Capitolo 59

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Wooyoung's pov

In verità?
Che male, che male-...!
Era la fine per Wooyoung Biondino.

"Sannie-"
Lamentai dalla gola secca, tirando su col naso.

Non rispose, ma faceva soltanto più male, terribilmente male.

"Cazzo svegliati!"
Dissi in uno scatto di tutto il corpo, sperando liberasse la presa forte, e smettesse di stringere le unghie sulla mia pelle.
Dormiva spesso abbracciato ai cuscini, probabilmente aveva l'abitudine di palparli con le mani, o piegarle e pugno, ma sul corpo faceva male dannatamente, era come se pizzicasse.

Aprì gli occhi, lentamente, anche se sussultando, per il movimento che avevo dato.

"Mh? Mh?"
Domandò, come se avessi qualcosa da dirgli, mollando la presa ferrea con le mani, per rendersi conto di avermi avvicinato, così tanto, nel sonno.

"Mi stavi facendo male. Puoi dormire."
Pronunciai in voce pulita, tentando a girarmi di fianco, ed ignorarlo.
Chiaramente non avevo più sonno, ma quella mattina, già la mia pazienza era al limite, dopo essermi risvegliato con le impronte delle sue dita stampate addosso.
Traumatico, veramente traumatico.

Si schiarì la voce, avvicinandosi e scalando posti nel materasso, che avevo appositamente lasciato.

"Via, via, non ti sopporto."
Lamentai ancora, distante, con la testa rivolta verso i suoi occhi socchiusi e microscopici dal fastidio della luce.

"Vai a fanculo. Stavo facendo un sogno meraviglioso."
Sbuffò, dopo ormai avermi raggiunto.

"Io? Ma se mi stavi strappando i fianchi! Guarda, stronzo, ho ancora le impronte."
Notò la stretta, diventata rosa, e con qualche pellicina sollevata. Mi aveva fatto un dannato male, e cercava scuse? Quella mattina sarebbe scoppiata la guerra assoluta.

"Sì, ma io stavo sognando di essere in una nave di pirati; dimmi, cosa ti sembra mi interessi di più? Dei tuoi fianchi con la bua, o che non riuscirò mai a vedere chi era la mia promessa sposa? Azzarda un'ipotesi, stronzo, azzarda."
Asserì, completamente serio nel tono, guardando adesso il soffitto illuminato dalla luce solare, mentre in stanza regnava il caldo, e le parolacce.

"Promessa sposa? Choi San pensi che aiuti a far passare il nervosismo?"

"Magari eri tu, che ne sai, da femmina."
Zittì, senza abbassare lo sguardo.

Come due idioti, ognuno girato da un fianco opposto, ad ignorarci, finchè, all'unisono, quasi collegati, il vuoto allo stomaco, brontolava, chiedendoci da mangiare.

Scoppiammo a ridere, mettendo da parte i sentimenti d'omicidio dell'attimo prima.

Mi alzai in meno di pochi secondi, tirandogli le coperte di dosso, e costringendolo ad alzarsi, mentre lamentava di non riuscire a camminare, di essere stanco, di non avere voglia, e di altre cose quali a me, non sarebbe potuto importar meno.

"Sai cucinare. Mi auguro di sì."
Ridacchiai, notando l'outfit in tenuta da post-notte-calda-con-gente-ancora-più-calda, o per farla breve, eravamo in soltanto intimo, mentre schioccavo la serratura della stanza, rendendomene conto.

"I miei saranno a lavoro, non importa che siamo in mutande, io ho bisogno di mangiare, e tu mi preparerai da mangiare."
Esordii, convinto e sicuro, spronandolo a seguirmi e darsi una mossa.

"Dammi dei pantaloni, puttanella, o mangi come ieri sera, al massimo."
Si alzò in piedi, bello per com'era, raggiungendomi ed approssimandosi allo stipite della porta, su cui, cautamente poggiavo.

"Non male, ma no, e neanche per i pantaloni, ci metti troppo."

"Se dovessero venire i tuoi genitori, mentre siamo nudi, pensi che non si chiederebbero perché ho le cosce piene di lividi, e tu... Sembra un bambino abbia scambiato i tuoi fianchi per plastilina? Non credi? Ah no? Va bene così, lascia pure che scoprano che il loro meraviglioso bambino non è vergine né di segno, né di fatto... Tutt'altro si comporta come il toro che è."
Passò velocemente una mano a districare i capelli, un paio di volte, volendo dar ordine, ottenendo l'effetto di esser considerato ancora più intrigante.

At School // WoosanWhere stories live. Discover now