Capitolo 56

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Wooyoung's pov

I giorni, e le giornate, sempre più lunghe e piene di sole, probabilmente, erano il motivo del mio buonumore, reso sempre più frequente.
Con il passare dei mesi, il cambiare delle abitudini, ed il rinnovo dei maglioni, era trascorso tanto tempo.
La scuola, in generale volgeva agli sgoccioli, e mi ritrovavo a fare il conto alla rovescia, nei giorni ancora bianchi e non segnati del calendario, per metterci la parola "fine" e tornare a casa, quella nuova in capitale, per un'estate.

La giornata tipo, era composta al settanta percento da studio e fortunatamente, il tratto geniale e dedito al lavoro, caratteristico di San, ci aveva aiutato a recuperare in pieno anche la matematica; lui con le sue forze, io con il suo spirito di condivisione.
Andava bene, eravamo stanchi.

Passeggiavo per i corridoi, guardando la frenesia degli studenti, correre ed entrare in aule, mentre sospiravo sollevato e rilassato, in mezzo a quel caos.

Mingi ed Hongjoong distribuivano dei documenti, non avevo idea di cosa fossero; rivolsi un cenno della mano al più alto, che da poco aveva incrociato lo sguardo al mio.

Sorrisi, quando Hongjoong invece gli urlò contro di fare attenzione, trovandoli irrimediabilmente teneri.

Appena saputa la notizia dei migliori amici migliori del mondo, diventati coppia migliore di migliore amici del mondo, li guardavo con occhi diversi e, nonostante fossero passati ormai mesi, non smettevano di intenerirmi neanche un po'.

Hongjoong aveva aspettato così tanto, per potergli confessare tutto, e lo aveva fatto proprio in un momento di delirio, disperato e stanco com'era;
Mingi, dal canto suo, non era tipo da pensar troppo ed aveva odiato aspettarlo.
Decisamente, non avevano dei caratteri compatibili, eppure, erano riusciti a costruire tanto affetto e buon vivere, con la sola intenzione; li ammiravo.
Ci avevano poi confessato, di essere in relazione, ma fatto giurare di mantenere il segreto, almeno finchè sarebbero stati i rappresentanti d'istituto, per cui, nessuno tra gli studenti, tranne gli amici intimi di entrambi, sapeva nulla.

Canticchiando qualcosa, a passo lento, mi diressi verso la sala arte, godendo di largo anticipo, per poi bussare educatamente.

"Mio carissimo giovanotto."
Esultò la professoressa, vedendomi far capolino dalla porta.

"Vieni, vieni, entra, non c'è ancora nessuno."
Invitò, con aria gentile e solare, indicando.

"Buon pomeriggio, che si fa oggi?"
Domandai serenamente, prendendo posto vicino a lei, confidenzialmente.

La notavo particolarmente sorridente, avrei voluto chiedere, quale fosse il motivo di tanto buonumore.

"Ti sei addirittura messo il profumo e la collanina, stai aspettando qualcuno, al mio corso?"
Scherzò ridacchiando.

Lo sapevo bene, che la professoressa intendesse parlare di San, spesso e volentieri aveva fatto battute scherzosamente convinte, sul nostro modo di litigare e prenderci in giro, anche durante le sue ore; generalmente, dopo qualche ripresa, smettevamo, per concentrarci.

"... Choi San, professoressa, chi altri..."
Ridacchiai, abbassando lo sguardo.

"Ah sì, Choi San... Uno dei miei alunni preferiti. Mi è capitato di sentire una cosetta o due, proprio oggi, sul mio apprendista dai vari talenti."
Sembrò indagare, e mi notava confuso.
Non sapevo bene che pensare, curiosamente stavo riflettendo.

"Il suo alunno preferito?... Non ha importanza quanto io mi impegni, non occuperò mai il suo posto, nella sua classifica delle preferenze... O forse c'è qualche modo? Ho anche imparato come fare lo sfumato! Il quadro sulle due ragazze, giuro che o prima o poi lo finirò!"
Giustificai, fintamente competitivo, portando acqua al mio mulino.

At School // WoosanWhere stories live. Discover now