𝟒𝟎. La mia unica ragione di vita

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"Vorrei che tu potessi sentire tutte le parole che ho troppa paura di dire"

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JUNGKOOK

Lunedì 29 Marzo 2021, ore 9:12

Il sapore sapido del succo esotico che stavo bevendo mi inondò le papille gustative e la sua dolcezza riuscì incredibilmente ad allietarmi. Jimin stava pulendo alcune tazze restando fisso dietro il bancone, mentre Yoongi si stava occupando dei tavoli.

Una cosa che adoravo di questo bar era la sua duplicità. Gli orari erano molto flessibili, permettendo loro di stare aperti dalla mattina fino alla tarda serata e rendendo questo posto un qualcosa di più di un semplice bar. La mattina si mostrava come un qualunque bar dove fermarsi per una colazione, mentre la sera si trasformava del tutto, divenendo un vero e proprio locale notturno.

«Terrore per la centrale di polizia non appena giunge loro l'allarme di un'esplosione attuata da parte di un ragazzo della zona più malfamata di Suwon, ferendo-»

Spostai gli occhi sulla televisione posta nell'angolo in alto alla mia sinistra, ascoltando curioso la notizia che stavano dando al telegiornale. Da quanto avevo capito, qualcuno aveva fatto saltare in aria le macchine della polizia e ferito gravemente alcuni agenti che si erano recati lì per catturare un criminale di cui non si sapeva quasi niente. L' identità della persona che aveva provocato tutto questo non venne svelata per il semplice motivo che nemmeno loro sapevano veramente con precisione di chi si trattasse. Molti testimoni presenti lì, ovvero i poliziotti stessi, erano stati portati d'urgenza in ospedale, ma non tutti ce l'avevano fatta. Inoltre, quello che capii si trattasse del comandante sembrava avesse perso del tutto i sensi, impedendogli perciò di fare rapporto della situazione. Forse, si stava parlando addirittura di un coma, ma erano ancora molti gli accertamenti da fare al riguardo.

«Ma cosa cavolo metti in televisione, diamine-» Lo schermo proiettò d'un tratto un canale diverso dal precedente, lasciandoci la visione di cuccioli di leoni che venivano addomesticati. «Già il lunedì mattina mi fa venire il voltastomaco di suo, figurati se ascolto queste cose.»

Mi voltai per guardare la faccia scocciata di Yoongi mentre posava il telecomando, al suo fianco Jimin si limitò a ruotare gli occhi al cielo.

«Guarda che non ha importanza quello che preferisci tu, i clienti vogliono sentire le notizie della mattina e non assistere alle immagini di leoncini spelacchiati che giocano a palla» Jimin sbuffò lasciando il panno, che aveva usato per asciugare le stoviglie, sul davanzale.

«Beh, mi dispiace per loro ma si dovranno adattare alle mie esigenze se vogliono essere serviti senza incorrere a eventuali pericoli.»

Ridacchiai ritornando a bere il succo che mi aveva preparato appositamente Jimin. Ultimamente frequentavo sempre più spesso il Dragonfly solo per avere la loro compagnia, era divertente vederli bisticciare. Da quando Yoongi lavorava qui Jimin era più incline alle piccole discussioni causate dai suoi lamenti e, per quanto possa sembrare brutto da pensare, le loro litigate infantili ed esilaranti mi mettevano di buon umore.

INFINITY | J.JkWhere stories live. Discover now