°nove°

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[MICHAEL]

Mi staccai dalle labbra del più piccolo quando sentii la porta della camera aprirsi e ben presto mi scontrai con gli occhi confusi del mio migliore amico assieme a quello del biondo. Quest'ultimo saltò giù dalla scrivania il più velocemente possibile e cercò di rimettere in ordine la maglietta stropicciata dalle mie mani. Sorrisi sghembo, l'idea che ero stato io e nessun'altro a ridurlo così mi piaceva.

"Giuro che non è come sembra io.. Io posso spiegarti tutto" disse Luke guardando il suo migliore amico che ancora non aveva proferito parola, stava immobile a guardarci tra lo sconvolto e l'arrabbiato.

"Cal perfavore di qualcosa" mugolò il ragazzo più piccolo andando davanti al moro. Lui ancora non disse nulla.

"Forse è meglio che noi ce ne andiamo" disse Ashton che ancora non aveva detto nulla, quando mi soffermai a guardarlo notai che aveva la maglietta bianca macchiata di qualcosa che sembrava caffè.

"Perché dovremmo?" chiesi confuso. Posai lo sguardo sul biondo che ancora cercava di avere una risposta dal suo migliore amico che però non arrivava.

"Non fare lo scemo Mike, vorranno parlare" disse Ashton.

"Che hai fatto alla maglia? Sei andato di nuovo a importunare qualcuno per saltare la fila al bar?" chiesi ridendo. Nessuno rise con me e capii che non avrei dovuto continuare. Sbuffai alzando gli occhi al cielo e prendendo il mio telefono e la mia giacca. Il momento magico tra me e Luke era finito. Ma non mi importava giusto?

Scossi la testa e infilati il cellulare nella tasca per poi mettermi la giacca su una spalla sola.

"Bene, andiamo.. Ci si vede in giro" dissi uscendo dalla stanza. Quando ormai fui fuori e nessuno poteva vedermi mi voltai alla ricerca di due occhi azzurri che trovai già a fissarmi. Gli feci un sorriso, non seppi nemmeno il motivo, fu spontaneo. Lui ricambiò ma vidi nei suoi occhi qualcosa di simile alla preoccupazione, ma per cosa? Per Calum?

Quando anche Ashton fu fuori dalla stanza ci avviammo alla sua macchina. Il leggero venticello scompigliava i miei capelli e rinfrescava la mia mente. Cosa stava succedendo? In realtà non mi interessava sapere la risposta.

"Tu e Luke non vi odiavate?" chiese il riccio una volta seduti e con le cinture allacciate. Scrollai le spalle, sapevo che questa domanda sarebbe arrivata ma non avevo ancora pensato a cosa avrei potuto rispondere. Era vero. Io e Luke ci odiavamo. Fin dal primo anno tra di noi era nata una sorta di rivalità, eravamo i più popolari della scuola ma completamente diversi tra di noi. Io trovavo divertente dargli fastidio quando passava per i corridoi mentre lui si divertiva a farmi gli sgambetti in palestra. Avevamo due regni completamente nostri, adorati da tutti ma con solo un vero amico.

Non sapevo quando o come fosse iniziata la nostra storia. Un giorno lui uscì dalle docce della palestra con solo un asciugamano in vita, il petto largo cosparso di piccole goccine e i capelli ricci che ricadevano sul viso. Io mi stavo mettendo i boxer in quel momento. Ci guardammo per quelli che sembravano minuti troppo lunghi, lui per primo fece una battuta. Mi disse che alla fine non ero poi così male come pensava e se ne andò. Quel commento mi rimbombò nelle orecchie per tutto il giorno.

Qualche giorno dopo, ad una festa, eravamo così ubriachi che finimmo dietro la casa in cui eravamo, io attaccato al muro e lui che mi dava piccoli morso delicati e baci incandescenti su tutto il collo. Il giorno andai a scuola con un succhiotto viola e lui sembrò fiero della sua opera ogni volta che mi incontrava per strada. Ricambiai il favore nel weekend lasciandogliene tre poco sotto la mascella, così che tutti potessero vederlo.

L'estate tra il secondo e il terzo anno lo incontrai in spiaggia, era solo e finimmo per scopare, per la prima volta, sugli scogli. Da lì era andata sempre così. Io lo facevo incazzare e poi lo fottevo. Lui mi faceva incazzare e poi mi faceva un pompino per farsi perdonare. Oh, ci riusciva sempre in maniera spettacolare.

Scossi di nuovo la testa e Scrollai le spalle. "Non so cosa rispondere.. Non mi va di parlarne, solo non diciamolo in giro ok?" chiesi e lui semplicemente annuì.

"E tu invece? Perché eri lì?" chiesi. Abbassai il finestrino e misi una mano fuori.

"Quel ragazzo, Calum, ti stavo cercando e mi ha versato a dosso il suo caffè.. Qualche tempo prima ci eravamo già scontrati, anche se io non me lo ricordo" disse facendo una risata. "Così mi ha detto che questo era il Karma e subito dopo mi ha chiesto scusa, è diventato rosso come un pomodoro e poi mi ha detto di andare in camera sua per darmi una maglia pulita" concluse fermandosi davanti a casa mia.

"Quel ragazzo è strano, non so come faccia Luke a sopportarlo tutti i giorni" dissi ridendo.

"Beh.. Come io sopporto te" disse facendomi un piccolo occhiolino.

"Stronzo" dissi dandogli un pugnetto sulla spalla. Lui rise per poi farmi scendere e partire verso casa sua.

Poco dopo il mio arrivo a casa il campanello suonò e risi pensando fosse Ashton che voleva una maglietta pulita. Mi alzai dal letto un po' a malavoglia e scesi ad aprire ritrovandomi però davanti Luke.

"Che ci fai qui?" chiesi confuso.

"Calum non mi parla, quando ve ne siete andati semplicemente è andato in bagno a farsi una doccia e quando è uscito si è messo a studiare facendo finta di non vedermi" disse sbuffando sonoramente.

Mi spostai dalla porta facendolo entrare con una risata. Quel ragazzo era seriamente strano.

"E perché fa così? Cosa gli cambia sapere che il suo migliore amico si scopa me?" chiesi mentre lo guardavo sedersi a peso morto sul mio divano. Mi morsi il labbro.

"Adesso farà così per minimo una settimana, probabilmente è offeso.. E non perché sei tu o qualcun'altro ma perché non gliel'ho detto" disse buttando la testa all'indietro così da avere il collo poggiando sul bordo dello schienale. "Calum è peggio di una ragazza, è permaloso da far schifo" disse.

"Lo avevo notato" dissi ridendo.

"Posso stare qua per un po'?" chiese facendo una piccola faccia da angelo. Risi sedendo affianco a lui prima di annuire.

"Guardiamo un film? Ti va?" chiesi prendendo il telecomando. E neanche quando lui annuì e posò la testa sulla mia spalla pensai al fatto che, qualche settimana prima, in una situazione simile la prima cosa alla quale avrei pensato sarebbe stata farci sesso, non coccolarlo.







SALVE POPOLO DI WATTPAD.
Scusate, di questi tempi sto aggiornando poco e niente.. Questo è solo un piccolo capito di passaggio per dare una reazione a quei due poveri cristi che erano all'oscuro di tutto.

Quanto ci metterà Cal a farsela passare?

Spero che, anche se a parer mio è un po' schifoso, il capitolo vi piaccia e che continuerete a leggere questa storia.

Grazie a tutteee, buona serata e tanti Michael Clifford e Luke Hemmings per dormire.

Rivality{Muke} #Wattys2019Where stories live. Discover now