🌪 - Capitolo 54

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Attenzione: assicuratevi di aver letto il capitolo precedente, non fatevi spoiler.

2 mesi dopo

Jemma era in compagnia della sorella, all'interno della macchina, in rigoroso silenzio ognuna persa nei propri pensieri nell'attesa di vedere spuntare Hunter che non tardò a raggiungerle.

Alcuni minuti dopo, infatti, la portiera del passeggero al fianco di Jemma si aprì, mostrando la figura di Hunter elegante per l'occasione.

<<Come stai?>>, gli chiese Jemma. Lui non rispose, non lo faceva più in quei giorni, parlava poco perfino con lei e ancora meno con gli altri, era già tanto se diceva il minimo sindacale.

Il moro si limitò a un cenno, prima di voltarsi verso il finestrino e non proferire parola durante tutto il viaggio. Jemma stringeva il volante tra le dita, nervosa, con la voglia di urlare che si faceva sempre più insistente. Le mani tremavano, ma non poteva lasciarsi andare, perché in quel momento era lei a dover essere forte.

Quando arrivarono non c'era molta gente, non si era stupita. Adam era così, non aveva mai voluto troppa gente di mezzo, aveva trovato tutto ciò di cui aveva bisogno in quelle poche persone che facevano parte della sua vita.

Jemma scese dalla macchina, in silenzio, seguita dagli altri due e si avvicinò alla madre del loro amico che si voltò con il viso arrossato, gli occhi gonfi e un sorriso riconoscente.

<<Grazie per essere venuti.>>, le sussurrò nell'orecchio dopo averla stretta tra le sue braccia e appena prima di fiondarsi su Hunter che per alcuni secondi chiuse gli occhi.

Jemma si sistemò il vestito nero dopo essersi assicurata che la donna stesse bene ed entrò all'interno dell'enorme meravigliosa struttura. Di fronte a lei stava un enorme crocifisso e appena sotto l'enorme foto del loro amico che li guardava sorridente con i soliti tristi occhi azzurri. Adam sorrideva così poco che vederlo in quella foto era addirittura più surreale della situazione stessa.

Accadde tutto così in fretta che nessuno di loro aveva ancora realizzato, nessuno tranne Hunter che addirittura se ne dava la colpa. Era successo qualche giorno prima: Adam stava tornando a casa da scuola, solitamente con lui avrebbe dovuto esserci l'amico, che tuttavia quel giorno era stato costretto a restare a scuola per seguire un progetto.

Erano stati chiamati qualche ora dopo e messi al corrente della situazione, Adam aveva avuto un arresto cardiaco ed era rimasto da solo per tutto il tempo. Hunter fu il primo a saperlo dai suoi genitori, uscì da scuola e si fece quasi otto isolati di corsa, ma quando arrivò l'ambulanza l'aveva portato via, avrebbe corso anche fino all'ospedale se Jemma non l'avesse fermato in tempo.

Il loro amico non ce l'aveva fatta e Hunter non si era ancora perdonato. Avevano notato uno strano comportamento nel ragazzo già da qualche mese, alcuni dolori, giramenti di testa o sudorazioni, ma lui aveva insistito nel tranquillizzarli e che aveva già avvertito i genitori, per cui loro avevano lasciato perdere. Ah, se solo non l'avessero fatto, probabilmente Adam sarebbe stato ancora vivo.

Si sedette, su una panca in silenzio aspettando che la cerimonia cominciasse e dentro di sé non vedendo l'ora che finisse. Fu presto raggiunta da Celeste che le strinse la mano e Samantha che fece la stessa cosa. L'unico distaccato era proprio Hunter, che aveva iniziato a chiudersi in se stesso come era già successo una volta, ma Jemma non aveva la forza di provare a riavvicinarlo, non in quel momento.

Dopo la cerimonia raggiunsero il cimitero, come da tradizione e i genitori fecero un discorso commovente che finalmente fecero sfogare Jemma che si lasciò andare in lacrime. Aveva poi visto Hunter, avvicinarsi alla fossa con gli occhi puntati sulla lapide e le mani tremanti che reggevano un foglietto spiegazzato. Lasciò cadere nella fossa un CD che doveva essere la compilation delle loro canzoni preferite.

𝗜 𝗚𝘂𝗮𝗿𝗱𝗶𝗮𝗻𝗶 𝗗𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗘𝗹𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora