🌊 - Capitolo 22

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Jemma camminava a passò spedito senza neanche badare alla direzione. L'episodio con Adam e la conversazione con Hunter l'avevano scombussolata talmente tanto che aveva perso la sua solita prudenza, quel ragazzo era riuscito a tirare fuori quello che la ragazza reputava il suo lato peggiore. Così senza rendersene conto, mentre i suoi pensieri turbinavano liberi, le lacrime iniziarono a scendere una dopo l'altra. Perché stava piangendo?

Neanche si accorse che a ogni suo passo la terra iniziava a tremare, gli alberi sembravano quasi spostarsi per farla passare e il cielo iniziò a scurirsi, non aveva nemmeno notato l'enorme masso contro cui andò a sbattere cadendo per terra. Eppure era quasi convinta che prima non ci fosse...

Alzò lo sguardo, massaggiandosi la testa, mentre con l'altra mano cercava di asciugarsi il viso. Notò con stranezza un fuoco acceso in mezzo ad altri enormi massi, sembrava quasi un falò. Poi i massi ripresero a muoversi sotto i suoi occhi allibiti, quando qualcosa le afferrò un piede alzandola da terra a testa in giù si lasciò sfuggire un'esclamazione sorpresa.

Si rese conto, quasi con orrore che quella che l'aveva tirata su era in realtà un'enorme creatura, con tanto di solchi tra la roccia che dovevano essere occhi e una fessura corrispondente alla bocca, erano due, due giganti. Il cielo non si era scurito, era l'altezza di questi a coprire la luce del sole e la roccia contro cui aveva sbattuto era veramente uscita fuori dal nulla e doveva essere la gamba.

Jemma si dimenò nel tentativo di liberarsi da quella presa ferrea, mentre i capelli le ondeggiavano in aria e il sangue affluiva al cervello.

Fortunatamente con un movimento brusco la lasciarono andare, facendola cadere su altra roccia: la mano. La ragazza spostava lo sguardo spaventato dagli enormi "occhi" dell'uno e dell'altro.

<<Che...Che cosa siete?>>, sussurrò evitando di alzarsi in piedi, non aveva nessuna intenzione di cadere da metri di altezza.

Il gigante che non la stava sostenendo si mise a ridere, scuotendo le rocce che lo costituivano e lasciando cadere alcuni piccoli ciottoli.

<<Noi siamo I Giganti di Terra, bambina. Tu invece sei un Guardiano, come mai qui da sola?>>, rispose il gigante che la stava tenendo in mano, avvicinandola al suo viso.

Jemma si lasciò sfuggire un singhiozzo facendo inclinare il viso di quello che aveva appena parlato.

<<Stai piangendo? Sta piangendo Zargmo.>>, domandò e si diede la risposta da solo spostando lo sguardo verso l'amico.

<<Sì lo vedo, Zarga.>>, rispose l'altro avvicinando pericolosamente il viso a Jemma, che strisciò leggermente più indietro.

<<Come facciamo adesso?>>, chiese ancora Zargmo.

L'altro fece uno strano movimento che probabilmente doveva essere un'alzata di spalle.

<<È da sola, non potremmo neanche metterla alla prova...>>, dal tono non sembrava neanche così dispiaciuto. Da quelle parole la mora riuscì ad avere la conferma di trovarsi effettivamente nella Zona di Terra.

<<Cosa ti affligge?>>, chiese quindi girando il viso nuovamente verso la ragazza.

<<Non...Non mi farete del male?>>, balbettò Jemma confusa, asciugandosi le lacrime.

<<Cosa? Noi non facciamo mai del male a nessuno.>>, borbottò Zarga lanciando un'occhiata al suo amico come per cercarne conferma, quest'ultimo annuì prontamente.

Jemma avrebbe voluto urlare di gioia, poi però si accorse di non essere con i suoi amici, che come una stupida si era allontanata e che stava mettendo in pericolo non solo se stessa, ma anche loro, i loro familiari e tutte le persone che abitavano la Terra.

<<Problemi d'amore non è vero? Io me ne intendo, diglielo Zarga.>>, esclamò all'improvviso Zargmo.

Jemma iniziò a rilassarsi, seppur mantenendo la guardia, vedendo che erano totalmente innocui. Era possibile? Forse non essendoci gli altri Guardiani, non potevano dare il via alla prova per l'elemento terra.

<<Confermo pienamente - disse solenne - Non sai quanti problemi ha risolto, eppure nessuna gigantessa lo vuole.>>, aggiunge in un sussurro che però Zargmo sentì benissimo, tirandogli un pugno che lo fece indietreggiare, con la particolarità che ogni passo di Zarga fece tremare il terreno e la sua schiena sradicò un paio di alberi.

<<Io non ho problemi d'amore...>>, borbottò intanto Jemma, che iniziava quasi a sentirsi a suo agio.

<<E invece hai proprio la faccia di una che ce li ha. Puoi confidarti con me, sai?>>, disse il gigante.

Jemma gli lanciò un'occhiata scettica, sembravano molto disponibili, eppure Samantha la rimproverava sempre di essere troppo ingenua e di fidarsi troppo.

***

Jemma si ritrovò a ridere e scherzare con quelle creature che non le sembravano più tanto minacciose, fino alla sera quasi come fossero amici da molto tempo. Con il passare delle ore Jemma iniziò a sentirsi a suo agio, pensando sempre di più che in realtà fossero totalmente innocui. Infatti, si domandava cosa ci facessero in un posto come quello, visto tutte quelle creature che avevano incontrato nei territori precedenti che non si erano dimostrati cordiali come quei due Giganti.

All'improvviso uno di loro - Zargmo - sbadigliò e di conseguenza, facendolo fare anche all'altro.

<<Credo sia ora di dormire...>>, biascicò abbassando la mano e facendo finalmente scendere Jemma sulla terra ferma, che accolse con piacere.

<<Buonanotte, Jemma.>>, borbottò Zarga prima di buttarsi per terra, facendola tremare e sistemare una mano proprio sopra la ragazza.

Jemma si guardò intorno leggermente inquietata, le dita di pietra diventarono per lei come delle sbarre, oltre le quali non riusciva a passare. Si sentiva in trappola.

<<Ehi! - esclamò colpendo la roccia - Che cosa state facendo?>>, chiese provando a passare tra le fessure, ma senza risultato.

<<Buonanotte, Jemma.>>, replicò soltanto Zargmo prima di chiudere definitivamente gli occhi.

Ehi Guys!
Capitolo corto lo so, ma serviva. Prometto che i prossimi saranno migliori :(
~B🌻

𝗜 𝗚𝘂𝗮𝗿𝗱𝗶𝗮𝗻𝗶 𝗗𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗘𝗹𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum