odia, Hood. Sei tu che non studi un cazzo perché odi il francese" dissi ridendo ancora di più quando il suo viso si piegò in un piccolo broncio abbastanza tenero.

"E le francesi, specifichiamo" disse alzando un dito verso di me come a sottolineare la sua affermazione.

"E le francesi" dissi mettendogli una mano sulla spalla per poi scoppiare di nuovo a ridere mentre uscivamo finalmente dai grandi portoni dell'università.

Una volta fuori Calum tirò fuori dalla tasca dei suoi Jeans un pacchetto di sigarette portandosene una alle labbra e offrendomene una anche a me. La presi e misi il filtro di cotone in bocca per poi accenderla col mio accendino blu scuro. Non dovrei fumare, sopratutto ora che devo essere al massimo delle forze per la partita. Ma un vizio è un vizio e quando tirai la prima boccata di fumo sentii i muscoli rilassarsi finalmente. Io e il corvino ci andammo a sedere su un muretto poco più avanti della scuola per fumare tranquilli prima di tornare al dormitorio ma una testa colorata di rosso rovinò completamente il momento strappandomi la sigaretta ancora a metà dalle labbra e ridendo di quella risata che poteva avere solo lui; Clifford.

"Non dovresti fumare; Lucas" disse guardandomi con quel suo visino paffuto perforato sul sopracciglio con un piercing nero. Lo fulminai con lo sguardo mentre lui ridendo si portava la mia sigaretta in bocca per fare un tiro. "Sono anche sigarette di merda, tienila pure tu" disse facendo una faccia disgustata per poi ripassarmela.

La presi e la buttai a terra per poi calpestarla mentre mi alzavo.

"Cosa vuoi tu?" chiesi. Lui rise ancora mettendosi le mani dentro le tasche. Strinsi i pugni mentre la voglia di levargli quel sorriso a suon di sberle cercava di prendere il sopravvento.

Michael Clifford, uno dei ragazzi più popolari della scuola. Il solito cattivo ragazzo che faceva girare la testa a tutte quelle scolarette in cerca di avventura. Quello che non studiava neanche a pagarlo e che stava ancora qui dentro solo perché paparino era il direttore.

"Ma come siamo scortesi Lucas" disse in tono finto offeso mettendoci anche un piccolo labbruccio. Mi avvicinai a lui e gli diedi una piccola spinta contro la spalla ringhiando. "Oh siamo incazzati oggi?" chiese sorridendomi in maniera maliziosa.

"Giuro che se non giro il culo e non ti levi dal cazzo oggi finisce male per te, Clifford" dissi a denti stretti. Lui scoppiò di nuovo a ridere mentre alzava lo sguardo per potermi guardare negli occhi, tappo.

"Okey dai, basta ragazzi" disse Calum mettendomi entrambe le mani sulle spalle per potersi mettere in mezzo a noi.

"È il tuo amico che non sa mai stare allo scherzo" disse il rosso scrollando di nuovo le spalle e infilandosi nuovamente le mani in tasca. "Ci si vede in giro Hemmings" disse prima di voltarsi dalla parte opposta per potersene andare in tutta tranquillità.

Ringhiai frustrato mentre mi andavo a sedere di nuovo sul muretto. Presi un'altra sigaretta dal pacchetto di Calum e la accesi facendo un lungo tiro per poter rilassare tutti i muscoli del mio corpo tesi per colpa di quel ragazzo.

"Secondo me, in fondo, potreste diventare amici sai? Avete la stessa testa di cazzo" disse Calum mentre si sedeva di nuovo accanto a me ridacchiando sotto ai baffi.

Mi voltai per fulminarlo con lo sguardo e lui alzò le mani in segno di resa.

"Io e lui? Non saremo mai amici." dissi stringendo i denti.

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Gemetti quando le sue mani mi strinsero con forza i fianchi mentre mi succhiava la pelle del collo e si spingeva con forza contro la mia erezione pulsante. Sentivo i suoi movimenti affannati, segno che non sarebbe durata ancora molto questa lenta tortura.

I nostri vestiti finirono in fretta sul pavimento in legno di quella camera che ormai conoscevo a memoria.

"Dio.. T-ti odio Clifford" dissi quando si spinse con forza dentro di me. Gli misi una mano tra i capelli costringendo le sue labbra a toccare le mie per soffocare i gemiti.

"Oh anche io ti odio Hemmings" disse arpionando le mani tra i miei ricci per tirarli leggermente.





Rivality{Muke} #Wattys2019Where stories live. Discover now