🌪 - Capitolo 3

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Passò una settimana dalla prima punizione e da allora il professore di biologia aveva fatto fare loro tutto il lavoro che i bidelli non avevano fatto in quattro anni di scuola che erano lì.

Ci furono altri eventi strani a cui Jemma cercò di non dare troppo peso: ogni giorno sentiva il suo ciondolo pesare di più e quella strana sensazione di angoscia andare e venire incessantemente, ma lei non era l'unica a subire. Hunter il quarto giorno si ustionò con il suo bracciale - che aveva una gemma simile a quella di Jemma, ma rossa - sostenendo però di averla tenuta troppo tempo sotto il sole, mentre gli orecchini di Celeste, con due piccole perle bianche, dopo essere improvvisamente spariti si ritrovarono dall'altra parte della casa. Gli unici a cui apparentemente non capitò nulla furono Samantha e Adam, anche se pure quest'ultimo aveva un curioso anello con la stessa identica pietra di Hunter, colorata di un azzurro limpido che richiamava i suoi occhi.

Jemma pensò che fosse strano che tutti e quattro avessero gioielli simili, ma poi le balenò in testa anche l'idea che i loro genitori erano molto amici e prima che i ragazzi si separassero definitivamente e che il loro gruppo di spezzasse, erano soliti a regalare loro più o meno le stesse cose, in modo che non litigassero.

Il ciondolo che la mora aveva al collo era stato un regalo della madre per i suoi quindici anni e proprio alla stessa età - quindi quello stesso anno - Celeste ricevette i suoi orecchini, doveva essere rimasta loro l'abitudine. Per cui non si soffermò troppo sulla stranezza.

<<Jemma...>>, un sussurro di Samantha la distolse dai suoi pensieri, facendola voltare verso la sua amica con le sopracciglia alzate in un'espressione curiosa.

<<Mi annoio>>, continuò la rossa appoggiando il capo sulla propria mano e scarabocchiando qualcosa sul suo libro di inglese.

<<Dovresti seguire la lezione...>>, mormorò Jemma, sentendosi immediatamente in colpa visto che era lei la prima a non seguire ciò che il professore stava cercando di spiegare loro forse con troppa enfasi e con tanto di gesti con le mani annessi.

Samantha al suo fianco sbuffò, tornando a disegnare sul libro, noncurante che avessero tutti girato pagina per stare dietro alle frettolose parole dell'uomo alla lavagna.

La mora giocherellò per qualche secondo con la sua penna a sfera, prima di voltarsi nuovamente verso l'amica.

<<Samantha... - la chiamò mentre lei si girò di scatto, con un'espressione allegra in volto - Tu...Tu hai più parlato con Adam dopo che ha smesso di stare con noi? Insomma...Hai più avuti contatti con lui prima della punizione?>>, le domandò.

La rossa alzò gli occhi verdi sul volto della sua amica, squadrandola qualche secondo prima si scrollare le spalle.

<<Gli unici contatti che ho avuto con Adam sono state alcune occhiate in corridoio. I nostri orari non coincidono, per cui non lo vedo quasi mai. Perché?>>, le chiese scuotendo la testa, tutt'un tratto interessata.

<<No, niente. Mi chiedo cosa abbia fatto per essere in punizione, non ci parla neanche più...>>, mormorò la mora. Le dispiaceva che fosse andata così, Adam era l'unico dei cinque ragazzi ad aver realmente perso i contatti con gli altri. Sembrava neanche conoscerli a giudicare dagli sguardi poco interessati che lanciava loro.

Jemma osservò la ragazza al suo fianco con espressione pensierosa, fino a quando non la vide sorridere a trentadue denti.

<<Hai visto come è cresciuto bene il ragazzo?>>, le chiese con un ghigno facendole alzare gli occhi al cielo, mentre la rossa trattenne a stento le risate guadagnandosi un'occhiata ben poco amichevole da parte del professore.

𝗜 𝗚𝘂𝗮𝗿𝗱𝗶𝗮𝗻𝗶 𝗗𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗘𝗹𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶Where stories live. Discover now