⛰ - Capitolo 16

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Jemma correva senza badare alla stanchezza, ai rami che la tagliavano e al dolore ai muscoli delle gambe. Doveva trovare aiuto, eppure faceva perfino fatica a vedere a causa delle lacrime che le schermavano la vista. Aveva paura e non lo negava, l'immagine di Hunter per terra da solo e sanguinante la destabilizzava. Se sentiva in colpa e i dubbi iniziavano a sorgere, aveva fatto bene a lasciarlo lì?

Era talmente persa tra i suoi pensieri che fu presa alla sprovvista nel momento in cui qualcosa o qualcuno la spinse con violenza contro la corteccia di un albero, puntandole un'arma approssimativa al collo.

<<Jemma...?>>, sussurrò la voce abbassando lentamente quella specie di coltellino che aveva, ma senza smettere di tenerla ancorata all'albero.

Quando la ragazza alzò lo sguardo spaventata riconobbe il viso di Adam. Sembrava diverso, i capelli erano più lunghi, il viso sporco di terra e i vestiti stracciati.

<<Adam...>>, mormorò lei tra i singhiozzi.

<<Quello è sangue, sei ferita? Che ti è successo?>>, chiese allarmato aumentando la pressione delle dita sulle spalle mentre lei scuoteva energicamente la testa.

<<Hunter...Ha bisogno di aiuto>>, riuscì a dire la mora una volta ripreso fiato.

<<Cosa... - iniziò a dire il ragazzo prima di alzare di scatto la testa - zitta.>>, ordinò all'improvviso trascinandola con sé tra le foglie, senza staccare gli occhi dal cielo scuro coperto dalle chiome.

<<Cosa sta succedendo?>>, chiese lei prima di essere nuovamente zittita dal ragazzo.

<<Zitta, possono sentirti. Non è una buona idea camminare di notte, Jemma. Pensavo l'avessi capito in tutto questo tempo.>>, la rimproverò. La ragazza lo guardò come se fosse pazzo, che cosa stava dicendo? Chi poteva sentirli? Tutto questo tempo?

A Jemma stava scoppiando la testa, ma non poteva perdere tempo. Alzò lo sguardo per osservare quello che stava fissando il ragazzo con gli occhi azzurri. Inizialmente, il cielo era tanto tranquillo che la ragazza dubitò perfino di essere nei guai, poi all'improvviso prima invisibile si rese visibile una sorta di volatile enorme. Aveva le sembianze di un'aquila, ma molto più grande e quasi senza un colore proprio, gli artigli erano tanto affilati da tagliare i rami come fossero burro.

Quando li superò in completo silenzio, Adam si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.

<<Dio...È così bello vederti, non sai quanto vi ho cercati.>>, iniziò lui mentre veniva trascinato dalla ragazza verso il luogo in cui aveva lasciato Hunter.

<<Che cos'era quello?>>, chiese esasperata e anche un po' spaventata dalla situazione.

<<Vuoi dirmi che in tutti questi anni non ne hai mai incontrato uno?>>, domandò il ragazzo sinceramente stupito. Jemma fece per rispondere alla domanda, fermandosi di colpo nel momento in cui realizzò ciò che era appena uscito dalle sue labbra.

<<Anni?>>, sussurrò con gli occhi assottigliati.

<<Sono quasi tre anni che siamo qui, Jemma.>>, spiegò lui allargando le braccia.

<<Cosa stai dicendo? Non è passato neanche un giorno...>>, mormorò Jemma, mentre Adam scuoteva la testa incredulo. Ora si spiegava il suo aspetto così trasandato , ma se lui aveva passato tre anni da solo in quella foresta, significava che...

<<Hunter.>>, balbettò Jemma in preda al panico. Dove lo aveva lasciato? O meglio, quando? Era forse questa la difficoltà del gioco? Celeste e Samantha che fine avevano fatto?

<<Dobbiamo andare!>>, esclamò prendendo Adam per mano e correndo con il cuore che le arrivava alla gola, saltando le radici e i sassi che si trovavano per la strada.

Quando arrivarono al luogo in cui aveva lasciato Hunter lui non c'era. Le mani di Jemma iniziarono a tremare per il nervoso, avrebbe voluto urlare, ma doveva restare calma.

<<Guarda.>>, la voce di Adam la fece girare per notare una piccola pozza di vomito. Doveva per forza essere stato lui, per il forte dolore probabilmente.

<<Hunter!>>, esclamò la ragazza sperando che il suo amico la sentisse e desse qualche segno di vita.

Niente, soltanto il silenzio.

Jemma si morse l'interno delle guance per non piangere, come aveva fatto a essere così stupida? Lo aveva abbandonato, era soltanto colpa sua se...

Lì, dietro ad alcuni cespugli c'era qualcosa, era la scarpa di Hunter.

<<Hunter...>>, mormorò correndogli incontro per vederlo appoggiato a una roccia con gli occhi chiusi.

<<No..No, no. Svegliati!>>, gli disse dopo essersi inginocchiata e avergli preso il viso ormai inerme tra le mani e dandogli qualche colpetto nella speranza di fargli aprire gli occhi. Avrebbe voluto urlare di gioia nel momento in cui il moro alzò leggermente le palpebre.

<<Hai fatto presto...Sei andata via due minuti fa...>>, sussurrò il ragazzo con la voce roca e le labbra disidratate. Jemma scosse la testa, con le lacrime agli occhi ma non disse nulla, per lei erano passate ore.

<<Sono qui, adesso. - gli disse prima di girarsi verso Adam - E ho trovato Adam.>>, sorrise aiutando il ragazzo a raddrizzarsi.

Hunter alzò gli occhi per qualche secondo sul ragazzo dietro Jemma, per poi riportarli sulla ragazza sorridendo appena.

<<Che ti è successo, amico?>>, domandò Adam abbassandosi alla sua altezza e guardandolo dritto negli occhi.

<<Non parlare come se ti importi.>>, mormorò Hunter distogliendo lo sguardo, ma stringendo la mano della ragazza nella sua.

<<Puoi smetterla di fare l'orgoglioso per una volta e ti lasci aiutare?>>, chiese esasperato l'altro, provocandolo con lo sguardo.

Jemma sbuffò.

<<Smettetela entrambi. - ordinò, neanche più riusciva a riconoscersi. - Hunter, devi lasciarti aiutare e tu Adam, smettila di provocarlo.>>, iniziò spostando lo sguardo dall'uno all'altro.

<<Dobbiamo trovare mia sorella e Samantha il più in fretta possibile - aggiunse poi guardando la pelle pallida del moro seduto vicino a lui - E per poterlo fare ci serve capire dove siamo. Adam tu sei qua da più tempo, ci puoi spiegare che cosa hai visto?>>, chiese poi voltandosi verso il diretto interessato ignorando i mormorii confusi di Hunter.

Adam sospirò e poi annuì, prima di iniziare a parlare raccontando tutto ciò che aveva vissuto in quei tre anni all'interno della foresta, ricevendo la completa attenzione degli altri due. Forse avrebbero potuto farcela, pensò Jemma, finalmente Adam e Hunter stavano iniziando a collaborare. Possibile che in realtà lo scopo del gioco fosse quello? Se in realtà servisse per riunirli?

𝗜 𝗚𝘂𝗮𝗿𝗱𝗶𝗮𝗻𝗶 𝗗𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗘𝗹𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶حيث تعيش القصص. اكتشف الآن