🌊 - Capitolo 42

128 17 77
                                    

[Adam]

Il ragazzo camminò tra la nebbia con le mani in tasca per nascondere il tremore alle dita. Era preoccupato, estremamente preoccupato, quella per lui era l'ultima possibilità. Era l'unico dei Guardiani a non aver superato la prima prova, per cui era essenziale che questa andasse bene e non avere idea di cosa sarebbe successo gli metteva agitazione.

Sospirò guardandosi intorno, ormai aveva capito che sarebbe stato separato dai suoi amici ma i minuti passarono e non accadde assolutamente nulla.

Poi all'improvviso una risata e vide passare davanti a lui due piccole figure che correvano divertite. Non si lasciò perdere l'occasione e li seguì, riconoscendo immediatamente la zazzera di capelli scuri di Hunter e il corpicino di Jemma.

<<Sono più alta di te!>>, esclamò la ragazza fermandosi giusto in tempo per far inciampare il moretto.

Adam ricordava perfettamente quella scena e un sorriso spontaneo iniziò a formarsi tra le sue labbra.

<<Non è vero.>>, replicò Hunter alzandosi e dovendo mantenere lo sguardo alto perché Jemma era effettivamente più alta di lui.

<<Sì, invece. Diglielo Adam.>>, disse la bambina incrociando le braccia al petto, mentre Hunter spostava lo sguardo su di lui con un ciuffo riccio che gli ricadeva sulla fronte.

Adam in quel momento avrebbe dovuto essere come minimo settanta centimetri in meno e senza qualche dente.

<<Non mettetemi in mezzo.>>, le parole gli uscirono fuori dalle labbra senza che neanche il bisogno di spremere le meningi per ricordare.

In quel periodo Adam era appena entrato nel loro gruppetto. Non era mai stato molto socievole, quasi per nulla, questo perché aveva sempre fatto fatica a capire gli altri. Si sentiva diverso, poco empatico e relazionarsi era estremamente difficile, non che ci provasse in ogni caso.

Fu Jemma la prima ad avvicinarsi a lui al tavolo della mensa dove tutti i giorni il ragazzo mangiava da solo oppure in compagnia di qualche ragazzina che provava a convincerlo a farsi truccare, la moretta un giorno aveva deciso di sedersi di fronte a lui con un largo sorriso, mostrandogli un disegno che aveva appena fatto. Il disegno era terribile, se lo ricordava benissimo, però con lei arrivò anche Hunter ovviamente che non perdeva un secondo già da bambino e alcuni minuti dopo si avvicinò a loro anche Samantha con i lucenti e inconfondibili capelli rossi.

Quella che stava rivivendo era il primo pomeriggio passato con loro, dopo numerosi incontri alla mensa della scuola, ricordava che era estremamente nervoso. Era nervoso perché gli erano piaciuti subito e aveva avuto paura di rovinare tutto con i suoi modi distaccati, ma loro non sembravano preoccuparsene troppo in ogni caso.

Osservò i due bambini con gli attenti occhi azzurri divertiti, mentre gli veniva in mente un'ultima importante cosa: quella era stata anche la prima volta in cui Hunter disse...

<<Adam è il mio migliore amico, ovviamente è dalla mia parte e...>>, il bambino non fece in tempo a finire la frase che la scena cambiò nuovamente.

Si trovava seduto su una sedia e in pochi secondi riconobbe la cucina di casa sua. Davanti a lui stavano i suoi genitori e sapeva perfettamente quello che stava succedendo.

Le dita strinsero involontariamente la stoffa della maglietta che aveva addosso, mentre il respiro si faceva più pesante. La tristezza e il senso di oppressione sembravano addirittura amplificate rispetto al ricordo originale che aveva di quel giorno. Lo sguardo del ragazzo ricadde sulla madre che sembrava piuttosto in difficoltà nel cercare le parole giuste, ma non ce n'era bisogno, Adam già sapeva.

𝗜 𝗚𝘂𝗮𝗿𝗱𝗶𝗮𝗻𝗶 𝗗𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗘𝗹𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶Where stories live. Discover now