𝟏𝟗. Guardare oltre

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SOOYUN

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SOOYUN

L'amore.

Uno dei sentimenti più forti e profondi che l'uomo possa mai provare nei confronti di qualcuno. Una percezione astratta, intangibile; Tu non puoi toccarlo, ma lui può toccare te. Ti riempie il petto di una consistenza nuova, quasi impercettibile, capace di renderti inspiegabilmente leggera.

Ti aggroviglia il cuore più volte su se stesso, lo attorciglia, te lo rende malleabile, morbido, debole.

Chi ha amato davvero almeno una volta nella vita conosce perfettamente i rischi che si corrono, sa bene le conseguenze a cui potrebbe andare incontro, permettendo a coloro a cui hai affidato il tuo cuore di farci ciò che vogliono. Possono custodirlo con cura, amarlo a loro volta, tenerlo stretto tra le mani al riparo, proteggerlo; o possono stringerlo tra le dita con il solo ed unico scopo di procreare lentamente il tuo dolore nel tempo, in una lunga, amara e dolce agonia nella speranza che forse tutto si risolverà. Ti fanno credere in qualcosa che non esiste e che non esisterà mai. Dicono di volerti bene, di volerti proteggere, di non poter vivere senza di te, di amarti.

Prima ti toccano con una carezza, il giorno dopo con le unghie; ti graffiano, forse di proposito e tu non lo sai, o meglio, non vuoi saperlo. Ti dicono di non averlo fatto apposta, che la loro intenzione non era quella di ferirti per davvero, che è stato solo un incidente e che non ricapiterà più.

E tu gli credi.

Ti chiedono scusa e non ci pensi molto prima di perdonarli. Non vuoi nemmeno pensarci poi così tanto, vuoi solo credere che sia stato un incidente di poco conto, un errore che tutti possono commettere.

Poi lo rifanno.

Ti chiedono di nuovo perdono e tu magari all'inizio tentenni, accogli le sue scuse, ancora una volta, ma non perché sei gentile. Non si tratta di gentilezza. La tua è soltanto debolezza; consapevolezza che ormai il tuo cuore è nelle sue mani, in nessun'altre, e la paura costante di perderle ti spingono a lottare per averle. Stringi i denti e pur di non sentire quel vuoto e quell'unico sostegno che ti sorregge in piedi sparire nel nulla, sei disposto anche a soffrire per avere quelle dita che tanto fanno male. Quelle dita che ti avevano promesso di proteggerti e di volere il tuo bene.

E il giorno seguente tutto ricomincia da capo. Quelle stesse mani che tanto ami ti procurano dolore, stringono con ancora più forza il tuo piccolo organo già ferito; lo calpestano, lo deridono; dopo ti richiedono scusa e tu le perdoni. Di nuovo.

E ancora, ancora e ancora risuccede. Proprio come la replica di un videoregistratore che ripete il suo stesso, solito ed opprimente scenario.

Ti ritrovi bloccato in un circolo vizioso di amore e odio che non lascia via di scampo. Eppure tu, quelle mani, continui ad amarle, continui a desiderarle, perché senza di esse non sai che fine faresti. Non vuoi incombere in quel baratro di cui tutti coloro che amano hanno paura più di qualunque altra cosa. Il terrore di sentirsi soli, di non avere nessuno al proprio fianco in grado di sorreggerti proprio come facevano quelle stesse mani che ti facevano del male.

INFINITY | J.JkWhere stories live. Discover now