𝟐𝟐. Cristallini come il quarzo

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SOOYUN

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SOOYUN

Sabato 20 Marzo 2021, ore 9:15

Diverse scritte si interponevano l'una dopo l'altra, mentre i miei occhi scrutavano con attenzione i vari pacchi di barrette al cioccolato posizionati su uno degli ultimi scaffali. La mia testa era inclinata verso l'alto per permettere alla vista di puntarsi su ciò che cercavo, intanto che il mio cervello era sull'orlo dell'indecisione più assoluta. Cioccolato fondente o al latte?

Dopo diversi minuti passati a pensarci su e a prevedere il risultato di una torta più buona, optai per il cioccolato al latte, riflettendo su come non potesse piacere a tutti quello fondente. Mi allungai con tutto il corpo verso l'alto, alzandomi sulle punte dei piedi e distendendo il più possibile il braccio verso il mio obiettivo. Peccato che qualcuno di maligno avesse deciso di mettere quella dannata cioccolata su uno dei ripiani più irraggiungibili e, soprattutto, di crearmi con la stessa corporatura di uno gnomo da giardino. Feci una smorfia scocciata quando mi resi conto che, a meno che non fosse sopraggiunta una forza divina per spingermi verso l'alto ed aiutarmi, non sarei mai riuscita a raggiungere la tanto bramata cioccolata al latte. Ma quelli che riponevano i prodotti sugli scaffali alti due metri di altezza non ci pensavano alle persone basse come me? Insomma, avrebbero potuto predisporre almeno di uno sgabello, evitandoci tutta questa fatica per prendere della dannata cioccolata.

Sussultai sul posto quando una terza mano si interpose tra le mie, afferrando esattamente ciò che cercavo disperatamente di prendere. Mi voltai di scatto alle mie spalle e la prima cosa che vidi furono delle labbra rosee e carnose contornate da un sorriso dolce, familiare.

«Tu devi essere Sooyun, giusto?» mi chiese porgendomi gentilmente la tavoletta di cioccolata che aveva preso per me.

Annuii flebilmente con le labbra schiuse, senza riuscire a far uscire neanche una parola da esse. Questa ragazza, io la conoscevo.

«Non la vuoi più?» mi chiese con un cipiglio in viso, vedendomi impalata come una statua.

Scossi subito la testa per ridestarmi dal mio stato di trance. «Si, scusami.» Afferrai delicatamente la cioccolata dalla sua mano dalla pelle lattea, ebbi quasi paura anche solo di sfiorarla. La sua pelle sembrava essere fatta di porcellana e mi pareva così tanto fragile da farmi temere una sua rottura con il solo tocco. Vista da vicino, a quella poca distanza, era ancora più bella di quanto pensassi.

«In realtà, me ne servirebbero altre tre.» parlai, riferendomi ovviamente a ciò che tenevo in mano, e giurai che, per un attimo, anche lei parve essere incantata da me.

«Oh, te le prendo subito.» si allungò quel poco che bastava per afferrare la quantità da me richiesta di tavolette, porgendomele l'istante dopo senza smettere mai di guardarmi negli occhi.

Era come se ci stessimo studiando entrambe, impuntando le nostre iridi contrastanti in quelle dell'altra e cercando di poterci trovare chissà cosa al loro interno. Percepii una certa complicità nelle sue, un'incredibile somiglianza con le mie e tutto questo mi parve incredibile. Era la prima volta che mi sembrò di comprendere una persona sconosciuta semplicemente guardandola negli occhi. Non era come succedeva con Taehyung o con Jungkook; con lei era diverso. Attraverso le sue pupille, sulle quali la mia immagine veniva rispecchiata, riuscivo a leggerci tutto ciò che lei avrebbe trovato guardandomi a sua volta negli occhi. Era come guardarsi in uno specchio. Nonostante fossimo fisicamente diverse, la sua anima era uguale alla mia.

INFINITY | J.JkWhere stories live. Discover now