Capitolo 35

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Wooyoung's pov

"Che significa che sta venendo mia madre?"
Dissi preoccupato.

Cioè io negli ultimi tempi avevo trasgredito più regole che mangiato patatine, e mia mamma veniva nella mia scuola?
No, no.

"Non solo lei, verrà anche tuo padre, so che non dovevo dirtelo, mi avevano detto di volerti fare una sorpresa, ma avrei rischiato di farti beccare in momenti piccanti con San, o con la camera tutta in disordine...
Forza... che sarà mai."
Incoraggiò, ironico, Seonghwa.

"Che sarà mai? Seonghwa cazzo quei due mi distruggono, se finiscono a parlare con qualche professore..."
Allarmato, presi il telefono in mano, per controllare gli ultimi messaggi.

"Quindi quand'è che arrivano?"
Lasciai un broncio preoccupato.

"Tra mezz'oretta."
Rispose gustandosi il mio broncio crescere di preoccupazione.

Andai, in seguito, nella mia camera, rendendola più pulita ed ordinata... Certamente non avevo voglia di creare una storia infinita sul disordine e sulla poco meritata indipendenza.
Da un lato in realtà non ero del tutto infelice della loro visita, un po' mi mancavano... Però non era proprio momento di venire a trovarmi.

Si sentì bussare, e con la testa fra le nuvole, aprii la porta.

"Biondino."

Si ci metteva anche lui... Scoppiavo di nervosismo, in quel momento.

"San... Stanno venendo i miei genitori."
Annunciai, appoggiandomi al letto, appena aggiustato.

"Oh, e come mai? Devo preoccuparmi?"
Domandò, in piedi davanti a me.

"Hanno sentito di atti gay e puramente omosessuali da parte del loro bambino e si sono precipitati a vedere se il suo culetto è ancora v-"

"Dio, San smettila o potrei ucciderti."
Bloccai, come ormai da consuetudine, l'ennesima stronzata che trovavo divertente, dalle sue labbra.

"Non hanno sentito proprio niente, e non lo sentiranno, non sanno che non sono etero, e non lo sapranno."
Incrociai le braccia la petto, inaugurando la nuova ansia che mi assaliva.
E se l'avessero scoperto? Me ne vergognavo e certamente non ero pronto.

"Ti vergogni?"
Domandò, un po' più serio rispetto a prima.

"Ho un'ansia assurda che qualcuno possa dire loro qualcosa, sia delle migliaia di volte che ci hanno cacciato fuori dalla classe, sia che possa capitargli tra le mani il giornaletto della scuola, sia che non so, non so fottutamente cosa ma ho paura."
Nascosi il viso agitato tra le mani, odiando profondamente quella parte così umana di me da provare ansia e preoccupazione anche alla scelta della colazione al mattino.

"Hey, hey, non ce n'è bisogno... Saranno venuti qui per vederti e salutarti... Infondo è da tanto che non vi vedete, vedrai che non sprecheranno il tempo rimproverandoti."
Mi accarezzò la spalla, prendendo poi posto al mio fianco.

"Ma se dovesse succedere?"

"Se dovesse succedere ti prenderai il rimprovero, e poi verrai in camera mia... A quel punto avrai altro a cui pensare."
Ridacchiò, attirandomi ancor più a sè.

"Scemo."
Sorrisi, appoggiando poi, la testa sulle sue cosce, e chiudendo gli occhi.

Infilò le dita tra i miei capelli, pettinandoli all'indietro, con cura ed attenzione di chi vuol coccolare.

"Ci baciamo?"
Chiesi in preda alla voglia di star bene.

Si abbassò verso le mie labbra, inumidite ed adesso luccicanti, sfiorandole.
Quando stanco della sua delicatezza, poi, gli stampai su un contatto con la bocca schiusa, alzandomi sui gomiti.

At School // WoosanWhere stories live. Discover now