𝟏𝟖. Accompagnatore

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TAEHYUNG

19 Marzo 2021, ore 10:12

«T-Taehyung-»

«Ti voglio bene.»

Strizzai gli occhi per alcuni secondi prima di aprirli e essere accolto dalla flebile ed opaca luce solare. Sbattei le palpebre un paio di volte per abituarli alla luminosità, rendendomi conto di trovarmi sotto alle pesanti coperte del mio letto senza sapere precisamente come esserci finito.

Sentii una particolare, ma familiare, fragranza nell'aria. Tirai appena su con il naso per annusare quel profumo floreale che mi sembrava ricordare molto bene, ma che in quel momento proprio non riuscivo a riconoscerne la provenienza.

Perché il cuscino situato proprio accanto a quello su cui ero appoggiato emanava un simile profumo? Era palesemente ovvio non appartenesse a me, non era il mio odore. Era un profumo femminile.

Non mi feci tante domande e sollevai lentamente la schiena dal materasso, scontrandomi immediatamente con una fastidiosa fitta alla testa e solo in quel momento mi ricordai della serata passata in compagnia dei miei due migliori amici.

Ma che ore sono?

Portai una mano sul comodino alla ricerca del mio cellulare, trovandolo fortunatamente proprio dove mi aspettavo e speravo che fosse. Cliccai sul tasto di accensione giusto per vedere l'orario e con sguardo assonnato fissai i quattro numeri proiettati sul display dello smartphone.

Non ci vollero nemmeno due secondi per constatare di essere fottutamente in ritardo di ben due ore. Spalancai gli occhi mentre scattavo giù dal letto, afferrando i primi vestiti che mi capitarono sotto mano dall'armadio e correndo con essi giù al piano di sotto. L'intenzione era quella di uscire fuori di casa così com'ero, raggiungere la macchina e vestirmi al suo interno una volta raggiunto il parcheggio dell'agenzia. Contro ogni mia aspettativa però, mi ritrovai fermo ai piedi delle scale, bloccato dalla piccola figura di mia sorella situata davanti ad un mobile del soggiorno con un ritratto di una nostra fotografia tra le mani. La stava guardando con talmente tanta intensità che quasi mi parve di sognare; i suoi occhi, velati da una sfumatura malinconica, erano fissi sulle quattro persone raffigurate in quella foto che riuscii a ravvisare persino da quella distanza: la foto della nostra famiglia.

O meglio, di ciò che un tempo era la nostra famiglia.

Schiusi le labbra e rimasi ad osservarla con sopracciglia leggermente aggrottate, mentre le mie gambe sembravano come impossibilitate dal muoversi. Restai nella stessa identica posizione anche quando vidi la testa di Sooyun girarsi lentamente verso di me, incatenando quelle sue bellissime e dolcissime iridi con le mie. Restammo entrambi in silenzio, impalati come due stoccafissi a guardarci, lasciando che fossero i nostri occhi a parlare.

Riportò lo sguardo sulla cornice in legno, lo rimise con una delicatezza mai vista prima al suo posto, in mezzo a tutte le altre fotografie.

«Buongiorno» mi salutò con tono tranquillo. Troppo tranquillo.

INFINITY | J.JkWhere stories live. Discover now