°tredici°

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[MICHAEL]


Che stesse capitando qualcosa di nuovo e di strano tra me e quel biondino era ormai palese, sia per noi che facevamo finta di niente autoconvincendoci di non sapere nulla, sia per le persone della scuola che negli ultimi tre giorni ci guardavano con un occhio più attento e sussurravano tra di loro ogni volta che ci vedevano vicini. Avevo paura che tutto quello avrebbe portato il biondo ad allontanarsi, anche se alla partita di calcio mi aveva baciato davanti a tutti non sapevo cosa aspettarmi dal suo carattere così chiuso e riservato. All'inizio anche io non volevo che si sapesse in giro ciò che facevamo, all'inizio ero convinto che mi stessi semplicemente divertendo con il capitano della squadra di calcio che si proclamava etero convinto e che aveva la fama di chi aveva molte ragazze ai proprio piedi. Le cose erano cambiate quel giorno, in quella classe, abbracciati e con le lacrime del più piccolo aveva versato sulla mia spalla. Quel giorno qualcosa dentro di me si ruppe, o forse aveva ripreso forma. Questo non lo sapevo con certezza in quel momento. Se prima le labbra del biondo le bramavo solo quando eravamo sotto le coperte di camera mia da quel giorno le volevo ogni istante. Se prima non mi importava ciò che facevamo con altre persone dopo il solo pensiero che qualcuno che non ero io lo avesse potuto toccare mi mandava fuori di testa. Ormai lui era mio. E io ero forse suo? Quella domanda non voleva andarsene dalla mia mente. Io ero suo? Oppure ero ancora solamente un divertimento? Non volevo darmi una risposta, non volevo dare nessuna risposta a nessuna delle domande su di lui. Forse io mi ero già dato una risposta.

Avevo davvero paura che Luke potesse staccarsi da me per via di tutte quelle attenzioni verso di noi ma non avrei mai pensato che da un giorno all'altro sarebbe tornato nella sua stanza, nonostante Calum non gli parlasse ancora, e per i corridoi della scuola mi ignorasse quasi non fosse successo nulla tra di noi.

Era un giovedì, avevamo educazione fisica e le nostre classi erano assieme. Pensavo che una volta finita la lezione, nelle doccie, lui avrebbe potuto aspettarmi e rimediare a quei due giorni di totale silenzio da parte sua. Ma quando entrai negli spogliatoi e cercai due occhioni azzurri non riuscii a trovarli. Era già andato via, avrebbe fatto la doccia direttamente nella sua stanza. Tutto ciò mi stava facendo impazzire ancora di più, cosa stava facendo? Perché si comportava così?

Quando le lezioni furono finite e io incazzato come una bestia per un ennesimo brutto voto uscii a grandi falcate dalle aule trovandomi il ragazzo che stava occupando la maggior parte dei miei pensieri appoggiato al muretto mentre fumava. Volevo avvicinarmi, chiedergli spiegazioni e forse dargli anche un bel pugno in faccia. Volevo poi prenderlo tra le mie braccia e riempirlo di baci. Mi sarei tirato un pugno da solo per questo pensiero. Ma rimasi fermo. Quei pensieri mi stavano facendo paura, io non dovevo voler questo da lui, io dovevo volere il rapporto che c'era prima. Prima non ci parlavamo neanche a scuola, perché ora dovremo farlo? E così rimasi fermo ancora per qualche minuto, osservando i ricci biondi raccolti in un tenero cipollotto. Quando mi decisi a muovermi mi girai dalla parte opposta. Cominciai a camminare facendo scricchiolare la ghiaia sotto ai miei piedi, sentii uno sguardo bruciarmi la schiena, forse il suo, ma non mi voltai. Continuai a camminare pensando che forse era davvero quella la cosa giusta. Forse doveva semplicemente tornare tutto come prima. O forse quella era la fine, solo la fine di quello che avevo pensato potesse essere un inizio.

La sera arrivai da Ashton più o meno alle otto e mezza, era da un po' che non passavamo una serata solo io e lui, in quel periodo c'era sempre stato anche il biondo. Mi maledissi per averci pensato un'altra volta e scossi energicamente la testa, come se così facendo sarebbe uscito dalla mia mente. Appena il mio migliore amico aprì la porta col suo solito sorriso allegro mi sentivo già meglio. Sollevai le due pizze extra-large e la cassa di birra che avevo tra le mani.

"Ho portato queste" dissi allegramente, lui esultò piano per poi aiutarmi a portare tutto in cucina.

"Come mai solo? Luke?" chiese aprendo una delle due scatole di pizza per prendere un pezzo di salame piccante e mangiarlo. Mi irrigidii.

"Boh, è tornato a casa sua.. Finalmente oserei dire" iniziai ridacchiando. "Penso abbia fatto pace con Calum" finii scrollando le spalle e sedendomi sul tavolo. Aprii una birra nella speranza che quel discorso cadesse.

"Mh, Cal non mi ha detto nulla" rispose grattandosi il mento in maniera pensierosa. Sgranai gli occhi.

"Perché vuoi due parlate?" chiesi.

Lui arrossì leggermente. Oh no, brutto segno questo, brutto segno.

"Si beh.. Ci siamo rivisti un paio di volte dopo quel che è successo, lui a volte era molto triste e aveva le lacrime agli occhi.. Così io l'ho consolato e boh, dopo la partita di calcio mi ha lasciato il suo numero e ora stiamo continuando a parlare" iniziò giocando con le sue stesse dita, le guance rosse e il labbro fra i denti. "Lui è.. È carino" disse infine.

"Ash no, ti prego.. Dimmi che non ti stai prendendo una cotta per quel ragazzo" dissi. Perché quel ragazzo è innamorato di Luke. Lui arrossì ancora di più.

"Non so cosa dirti ok? Per ora è solo un amico molto carino, non c'è niente di più e ora basta parlare di questo... Mangiamo ok?" disse balbettando leggermente mentre tagliava le pizze e stappava alcune birre. Per fortuna il discorso dei due ragazzi che stavano infestano le nostre menti non ripresentò nel resto della serata. Serata che passammo a mangiare pizza, guardare video stupidi e bere birra. Sembrava tornato tutto a posto, tutto come prima. Come qualche settimana fa, quando uscivo tutte le sere per ubriacarmi e finire nel letto di qualcuno della quale non ricordavo neanche il nome la mattina successiva.

Ma se era tutto come prima, perché io non mi sentivo come prima?

Rivality{Muke} #Wattys2019Where stories live. Discover now