𝟐𝟔. Non hai paura, Kim?

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SOOYUN


Lunedì 22 Marzo 2021


Il baccano creato dagli studenti, nonostante si ampliasse a causa dell'eco, non sembrò minimamente toccarmi. Neanche quel tavolo vuoto dove mi ero seduta per mangiare non mi toccò minimamente.

O, forse, fingevo che non mi sfiorasse il senso di malinconia nel vedermi da sola, lontana da tutti gli altri ragazzi e ragazze raggruppati per mangiare, parlare e divertirsi insieme. Loro ridevano, io no. Loro scherzavano, io no. Loro mangiavano con gusto, io neanche quello facevo.

Non seppi da quanto tempo stessi disgustosamente guardando quel muffin fatto male messo ad una distanza di sicurezza da me. Era terribile di aspetto e certamente non eccelleva nel sapore. Sapeva di marcio, proprio come la persona che si sedette poco dopo davanti a me. Non mi servì sollevare lo sguardo per capire che fosse Jihoon colui che si era preso la briga di scostare rumorosamente la sedia per poi caderci sopra quasi con fastidio, come se stesse odiando il solo fatto di farlo ma, allo stesso tempo, ne sentisse il bisogno.

«La sai l'ultima?»

«Dovresti sapere che mi disinteresso di ogni forma o specie di novità e avvenimenti di questa scuola.» parlai con un tono di sufficienza, sollevai gli occhi sulla sua figura appoggiata sullo schienale della sedia. I suoi occhi erano affilati, posati su di me con uno strano luccichio nello sguardo che non riuscii ad interpretare. I suoi lineamenti, il suo taglio di occhi, mi erano familiari, ma ero troppo stanca anche solo per capire chi mi ricordasse.

«Due macchine della polizia sono appostate fuori dalla scuola.» Che cosa? «Sta girando voce che entreranno una volta finita la pausa pranzo per fare domande a giro per l'istituto.» Se ciò che mi stava dicendo era vero, allora tutto quello su cui mi stavo tormentando tanto stava cominciando a diventare concreto. La mia paura più grande si avvicinava sempre di più alla realtà. Una realtà che non volevo assolutamente conoscere.

Le indagini per cercare Namjoon erano appena iniziate, e io già me la stavo facendo sotto dalla paura. Questo Jihoon sembrò percepirlo. Fu probabilmente per tale motivo che riuscì ad avere il coraggio di curvare le sue labbra sottili in un ghigno per niente amichevole, come se mi stesse provocando o anche solo facendo beffe di me. Forse entrambe le cose.

«Che lo facciano. Del resto è il loro lavoro.» cercai di mostrarmi il più indifferente possibile e, sentendo già una gran voglia di scappare, mi alzai dal mio posto afferrando il vassoio, pronta a lasciare tutto da una parte e a ritornare in classe. Solitamente andavo via dalla mensa in anticipo o qualche minuto più tardi, a seconda di come mi girava. Il mio stato d'animo influenzava qualsiasi cosa facessi, anche la più banale.

«Non hai paura, Kim?» sbuffai interiormente quando mi resi conto di essere seguita da quel rompiscatole di Jihoon e puntai sull'opzione più semplice: non rispondergli. Magari ignorandolo mi avrebbe lasciata in pace. «Che cosa farai quando ti chiederanno ciò che sai riguardo a Namjoon? Per quanto tempo resisterai a mentire prima di essere scoperta, mh?» con uno scatto nervoso mi voltai verso di lui, nel bel mezzo del corridoio, assicurandomi che nessuno stesse prestando attenzione a noi prima di parlare.

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