Capitolo 25

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revisionato 31/03/21

Wooyoung's pov

Non era successo nulla di nuovo, quella mattina ero pronto ad affrontare di nuovo San, magari con qualche possibilità in più di parlarci, considerando che le nostre erano state delle pseudo scuse.

Però, oltre quello, nel pomeriggio non avevamo parlato, quindi l'imbarazzo forse c'era... ed anche non essendoci, certamente non mi aspettavo, dato il suo carattere, che saremmo potuti tornare immediatamente a prenderci per il culo come se niente fosse.
Quindi dovevo aspettare.

Aspetta Wooyoung.

Era quello che mi ripetevo quella mattina, mentre mi travestivo da modello, con degli abiti mozzafiato.
Il bello era che mai avrei capito quei ragazzi insicuri sul proprio fisico.
Io ero bello e basta, forse non più degli altri, ma ero bello, e volevo che si notasse, ecco perchè desideravo rendermi attraente.
Soprattutto se messo al cospetto di San.

Non davo importanza alle altre persone, forse per questo mi sentivo sicuro del mio aspetto.

Lasciai sbottonati due dei bottoni, e guardandomi meglio allo specchio, la mia attenzione si posò proprio sul collo, dove quei segni, ormai vecchi di molti giorni, stavano scomparendo.

"Ma perchè ve ne andate-"
Commentai ingiustamente infastidito.

Erano un ricordo, ormai, ma loro no, non dovevano andarsene.
Non li vedevo come marchi di appartenenza, non mi piaceva quel significato, tutt'altro lo trovavo pessimo.
Li avevo classificati come lo specchio di quello che ormai era il mio interno, totalmente sporco di San, nel mio cervello non c'era altro, quindi perchè sarebbe stato sbagliato, macchiarmi pure il collo?

Ero arreso all'evidenza, non riuscivo neanche più a lottare contro la parte di me che mi implorava di restar con i piedi per terra.

"Cazzo è tardi."
Correndo nei corridoi, contrariamente a come imponeva la regola 10 dell'istituto, raggiunsi la mia classe.

"Jung, le sembra orario?"
Lamentò la professoressa, nonostante mi stessi inchinando da svariate decine di secondi.

"Prenda posto, tra poco iniziamo la lezione."
Ordinò, indicando il mio banco.

"Yeosang, che pagina?"
Domandai curioso dell'argomento.

"244. Come mai ritardo?"
Sussurrò, evitando di farsi sentire.

"Ci ho messo tanto a prepararmi, come sempre, solo che mi sono anche svegliato tardi-"
Risposi, guardando e contando le pagine, fino a che non raggiunsi quella che volevo.

"Yeosang, cosa mi sai dire di Kim Sowol?"
La professoressa scelse il mio compagno di banco come interrogato, che, man mano rispose brillantemente a tutte le domande a lui poste.

Perché Yeosang era proprio un genio in queste materie, leggeva tantissimo, ed amava tutto quello che fosse poesia, musica o arte, seppur a detta sua, non sapesse produrla.
Divorava libri costantemente, e per quest'interrogazione, aveva chiesto aiuto all'altro topo da biblioteca, quale era il mio migliore amico.

"Ottimo, veramente."
Si complimentò la donna, con lui.

"Eh, gli sfigati-"
Si sentì boccheggiare qualcuno, decisamente invidioso della sua intelligenza.

"Eh, se ti sento di nuovo-"
Urlò San, in totale difesa del, ormai, rosso di vergogna, Yeosang.

"Calmiamo gli animi! In questa classe siete tutti dei delinquenti!"
Ammonì la docente, sperando, forse di risolvere qualcosa.

"Yeosangie, lasciali stare sono delle merde."
Passai una mano sulla sua fragile schiena, volendolo tranquillizzare.

"Sì, certo-"
Tirò su la testa, non mostrando l'aria turbata che lo torturava.

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