Who didn't lose doesn't know

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Jimin's pov

Basta. Devo vederlo.
Non resisto più.

《Kyung ti scongiuro, portami da lui.》

Il mio tono supplichevole sembrò impietosire l'animo del ragazzo che mi passeggiava di fronte.

Eravamo collocati in giardino da ore ormai. Nessuno sapeva il preciso motivo.
Forse avevamo solo desiderio di bearci della nostra presenza reciproca.

Alla luce del sole quell'angolo di verde dove poggiavano i nostri corpi era ancor più sorprendentemente affascinante.

《Min lo sai benissimo che non ti negherei mai una cosa del genere. Ma se ancora non siamo stati avvisati di poterlo visitare-》

《Vuol dire che devi farti una camomilla e rilassarti finché non succederà.》 Baek interruppe il corvino, provocando un cipiglio sia sul mio, che sul volto dell'altro.

《Non chiedermi di stare calmo quando non ho minimamente notizie di Jungkook da quasi un giorno!
Anzi, non riesco proprio a capire come riesci tu visto che è Chanyeol alla ricerca di quel pazzo!》

Forse usai un tono eccessivamente brusco ma non poteva chiedermi una cosa del genere quando ore prima avevo stretto tra le braccia quel corpo moribondo.
Al pensiero una piccola tempesta infuriava ancora nello stomaco.

Ricordavo vividamente le sensazioni.

Il nero.

Il nero più totale. L'ansia. La disperazione.
Tutto ciò assunse una sola colorazione che inondò il mio interno.
Stavo rivivendo quel maledetto momento, stavolta però era tutto decisamente peggio.

Quando fui avvisato della sua dipartita sentii il pavimento crollare sotto i piedi. Non potevo far altro che digerire quel macigno aspro e dimenticare. Dimenticare ogni cosa collegata a lui.
Adesso però, la mia impotenza rischiava di rompermi nuovamente. Il non poter far nulla se non guardare quella ferita orribile. Il riempire il suo viso vuoto di mie lacrime.
La consapevolezza di poter perdere il secondo uomo della mia vita, com'era già successo col primo.

A volte da bambino sognavo di lui. Di come sarebbe stato fiero con la sua bella barba bicolore, tutto tirato a lucido, che mi accompagnava verso l'altare.
Mi ripetevo che lo avrei sempre rassicurato, urlandogli il mio amore incondizionato che avrebbe però dovuto condividere con qualcuno, quando ancora sognavo del principe azzurro.

《Papà, non piangere mi raccomando. Anche se sarò di qualcun altro, l'amore della mia vita resti tu!》

Quella frase, gridata con la bocca piena di finestrelle, la faccia sporca di terra, mentre scappavo dalla sua ira al solo pensiero di lasciarmi ad un altro che non fosse lui.

A volte sorridevo a ripensare. A volte piangevo.
Caspita se piangevo.

Stavo rannicchiato nel confortevole angolo buio della mia cameretta, a guardare vecchie foto, vecchi ricordi.
A guardare lui.

Ed in quel momento realizzavo che avrei portato me stesso, da solo, all'altare.

Perché nessun braccio, avrebbe potuto sostituire il suo.

Potevo ancora vedermi, a soffocare i singhiozzi.
Forse per vergogna, o perché non avrei più permesso a qualcuno di guardarmi all'interno.
Nemmeno mia madre.

Nel momento in cui Jungkook aveva chiuso gli occhi ero stato nuovamente tradito.
Che senso aveva fidarsi ancora?

Alla fine vanno via tutti.

Ma cazzo! Quel dolore riesce ad uccidere ogni volta...

Lui non era restato.
Il mio primo uomo.
Il mio primo amore.
Il mio primo eroe.
La mia prima parola.

Loving beast [jikook] Donde viven las historias. Descúbrelo ahora