🌪 - Capitolo 43

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[Celeste]

Celeste camminava terrorizzata chiamando invano la sorella. È sempre stata una perfetta fifona, aveva paura di ogni cosa e si rifugiava spesso da Jemma. Non l'avrebbe mai ammesso, ma senza la sorella non avrebbe potuto vivere, insomma era un po' come una seconda madre per lei, sempre al suo fianco dalla nascita. I loro genitori le avevano perfino detto che la sua prima parola è stata proprio "Jemma".

Tuttavia, la sorella non era lì e dovette ripescare i ricordi della prova nella sua Zona, quella dell'aria. Aveva imparato a sopravvivere da sola, utilizzando il suo elemento al meglio e riuscendo a controllarlo forse in maniera più equilibrata degli altri.

In ogni caso sperava sul serio di non rimanere nuovamente in mezzo a quel nulla per cinque anni.

Deglutì e si guardò intorno provando nuovamente a chiamare la sorella, ma ancora una volta nessuna risposta.

Poi, finalmente, la voce di Jemma la fece voltare e nel momento in cui lo fece non si ritrovò davanti la solita parete di nebbia, ma quella della sua camera.

Le pareti rosa piene di foto furono facilmente riconoscibili dalla bionda, così come la familiare figura della sorella seduta sul bordo del suo letto a fissare il cuscino dove nei ricordi di Celeste avrebbe dovuto trovarsi lei in lacrime.

Si avvicinò lentamente, osservando stupita il piccolo e rassicurante sorriso sulle labbra della sorella che fissava essenzialmente il nulla, poi si infilò nel letto coricandosi proprio dove avrebbe dovuto essere.

Probabilmente era un ricordo stupido, ma uno dei più importanti per Celeste. Ricordava di essere stata per molto tempo con un ragazzo più grande di lei che a Jemma proprio non piaceva per nulla (e solitamente le piaceva chiunque), per cui fu un periodo in cui le sorelle litigavano spesso per il comportamento di Celeste, per la sua ormai quasi totale assenza in casa e poco prima che lui la lasciasse avevano litigato così furiosamente da non parlarsi più per settimane. Il fatto che Jemma non arrivasse praticamente mai a tanto avrebbe dovuto farla ragionare, ma era così tanto presa da quel ragazzo che l'idea della sorella arrabbiata le faceva pensare che fosse gelosa della loro relazione. Che stupida.

<<Ehi, Celeste.>>, disse la Jemma dei suoi ricordi. Il fatto che fosse andata a consolarla dopo la rottura, nonostante ancora non avessero iniziato a parlarsi, la fece sentire tanto in colpa che scoppiò a piangere per lei e non per quel ragazzo.

Perfino in quel momento Celeste aveva le lacrime agli occhi.

<<Mi dispiace...>>, sussurrò sapendo che non era così che sarebbe dovuta andare la conversazione. Nella realtà Celeste non l'aveva detto, anche se avrebbe voluto farlo più volte e in più occasioni, ma il suo orgoglio riusciva sempre a fermarla. La verità era che era gelosa della sorella: Jemma era sempre stata amata da tutti, mentre i numerosi amici di Celeste stavano con lei soltanto per immagine; Jemma era intelligente e gentile, mentre lei non era nulla e a tratti superficiale. Per questo cercava sempre di avere cura di sé, di curare l'aspetto perché era l'unica cosa che Jemma non faceva e anche senza provarci riusciva a essere bellissima in ogni occasione. Avrebbe voluto ammirarla, prendere spunto per essere come lei, ma finiva sempre con Celeste che si cacciava nei guai e Jemma che risolveva tutto.

Nonostante ciò, Jemma era la persona più importante della sua vita e non l'avrebbe sostituita per nulla al mondo.

<<Non devi preoccuparti per lui, non aveva idea della ragazza fantastica che si è lasciato scappare. Chi non sa riconoscere il tuo valore, non vale il tuo tempo.>>, le disse Jemma continuando il discorso prefissato, senza ascoltare le parole di Celeste.

𝗜 𝗚𝘂𝗮𝗿𝗱𝗶𝗮𝗻𝗶 𝗗𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗘𝗹𝗲𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶Where stories live. Discover now