🌪 - Capitolo 23

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Jemma passò le ore a cercare di uscire da quella sottospecie di gabbia, anche a costo di slogarsi la spalla nel tentativo di sgusciare tra le fessure che le dita del gigante formavano.

In un attacco di panico iniziò a tirare calci e pugni sulla pietra, provocandosi lividi e tagli, prima di cadere sull'erba esausta.

Non sapeva per quale motivo, ma quella situazione le provocava un senso di inquietudine che le torceva le budella. Si sentiva osservata, sentiva quello sguardo che aveva sentito la prima volta che erano arrivati in quello strano mondo, quello che sussurrava tra i rami provocandole brividi lungo tutto il corpo.

<<La Gemma...>>, sussurrò una strana voce stridente nelle orecchie della ragazza.

Jemma alzò gli occhi verdi per capire se anche i giganti l'avessero sentito, ma questi ultimi continuavano a dormire come se nulla fosse successo.

Si alzò in piedi un'altra volta con il cuore che le martellava nel petto, cercando di catturare con lo sguardo l'origine di quel suono, seppur con il campo visivo ristretto e il buio che di certo non giocava a suo favore.

Un rumore tuttavia attirò la sua attenzione e quella sensazione di inquietudine svanì all'improvviso, andandosene come era arrivata.

Una chioma bionda che Jemma riconobbe all'istante si mosse tra gli alberi, seguita immediatamente da un'altra rossa e altre figure. Rilasciò un sospiro di sollievo notando che effettivamente erano i suoi amici e per alcuni istanti mise da parte le ostilità che si erano create.

Con meno rumore possibile i quattro ragazzi la raggiunsero, spostando gli occhi tra le fessure e assottigliandoli per riuscire a vedere la ragazza che sorrideva nel buio.

<<Jemma?>>, sussurrò Celeste appoggiando le mani alla roccia.

<<Mi dispiace, sono stata una stupida. Vi ho messo tutti in pericolo...>>, fu la risposta della mora che allungò una mano per stringere quella della sorella.

<<Non è il momento, dobbiamo tirarti fuori di qui.>>, fu il commento mormorato di Hunter, che stava evitando in tutti i modi di incontrare i suoi occhi, fingendo di esaminare attentamente la roccia che la teneva intrappolata forse sperando che non si ricordasse le parole che le aveva detto soltanto poche ore prima.

Gli occhi di Jemma si spostarono su di lui stupiti. Nonostante gli avesse urlato contro e gli avesse fatto capire che non riusciva a sopportare più il suo comportamento, accusandolo con parole intente a smentire i suoi sentimenti, lui era lì per lei. Loro erano lì per lei, pensò facendo scorrere lo sguardo sui suoi amici. Come aveva potuto essere così egoista?

<<Che cosa è successo Jemma?>>, chiese invece Adam spostando gli occhi azzurri e brillanti sui giganti addormentati. Forse era il gioco di luci e ombre che la notte scura e la luce della luna provocavano sul suo viso, però sembrava proprio avere un segno violaceo intorno all'occhio, quasi come se qualcuno...L'occhio le cadde sulla mano destra di Hunter che sembrava avere lo stesso segno scuro intorno alle nocche.

Tutte le considerazioni sulla situazione svanirono ne momento in cui vide con orrore l'enorme ammasso di roccia che si muoveva verso di loro.

<<Attenti!>>, esclamò indicando proprio dietro di loro, facendoli spostare appena in tempo poco prima che la gamba di Zargmo creasse un solco nell'esatta posizione in cui si trovavano prima i suoi amici.

La terra tremò e in poco tempo i giganti si svegliarono e si alzarono in tutta la loro possenza e la mano che teneva Jemma intrappolata si spostò immediatamente sul gruppetto che era per terra a causa della scossa.

𝗜 𝗚𝘂𝗮𝗿𝗱𝗶𝗮𝗻𝗶 𝗗𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗘𝗹𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora